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Salad Days Magazine | November 8, 2024

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Fange ‘Pourrissoir’

Fange ‘Pourrissoir’
Salad Days

Review Overview

8
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Rating

FANGE
‘Pourrissoir’-CD
( Throatruiner)
8/10


Dopo l’uscita del primo album, nel 2014, i Fange tornano con un LP direttamente dall’Inferno: ‘Pourrissoir’. Vengono da Rennes, Francia. Sono in quattro. Il loro sound sembra l’unione dei più violenti Eyehategod, dei toni industrial dei Godflesh e di un noise figlio del Midwest. I Fange sono quanto di più violento si possa ascoltare in un’epoca in cui la violenza perde sempre più repentinamente l’elemento di disturbo che la caratterizza. Attrazione e repulsione. Questo sono i Fange. Il brano d’apertura, ‘Parmi Les Ruines’, comincia con un grido che non è di disperazione, quanto più il guaito straziato di un animale che freme di rabbia. I riff di chitarra si avvicinano ad un’estetica sludge, accompagnati dai ritmi veloci dell’hardcore. Tutto si potrebbe banalmente definire come blackened hardcore, ma non si farebbe altro che scemare all’interno di un perimetro già marcato ed usurpato. I Fange sono altro. La loro musica è una furia così folle che distoglie da qualsiasi definizione. Continua il disco con ‘Agapes’. Suoni distorti, voci sguaiate, ritmi opprimenti. La band francese non lascia un secondo di respiro. Più ascolti e più in testa si formano immagini deviate, marce, perverse. Così com’è perverso il loro sound, che si incastra ad intervalli black metal. Una corsa alla violenza più estrema. Una caduta verso un abisso di distorsioni psichiche che raggiunge apici in brani come ‘Ultrafrance’: harshnoise allo stato puro. Atrax Morgue che incontra Prurient che incontra gli Swans di Filth. Come cani rabbiosi che masticano brandelli di carne, i Fange si nutrono di impulsi schizofrenici e tendenze sordide. ‘Les Gemonies’ è il quarto brano dell’album e sembra lasciare minuti di respiro con un pezzo che rallenta i ritmi e diventa quasi una persuasione all’odio. Senza dubbio figli della scena black metal francese i Fange ricordano i la Peste Noir di ‘La Sanie Des Siècles’ ma dai ritmi più scanditi e svestiti di qualsiasi tipo di evocazione medievale. Il brano ‘Vore’ torna ad essere un vomito harshnosie dei più disgustosi. Tre esatti minuti in cui tutto si ferma e corpo e mente vengono immobilizzati da suoni depravati. Il brano di chiusura è la sintesi suprema dell’Apocalisse. Ritmi ultra accelerati, voce e chitarre distorte al punto da provocare fastidio e l’atmosfera è quella della completa distruzione. I Fange hanno tutto ciò che si possa desiderare da chi nella musica ricerca squarci di violenza elevata alle sue cime più alte; con la sensazione addosso che quelle cime potrebbero innalzarsi al punto da condurre all’ascesi senza fine e di conseguenza ogni sfumatura di Inferno potrebbe non essere mai abbastanza.
(Valentina Vagnoni)

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