Kode9 @ Interzona, Verona – recap
Steve Goodman, aka Kode9, non è certo uno che ha bisogno di presentazioni.
Fondatore della label Hyperdub, ma questo è più un contorno rispetto alla persona che è dj e produttore con un dottorato in Filosofia, torna a Verona, questa volta a comandare ad Interzona con il suo dj-set fatto di dubstep, grime e super bassi. L’atmosfera rarefatta si percepisce subito entrando in sala, ma è ancora parecchio presto. Faccio in tempo a bermi un paio di birre che la sala è già quasi riempita di personaggi improbabili e ragazzine minorenni, ma tant’è. Arriva pure il grande Ale direttamente da un pokerino facile e la nostra disamina sul finire in carcere viene stoppata dall’entrata in scena del caro Steve, che non faresti fatica a confondere con il classico britannico della working class, con uno dei personaggi di Irvine Welsh, o con Irvine Welsh stesso. Tolto il caro bomber verde oliva, resta in t-shirt bianca e jeans neri, armato alla sua postazione dj di una bottiglia di vodka, di una di acqua e di una Red Bull. L’idratazione prima di tutto! Tempo di aggiustare due cose e parte spedito, alternando per tutte le quasi tre ore il suo arsenale di suoni pompati che sfiorano il funky, mantenendo sempre la loro base dub e 2step. Non si chiude in se stesso, ma anzi dialoga con i presenti, che fanno fatica a rimanere fermi anche solo per qualche secondo. Qui vedi il vero successo della serata e del tuo lavoro, dove tutti ti seguono e pendono dalle tue “labbra”, e non conta che tu sia in un club di Londra o di Glasgow o di New York, dove vai porti il tuo verbo e la gente balla e si diverte. Uscirne vivi e sudatissimi è stato difficile e Kode9 è consapevole di essere stato l’eroe della serata. Noi con lui.
(Fabrizio De Guidi)
Submit a Comment