LOST IN STROKES / LUCA BARCELLONA – C’ERO UNA VOLTA / SALVATORE GARZILLO
Galleria Patricia Armocida – Fino al 14 gennaio 2022 – Milano.
Da quando Armocida è “scappata” da Città Studi, il quartiere dove abito e dove la galleria che ha portato in Italia gli Os Gemeos è nata, in modo molto spocchioso mi ero riproposto di non metterci più piede. Sapete come siamo noi punk cinquantenni: ve ne andate da qui perché non è abbastanza fighetto? Non siamo all’altezza delle vostra proposta? Solo in Brera, sui Navigli, e ora a NOLO si può parlare di cultura? Bene. Come direbbe Fenriz: “FOAD”. A parte gli scherzi, ci torno volentieri, anche se ora siamo in zona Navigli, visto che si parla delle prime cose “non lettering” del nostro eroe/“uno di noi” Luca Barcellona. Appuntamento secondo me imperdibile. Avete ancora un mese, speriamo qualcosa in più causa “giunta”, per godere di queste due belle mostre, in pieno stile Armocida: street art in galleria, ma fatta bene. Per intenderci: a me non interessa Banksy in Centrale, roba che sta all’arte come la loudness war in musica. A me interessano le sfumature, i dettagli: io giro le due manopole del tune control (si chiamano “bass e treble”, per quelli della musica alta) ogni volta che metto su un disco. Luca Barcellona che molla il lettering (anche se qualcosa c’è, thanks god), è come quando gli Snapcase hanno iniziato a togliere ‘Icarnation’ dai loro set (per i più giovani: sì, è successa una cosa del genere!). Gran concerto, ma mi devo abituare. A noi che giriamo treble e bass ogni disco che mettiamo sul piatto, non può sfuggire la colonna sonora che ci accompagna nel sotterraneo della galleria: due ore (o forse più? lo chiederemo all’artista) di suoni/campioni a cura di Dj Craim. Il fatto di aver lavorato con (riguardo al rap non avrai altro dio al di fuori di) Kaos non gli toglie niente in “fame”, in voglia di superarsi, di alzare la barra. BOMBA. Se fossimo in Ammerica si sarebbe mossa mezza stampa musicale e artistica a supporto dell’operazione. Qui siamo in Italia, e vi dovete accontentare di un punk che scrive su Salad Days.
P.S.
Gli Snapcase, Kaos: mi sto distraendo! Grandi cose anche al piano terra, i.e. made in Naples by Salgar AKA Salvatore Garzillo. Per tornare alla musica, alla guerra del volume. Qui le manopole che sposto sono quelle di un mixer, e pure di uno studio serio. Parliamo di disegni, di dettagli. Mia madre, architetto, mi ha sempre detto che dietro ad un grande street artist c’è sempre un grande disegnatore, una grande tecnica. Lei ovviamente si riferiva agli “omini” di Keith Haring; tornato a casa le ho detto di farsi un giro in Armocida.
(fmazza1972)
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