Denim And Leather ‘Sacred Autism’
Review Overview
8.5
8.5DENIM AND LEATHER
‘Sacred Autism’-CD
(Drunken Sailor)
8.5/10
Cosa aspettarsi da una band che prende il nome dal disco dei Saxon ‘Denim And Leather’? Tutto quello che mai vi aspettereste da una band che prende il nome da un disco dei Saxon. ‘Sacred Autism’ è l’album di debutto di una band che sembra tornare all’era d’oro Amphetamine Reptile, con attitudine Black Flag. La traccia d’apertuta è un grido psicotico e agonizzante accompagnato da quelle chitarre che sembrano riportarci indietro nel tempo: Chicago, 1986, ‘Atomizer’ dei Big Black. Ecco, la danza industriale dai ritmi metallici sembra la stessa a cui Steve Albini diede il via. Il disco continua con la medesima attittudine tutta fuzz e distortsioni che vide luce nei brillanti 90s. Una nevrosi punk-hardcore, intrisa di claustrofobiche chitarre noise. A metà album una traccia che lascia i polmoni liberi di respirare e la testa libera di pensare: ‘Ancient Cowboy Burial Ground’ è una ballad blues a metà tra Nick Cave e Slint. Come uno squarcio nel tempo, questo brano immobilizza tutto, per poi tornare, con il resto del disco, a lasciare che le orecchie vengano lacerate da urla nevrotiche, chitarre deformi e ritmi sempre più veloci. ‘Sacred Autism’ si chiude con un pezzo totalmente destrutturato, come un disco rotto che ripete la stessa frase in maniera schizofrenica; come la goccia che non smette di cadere sempre nello stesso identico punto, fino a farti impazzire. Che i Denim and Leather siano un gruppo derivativo poco conta quando l’album di debutto è energia corrosiva dalla prima all’ultima traccia.
(Valentina Vagnoni)
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