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Salad Days Magazine | November 22, 2024

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H2O ‘Use Your Voice’

H2O ‘Use Your Voice’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

H2O
‘Use Your Voice’-LP/CD/Digital
(Bridge9)
8/10


H2o: Go! Dopo 8 anni dal precedente ‘Nothing To Prove’ e 4 dall’album di cover ‘Don’t Forget Your Roots’, tornano gli H2o. Lo fanno con un disco veramente ispirato e sentito, consegnandoci una band ancora fresca e in grado di dire qualcosa. La loro miscela di hardcore melodico e veloce si ispira a mostri sacri come 7 Seconds (in alcuni brani la loro influenza è palese), Gorilla Biscuits e Dag Nasty. 11 schegge fatte di parti veloci, cori, stacchi ultra melodici e tanta tanta energia. La voce di Toby Morse è rimasta intatta negli anni, ispirata e grintosa: la passione che ci mette è davvero encomiabile, ma d’altronde lui non ha mai mollato. I suoi testi sono ancora quelli di un tempo: semplici e diretti, ma con in più gli anni accumulati e la nascita di un figlio. Musicalmente i nostri dimostrano una coesione nel suonare che è semplicemente perfetta: i pezzi risultano tutti molto orecchiabili, costruiti per essere cantati nei concerti che la band tiene in tutto il globo. I cori sono posti in maniera tale che dopo aver ascoltato le canzoni un paio di volte ti si sono già piantati in testa e senza volerlo ti ritrovi a cantarli col il dito alzato in aria. Questo album è stato scritto e registrato per essere portato in tour, per fare in modo che i ragazzi e le ragazze che accorrono ai loro concerti possano partecipare attivamente allo show, cantando i pezzi del gruppo. D’altronde il gruppo di New York (ma con alcuni membri, tra cui lo stesso Toby, che risiedono in California) è fatto apposta per esibirsi dal vivo, dove la loro potenza può sprigionarsi senza restrizione alcuna. La cosa che mi ha colpito maggiormente è la dipartita del chitarrista Todd Morse dopo vent’anni di servizio: era lui il songwriter dei pezzi della band (in particolar modo di ‘Nothing To Prove’), ma il bassista Adam Blake lo ha sostituito egregiamente in questo compito, senza snaturare o cambiare il suono (se escludiamo il loro debutto su major ‘Go’ del 2001, che suonava più punk rock commerciale): semplicemente se un pezzo non gli sembrava adatto per far “ballare” il pubblico, lo tagliava. E ci ha visto giusto: come scrivevo prima, quest’album si apprezzerà ancora di più dal vivo. In conclusione un grande comeback per una grande band, che spero di rivedere dal vivo quanto prima! P.S.: che il titolo sia un omaggio agli Uniform Choice?
(Marco Pasini)

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