Ironaut ‘Iron Vessel’
Review Overview
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6IRONAUT
‘Iron Vessel’-EP
(Indipendent Label)
6/10
I Vichinghi non sono solo personaggi della mitologia norrena. Esistono, abitano a Los Angeles e suonano heavy metal. Sono gli Ironaut. Esce nel 2016 il secondo EP, ‘Iron Vessel’, per un’etichetta indipendente. La cover dell’album è la classica copertina che inneggia al machismo, alla violenza e alla misoginia: un uomo lupo con addominali perfetti brandisce una spada, intento a sacrificare una donna dai capelli lunghi, neri e dal corpo longilineo; anche lei si potrebbe identificare come una gran figa. Credo ci stiano suggerendo che la bruttezza non sia ammessa. Croci, teschi e sangue sparsi qui e là per rendere il tutto l’emblema del luogo comune metal. Ma chi dice che i luoghi comuni debbano stancare o diventare obsoleti? Quando il primo brano ‘Iron Vessel’ attacca con il più classico degli assoli heavy metal è esattamente quello che l’ascoltatore medio di questo genere vuole sentire. Si tratta di identificazione. Quando ormai il transfert è completato, all’età di 14 anni, non c’è più scampo. Chitarre violente e voce rude. Uomini ubriachi di potere che si sentono i legittimi figli di Odino. Il secondo brano ‘Fire Eater’ (grande titolo), è esattamente come il primo brano. Dal titolo del terzo e ultimo brano ‘My Little Girl’, si scatena il terrore di poter ascoltare una metal ballad, ossia una tra le cose più melense e stucchevoli della musica tutta. Invece finalmente le chitarre intonano un groove blues, con assoli più morbidi e che effettivamente cercano di essere una proto dichiarazione d’amore. Quale scelta migliore del blues per rendere un brano dedicato ad una “little girl” sensuale e carico d’amore? Nonostante gli Ironaut rispettino tutti i clichè, nessuno escluso, dell’heavy metal, producono un EP che forse riesce ad essere ascoltato più di una volta senza esserne già stanchi.
(Valentina Vagnoni)
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