Harm Wulf ‘Hijrah’
Review Overview
4
4HARM WULF
‘Hijrah’-CD
(Deathwish)
4/10
Se dopo aver inoltrato l’ultima fatica di George Hirsch (frontman dei Blacklisted, ma anche chissenefotte) a tutti i collaboratori che si occupano di recensire musica su Salad Days Mag, la risposta unanime è stata: “per favore pietà”; beh una domanda è logico anche porsela. Oggi è il 28 agosto, ultima domenica del mese, ultimo scampolo d’estate, mi ritrovo inguaiato ad ascoltare un compendio sonoro che neanche l’ultimo eroinomane in fase terminale (quindi incapace di intendere e di volere) potrebbe sciropparsi a cuore leggero; “Hijrah was written in solitude, for solitude”. E vi risparmio tutto il pippone autolesionista dell’autore sul “making of”. Folk rock lugubre e desolato che anche il più introspettivo scenester che vuole esser alternativo a tutti i costi non si augura minimamente di avere nell’ipod; mi sta anche bene credere alla favola della disillusione nella rivoluzione hardcore, la fine della militanza, la crescita interiore, la sensazione che dopo anni di furgone e urla dal palco rimani poco più che un apolide in cerca di un perché… normale amministrazione, si cresce e soprattutto si invecchia. Si invecchia dentro e nel tuo caso caro George anche fuori. La tua musica da artisti per artisti tienitela stretta, confinata dentro le tue paranoie e risparmia al resto dell’umanità un 28 agosto così letale: fuori c’è ancora il sole, e oggi pure un bel vento di grecale… esci da quella bara inutile che ti sei autocostruito, o falla finita del tutto (musicalmente parlando si intende, che poi i “parental advisory” iniziano a menarcela.
(Rigablood)
photo by Nicole Kuntz
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