Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Salad Days Magazine | December 27, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

DESCENDENTS ‘9TH & WALNUT’

DESCENDENTS ‘9TH & WALNUT’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

DESCENDENTS
‘9th & Walnut’-LP
(Epitaph)
8/10


Questo ‘nuovo’ lavoro dei Descendents potrebbe tranquillamente essere una trama da ritorno al futuro: canzoni composte tra il 1977 e il 1980 e mai uscite, le cui registrazioni sono iniziate nel 2002 con la line up originale (Bill Stevenson, Frank Navetta, Tony Lombardo e Milo Aukerman) e poi interrotte con la morte di Navetta nel 2008 per poi essere riprese e completate lo scorso anno. Una gestazione lunghissima che ha però permesso di consegnare alla storia un documento della fase embrionale del gruppo, che veniva dal singolo ‘Ride The Wild/ It’s a Hectic World’ (qui cantati per la prima volta da Milo) e si stava lentamente avvicinando al primo album ‘Milo Goes To College’. L’ascolto di questo lavoro può risultare un po’ strano appunto perchè si tratta di brani vecchi con registrazione moderna e quindi perde un po’ la magia che ci sarebbe stata se fossero state registrazioni d’epoca tirate fuori da un cassetto, ma alla fine come ci si fa a lamentare dei Descendents? Semplicemente non si può. Perciò non ci resta che godersi il disco, che paradossalmente ci dimostra come brani scritti più di 30 anni fa risultano ancora dannatamente freschi e attuali. Ma se si chiude gli occhi e ci si concentra bene si riesce anche a catturare quel suono ancora acerbo che ha messo le basi per quello che poi è diventato il marchio di fabbrica in capolavori come appunto ‘Milo Goes To College’ e il successivo ‘I Don’t Want To Grow Up’, ovvero l’inizio della leggenda. ‘9th & Walnut’ deve essere preso per quello che è, ovvero una documentazione di un’epoca arrivata con una trentina di anni in ritardo, un disco non proprio essenziale ma che allo stesso tempo è fondamentale per ogni fan dei Descendents che si rispetti. Perchè i Descendents o li ami o li ami, non ci sono compromessi ne negazionismi accettabili.
(Michael Simeon)

Submit a Comment