Freya ‘Paragon Of The Crucible’
Review Overview
5.5
5.5FREYA
‘Paragon Of The Crucible’-CD
(Holy Mountain Music/Deadlight Entertainment)
5.5/10
I Freya sono una di quelle band che hanno sempre sofferto della sindrome del figlio d’arte, essendo un side project di Karl Buechner, cantante degli Earth Crisis, storica band di culto nell’ambiente straight edge che dagli anni’90 continua a macinare metalcore ad alti livelli. La band di Syracuse riuscì a farsi apprezzare con ‘Lift The Curse’ nel 2007 con un sano e robusto metalcore non dissimile da quello di At The Gates, Ringworm ed appunto Earth Crisis, fatto di suoni potenti, riff metal molto tirati e qualche venatura hardcore nelle ripartenze. In realtà fino ad oggi quel disco resta l’unico degno di nota anche dopo aver ascoltato ‘Paragon Of The Crucible’, che si può definire a buon ragione un passo falso sotto diversi punti di vista. Si tratta del primo lavoro dopo la rottura con Victory Records, e forse non a caso la produzione e l’efficacia del sound non risultano all’altezza. L’inconsistenza dei suoni della batteria lascia molto perplessi ed anche le chitarre non colpiscono come dovrebbero. Non c’è potenza in quest’album, che risulta piuttosto dal “sapore antico”. I Freya sembra abbiano intrapreso un sentiero più prettamente metal rispetto al passato, virando verso i Lamb Of God, ma con meno tecnica e grinta. In generale la voce di Karl è l’unica a convincere per tutte le dodici tracce, tra cui si salvano ‘In The Span OF Seconds’ e ‘Serpentine’. Le diverse parti strumentalmente melodiche e gli assoli che si succedono ovunque non coinvolgono affatto, e l’intero album suona abbastanza freddo. Sinceramente se un figlio d’arte vuole competere col padre ci si aspetta che lo superi quantomeno in freschezza, se non è così sarà destinato a rimanere per sempre nell’ombra, fra terapie e ospitate in programmi di serie B.
(Francesco Banci)
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