Culture Abuse ‘Good Shit, Bad Shit, Who Gives a Shit?!’
Review Overview
7
7CULTURE ABUSE
‘Good Shit, Bad Shit, Who Gives a Shit?!’-LP
(Epitaph)
7/10
Credo sia la finta eterogeneità di questa raccolta il suo maggior pregio: a dispetto delle sue dimensioni (29 pezzi in un’ora e mezza), tutto può essere ricondotto a tre filoni. Demo e alternative takes suonano tutti più lisergici dei pezzi poi inseriti sui due Lp dei Culture Abuse, le loro versioni live invece suonano tutte più sporche e irruente, “punk” se vogliamo usare un termine facile ed efficace. Poi ci sono le cover e, che sia per le ricorrenti date in Inghilterra o per effettiva ispirazione musicale, c’è un ampio tributo ai classici britannici: Sex Pistols, Buzzcocks e Clash, di cui in particolare i Culture Abuse rifanno anche ‘Police On My Back’ (qui con Zac Carper dei Fidlar), il pezzo con cui aprirono la prima volta che li vidi dal vivo, una scelta incredibilmente perfetta in quella circostanza per la coralità e il coinvolgimento che ottenne. Sul versante statunitense ecco Neil Young, Blaze Foley e una reprise davvero grungy di ‘After Hours’ dei Velvet Underground, che pure mi pare azzeccata nel trasmettere il divertimento con cui David Kelling e compagni giocano con le cose altrui. Non sono granché imparziale nel parlare dei Culture Abuse, li annovero tra le band preferite dell’ultimo decennio e li ho intervistati per Salad Days 39 quindi se riconoscete i pezzi è davvero facile navigare in questa compilation digitale in uscita sul loro Bandcamp a fine mese per 8 dollari, in caso contrario passate prima da
‘Peach’ e ‘Bay Dream’ e vedrete che anche a voi verrà voglia di questa good & bad shit.
(Marco Capelli)
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