Dear Dust ‘Blue’
Review Overview
7
7DEAR DUST
‘Blue’-EP
(Lonely Raven/Noreason/Bab Bab Brain Inc/I Buy/Let’s Goat)
7/10
Lo scorso 7 dicembre, non tanto tempo fa quindi, è stato rilasciato ‘Blue’ il nuovo album dei romani Dear Dust, in collaborazione con Lonely Raven Records, NoReason Rec, Bad Bad Brain inc., I Buy Records e Let’s Goat Rec. Ora: prendendo atto, oggi, della presenza di numerosissime punk rock band, raramente poi si riesce a sceglierne alcune in particolare decretandone una migliore e una peggiore, sono davvero tante e quasi tutte, per fortuna, suonano bene ma i Dear Dust riescono a distinguersi per alcune caratteristiche raramente constatabili in altre compagini: sono o non sono gli Alkaline Trio italiani? Bisogna dirlo: il loro stile è praticamente perfetto, scuro al punto giusto, curato nel dettaglio per ciò che riguarda la scelta grafica dei loro lavori (spesso seguita direttamente dal cantante, Manuel, tatuatore oltre che musicista), ancor meglio per quel che concerne invece la musica, da loro suonata. Reverberi vocali, voce vibrante e cupa, una ritmica profonda e scandita da un rullante squillante, basso compresso e chitarre non troppo distorte. I ragazzi di Roma, ormai insieme dal 2012 sono riusciti ancora una volta a sorprendere con questo nuovo disco, non tanto perché i loro riff di chitarra siano migliori di quelli suonati da altre band del genere, ma piuttosto perché scelti al meglio per interpretare e descrivere lo stile da loro preferito. I riferimenti sono gli stessi del precedente lavoro: Misfits, Bayside, Alkalin Trio. Aggiungerei volentieri anche una band di colleghi più giovani, sempre italiani, dai tratti similari: gli Heartfall. ‘Blue’ si compone di sei brani. Il singolo selezionato per promuovere al meglio il nuovo lavoro è ‘At The End Of The World’ del quale è stato girato anche un video clip molto divertente. ‘White/Kind/Pure’ è invece il pezzo che più colpisce per la costruzione, le melodie struggenti e trascinate e quel pizzico di sonorità moderna in più che non guasta: sarà perché si alternano i più classici tupa-tupa ad altre robe molto fiche suonate benissimo da Marco, il batterista. La lista di concerti di presentazione del disco è ancora lunga, proseguirà fino a Febbraio almeno, quindi, se vi capita andate a vederli suonare: non ve ne pentirete.
(Turi Messineo)
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