Dark Buddha Rising ‘II’
Review Overview
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6DARK BUDDHA RISING
‘II’-EP
(Neurot)
6/10
La Neurot Recordings conferma il sodalizio con i Dark Buddha Rising, pubblicando il nuovo EP ‘II’. Nel 2007 usciva ‘I’ ed oggi, nel 2018, come una sorta di richiamo alle origini, esce il seguito di un disco che, ai tempi, apriva le porte di una realtà musicale che aveva recinti ben definiti intorno alla Finlandia. Oggi come allora ci troviamo davanti ad un rituale; questa volta però è inevitabile notare come i Dark Buddha Rising abbiano trovato, nel tempo, una forma più delineata. La ricerca sonora si spezza in due, da una parte la discesa negli abissi, dall’altra l’ascesi verso la luce. L’Ep è composto infatti da due tracce, per un totale di quasi 30 minuti. Il primo brano ‘Mahathgata I’ è marziale, ossessivo, angoscioso; la voce in lontananza non è altro che un urlo disperato, accompagnato da riff pesanti e atmosfere mortifere. Nel secondo pezzo invece, ‘Mahathgata II’, tutto cambia, come se la disperazione avesse trovato un appiglio di speranza. L’atmosfera si dilata, le chitarre sono riverberate e lente e la batteria trascina un ritmo cadenzato ma non insistente; un gong in sottofondo scandisce l’andamento del rituale che si conclude con la catarsi. Tutto richiama ad una dimensione onirica psichedelica a metà tra incubo e liberazione. Manca però qualcosa: dopo i precedenti capolavori, ‘Inversum’, uscito nel 2015 e prima ancora ‘Darkhmandal’, prodotto dalla Svart Records nel 2013, e dopo il preludio del titolo, che sembrava preannunciare la fine od il continuo di ciò che diede inizio a tutto, le aspettative erano alte. Tutto quello che li aveva caratterizzati fino ad ora era stata un’identità così marcata da permettere di riconoscere il loro sound tra mille. Nonostante questo i Dark Buddha Rising aprono un ulteriore porta verso una scena musicale, quella finlandese, che diventa sempre più grande e sempre più interessante, rimarcando un sigillo disegnato ormai più di una decade fa.
(Valentina Vagnoni)
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