Like Torches ‘Shelter’
Review Overview
6
6LIKE TORCHES
‘Shelter’-CD
(Rude)
6/10
Svedesi, in attività dall’ormai lontano 2005, in principio You Ate My Dog poi divenuti Like Torches, tornano adesso con un nuovo disco intitolato ‘Shelter’ e prodotto dalla nostrana Rude Records sempre in prima linea in quanto a produzioni estere. Like Torches, una band oltremodo conosciuta nell’ambiente pop punk e melodic hc sia in Europa che oltre oceano, negli States, dove si recarono nel 2012 per produrre il loro album ‘Keep Your Head High’ affidandosi a Ryan Key e Ryan Mendez direttamente dalle fila degli Yellowcard, non due nomi a caso. Il disco uscì poi nel Febbraio del 2013 e gli permise di aumentare l’hype che si stava costruendo tutt’attorno, infatti, subito dopo l’uscita, la band si lanciò in grossi tour tra Giappone, Stati Uniti ed Europa affiancando gli stessi Yellowcard e moltissime altre realtà conosciute nel giro come Set It Off, Taking Back Sunday o The Story So Far. Parecchie, inoltre, le presenze a grossi festival come il Moshpit Open Air, il Vans Warped Tour e le influenze che ascolto dopo ascolto vengono fuori dai loro brani (precisamente le stesse che caratterizzano i gruppi appena citati qualche rigo più su). Concentrandoci sull’analisi di questo nuovo nato in casa Like Torches comprendente dieci brani, ora: al di là del fatto che sembra quasi studiato il reverbero vocale posto su ogni nota lunga a fine metrica nelle strofe e nei ritornelli, particolarità già proposta in abbondanza ad esempio dai famigerati Blink 182 nel miglior ‘Enema Of The State’, diciamo, comunque, che il disco è ben suonato e oltremodo ben composto. La band ci sa fare, è molto brava nell’ammaliare l’ascoltatore e l’amante del genere pop punk più romantico. In copertina un ponte e una sagoma in lontananza che lascia spazio a mille mila riflessioni, tutto in bianco e nero e poi arpeggi, echi su timpano e rullo quasi a ogni cambio di tempo da veloce a lento, ogni tanto qualche tasto di piano, ogni cosa al suo posto no? Quando ci si ritrova a dover analizzare un album del genere è molto difficile poter dire “che schifo” oppure “bellissimo” perché tutto è ricreato in modo quasi perfetto, sono impercettibili le sbavature in una produzione così, ma, lasciatemi dire che bisogna davvero essere amanti del genere perché di roba così ormai ne esiste davvero una valanga. Il gruppo sta tutt’ora calpestando palchi in ogni dove, sono appena tornati da un tour in Gran Bretagna e magari li vedremo presto in Italia chissà! Per il momento date un ascolto a questo ‘Shelter’ e concedetevi dieci brani di pura melodia e relax, a voi Like Torches!
(Turi Messineo)
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