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Salad Days Magazine | November 7, 2024

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Cult Leader ‘A Patient Man’

Cult Leader ‘A Patient Man’
Salad Days

Review Overview

7
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7

Rating

CULT LEADER
‘A Patient Man’-LP
(Deathwish)
7/10


A tre anni, anche se sembra sia passata un’eternità, dall’esordio ‘Lightless Walk’, i Cult Leader tornano in gioco con il nuovissimo ‘A Patient Man’, in uscita ancora su Deathwish e affidato alle sapienti mani di Kurt Ballou. Anticipando l’album con l’uscita del singolo ‘To: Achlys’, i Cult Leader provavano già a rendere un’idea piuttosto chiara di ciò che avrebbero trattato nel nuovo lavoro. Un brano lungo, intenso e straziante in odore di post-metal/death-rock che se la gioca su un climax ossessivo, sui generis nel non trovare mai una valvola di sfogo per spiegarsi fino in fondo, profondamente nero, volutamente monco. Un’anima non del tutto inedita per la band ma l’impressione netta è che abbiano voluto accentrare la propria musica verso un’ottica più diluita, dandogli un posto di prestigio rispetto a ‘Lightless Walk’ e completando con ciò l’anima di una band che ha provato a rinascere sotto una nuova veste dopo l’esperienza dei Gaza. Forse una maturazione fisiologica, sta di fatto che ‘A Patient Man’ segue due vie diversissime tra loro. Da un lato ci coccolano per come ci avevano abituato trascinandosi dietro un chaotic hardcore slabbrato, terribile e sporco, riff arruginiti e pericolosi, un’avvolgente malevolenza, deflagrazioni e cambi di rotta, terribili affondi tritacarne, un pizzico di math e scariche di scapaccioni apparentemente sregolati e alla rinfusa. Dall’altro le lunghezze dei brani si fanno mediamente più lunghe, anche nei pattern più duri, ma soprattutto aprono a melodie e clean vocals esplorandone e rasentandone le potenzialità. Chiaramente in medium stat virtus e le prove generali più convincenti sono quelle maggiormente mediate, quelle in cui le due anime, più di quando si manifestano in comparti stagni, riescono a convivere in maniera più articolata. Per certi versi l’album spiazza le aspettative, per altri è una conferma di un marchio di fabbrica funzionante. Di sicuro i Cult Leader il bersaglio lo centrano, resta giusto una piccola riserva su un’identità che deve ancora trovare un posto certo alle tante sfumature.
(Santo Premoli)

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