Egeria ‘Nitra’
Review Overview
7
7EGERIA
‘Nitra’-CD
(Full Speed Ahead)
7/10
Cosa succederebbe se una ninfa della mitologia latina si immergesse nel bayou della Louisiana? Egeria, ad esempio, diventerebbe una band sludge, sporcando la candida veste e ancor più la purezza della propria anima in modo irrimediabile. Tale band esiste, è originaria della terra toscana ed ha pubblicato il primo full length, dieci tracce che vanno sotto il titolo ‘Nitra’. Non si tratta della loro prima pubblicazione in assoluto, cinque pezzi degli Egeria sono infatti rintracciabili nello split con gli Hessa datato 2014, tracce che oggi costituiscono la seconda metà del nuovo album. Chitarre che sanno di fuzz incedono lente e pesanti nella opening track ‘Soldier’, raccontando influenze doom molto care al quartetto, che però non si ferma alla purezza del genere. Il death metal e l’hardcore sono stili e culture ben riconoscibili scorrendo la tracklist, a formare un amalgama che i componenti stessi della band chiamano “Death’n’Roll eclettico”. Il growl profondo di xPescex e la chitarra di Toty, già membro dei Watch Your Step, sono protagonisti della fusione stilistica; soprattutto quest’ultima svaria regalando sfumature diverse, come raccontano gli effetti di ‘Suicide’ o le ritmiche e gli umori diversi che si alternano nella title track. La curiosa scelta degli Egeria impone che ogni quattro pezzi originali, una traccia sia spesa sull’altare dei mostri sacri; non a caso al termine della prima cinquina c’è la cover di ‘Wolverine Blues’, pezzo storico degli Entombed, testimonianza dello stretto legame con la golden age del metal. La seconda parte si conclude invece con ‘Supagorgonizer’, omaggio agli Iron Monkey, preceduta dai pezzi del 2014, in generale più veloci e meno cupi rispetto ai nuovi brani. In ‘Nitra’ si avverte la profonda consapevolezza dei terreni battuti e l’esigenza di mettere insieme diverse personalità, senza porre paletti stilistici troppo stretti e cercando al contempo di plasmare un’impronta personale. Gli Egeria riescono a creare un link fra il giglio di Firenze e quello di New Orleans senza forzature, scavando nelle paludi sonore come dei redneck, ma con la raffinatezza di chi sa usare gli strumenti come un cesello.
(Francesco Banci)
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