Faith No More ‘We Care A Lot’
Review Overview
8.5
8.5FAITH NO MORE
‘We Care A Lot’-REISSUE
(Pias/Self)
8.5/10
Un gruppo come i Faith No More difficilmente si può ignorare. Hanno cominciato la loro cavalcata negli anni’80 (ma la prima formazione risale addirittura al biennio 1979/1980) per poi consacrarsi sull’altare dell’alternative rock nei’90. Nel mezzo collaborazioni, tanto metal (vedi il progetto Brujeria), divagazioni synth pop extreme (Mike Patton) e tanto ma tanto altro. Nel 1985 debuttano su Mordam Records con questo ‘We Care A Lot’, un album a tratti difficile e complicato, a tratti dannatamente coinvolgente. Basta ascoltare l’iniziale e omonima track, dove elementi heavy metal (Jim Martin è il vero motore in questo senso) coesistono perfettamente con elementi funk e punk, in una giradola sonora incredibile. Questo poi è l’unico brano davvero accessibile di questo album, in quanto gli altri sono difficilmente digeribili da subito. I Faith No More sono un gruppo crossover, un gruppo che mischia la musica bianca con quella nera, producendo un muro sonoro bislacco e imprevedibile. L’andatura smozzicata dei pezzi, incapaci di tenere per troppo tempo uno stesso ritmo, rende la loro proposta eccitante e nervosa. La voce di Mosley è istrionica, calda e totalmente calata in un contesto frenetico dove c’è davvero poco spazio per la noia. ‘We Care A Lot’ è un disco imprevedibile, frutto delle menti estrose e un pò pazze di cinque musicisti che portano il loro background musicale che più disparato non si può, creando un qualcosa di estremamente originale e sentito. Basta ascolate le tastiere di Roddy Bottun, le quali sono paragonabili ad otto volante: salgono e scendono, salgono e scendono, contribuendo a forgiare un suono che difficilmente neppure oggi può essere replicato. Se volete capire le vere radici di una band funambolica, fate vostro questo disco. P.S.: essendo una ristampa, troverete remix, demo e brani live di queste song. Personalmente il tutto risulta un pò scarsino e senza particolari picchi di interesse, ma per completismo dategli un ascolto.
Marco Pasini
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