King Woman ‘Created In The Image Of Suffering’
Review Overview
8
8KING WOMAN
‘Created In The Image Of Suffering’-CD
(Relapse)
8/10
I King Woman sono il nuovo progetto capitanato dalla voce ipnotica e drammatica di Kristina Esfandiari. Nasce nel 2009 come progetto solista e nel corso degli anni si trasforma in una band che sembra essere la necessità espressiva della frontgirl di maturare artisticamente e concettualmente con suoni e figure più elaborate. I King Woman diventano la nuova forma musicale del drone; shoegaze dai toni metallici unito a melodie trascendentali ed atmosfere rituali. Tutta l’estetica sonora della band gira intorno alla voce di Kristina Esfandiari, così potente da ricordare personaggi come Jex Thoth. ‘Created In The Image Of Suffering’ è l’LP di debutto, registrato da Jack Shirley (Deafheaven, Wreck & Reference, Oathbreaker). Suoni perfetti, eleganti, ancestrali e mistici. Il disco si apre con una litania d’oltretomba che ripete il nome dell’album. La parola “suffering” rimbomba come un eco nel cervello e droni oscuri vanno e vengono come onde. La distorsione continua con il brano ‘Utopia’. Questa volte le chitarre si trasformano in un funeral doom etereo ed epico, violento ed opprimente dai ritmi velocizzati. La voce di Kristina Esfandiari si fa sempre più spettrale con il brano ‘Deny’. Una preghiera dalle chitarre distorte. Una cantilena ancestrale. Più l’album va avanti e più la voce diventa l’elemento centrale dell’intero disco. La stilistica dei King Woman non fa altro che contorcersi elegantemente intorno alla voce di una donna che sembra provenire da un altro pianeta. Kristina Esfandiari in questo disco diventa un angelo che intona canti d’oltretomba. Le liriche sono introspettive e tormentate. Il brano ‘Worm’ è l’esatta espressione di ciò che la voce della frontgirl rappresenta per questa band: una ballad funeral-doom che disegna il racconto di un dolore. Con ‘Created In The Image Of Suffering’ i King Woman rischiavano di diventare un classico cliché post-metal. Tutt’altro: sono l’unione perfetta di suoni che chiamano alla catarsi, diretti da una voce che è così potente da diventare l’Assoluto della band della Bay-Area.
(Valentina Vagnoni)
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