Higher Power ’27 Miles Underwater’
Review Overview
8
8HIGHER POWER
’27 Miles Underwater’-CD
(Roadrunner)
8/10
Questo nuovo disco degli inglesi (da Leeds) Higher Power ha sollevato molte perplessita’ (in negativo), in quanto c’e’ stato un netto cambio di sound rispetto al precedente ‘Soul Structure’. Bhe’, dei pareri negativi espressi da gente che nel 2020 continua ad osannare band bollite come Agnostic Front, sinceramente me ne sbatto. Il suono di questo nuovo platter del quintetto è molto anni ’90, tutto giocato sulla melodia e su una costruzione dei brani a tratti quasi pop. Uno strano incrocio tra Living Colour, Mindfunk, Jane’s Addiction, Snapcase dell’ultimo periodo (1999-2003), Helmet, Quicksand e Orange 9mm. Il risultato è davvero piacevole. I nostri amalgamano tutte queste influenze in un suono corposo e robusto, in cui il tutto risulta studiato e confezionato alla perfezione. La voce di J Town è molto potente e ispirata, a tratti mi ricorda quella di Darykl Tabersky dei già citati Snapcase nelle parti più dure, mentre decolla verso lidi decisamente più intrisi di melodia nelle parti più soft. La band suona compatta e precisa, le chitarre sono si pesanti ma hanno quel tocco post hardcore nineties che le rende aggressive ma allo stesso dolci, in un crescendo emozionale che esplode in parti più pesanti. La sezione ritmica è secca e senza fronzoli, dando il giusto tiro a questi 11 brani. I pezzi sono ricchi di ritornelli che si stamperanno in fretta nella vostra mente, pronti per essere canticchiati. Quello che gli Higher Power hanno fatto in questo secondo platter è stato dare sfogo alla propria vena compositiva, attingendo da tutte quelle band di cui spesso sfoggiano le magliette nelle foto promo o nei live. Non so quanto in Italia una band del genere poterà venir apprezzata, ma se vi capita andate a vederli dal vivo (all’estero), visto che pure li dicono la loro…
(Marco Pasini)
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