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Salad Days Magazine | December 22, 2024

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Cowards ‘Rise To Infamy’

Cowards ‘Rise To Infamy’
Salad Days

Review Overview

6.5
6.5
6.5

Rating

COWARDS
‘Rise To Infamy’-LP/CD
(Throat Ruiner)
6.5/10


Negli ultimi 2 anni abbiamo assistito ad una invasione di gruppi che mischiano lo sludge, il doom, l’hardcore, il punk ed il black metal. In alcuni casi i risultati sono stati eccellenti, in altri casi pessimi, in altri casi ancora così così. Ecco, i parigini Cowards si inseriscono in questa terza categoria. Giunti alla loro terza release, i nostri oltre alle consuete influenze di cui sopra, tirano in ballo i gruppi Holy Terror (Catharsis, Integrity, Rot In Hell, All Out War) e pure quelli targati H8000 (Vi ricordate? Questo tipo di suono prendeva il nome dal codice postale dell’area belga di West-Flander con l’aggiunta dell’”H” che sta per “Hate”, da un’idea del fu chitarrista dei Congress, Josh Fury. Da lì sono venuti fuori gruppi come i già citati Congress, i Liar, i Sektor e tanti altri che per un po’ di anni hanno dominato la scena hardcore europea con il loro suono metal edge, che tanto clamore e polemiche suscitò ai tempi). Il risultato risulta di impatto, i suoni sono monumentali, l’atmosfera che creano è plumbea e carica di negatività. La voce è rabbiosa e idrofoba, puro odio riversato sugli ascoltatori. Le chitarre sono pesantissime ma allo stesso tempo suonano vere, senza inutili trucchetti da studio. La sezione ritmica, fondamentale per questo tipo di gruppi, è potentissima e regge il tutto alla perfezione, scandendo i tempi della distruzione sonora. Dopo che mi sono sbrodolato addosso con queste lodi, forse vi starete chiedendo perchè secondo me sono un gruppo “così così”. Semplicemente perchè al quinto pezzo diventano un po’noiosi e prevedibili. Ci sono dei momenti in cui vi ritroverete a “scapocciare” davanti allo stereo, mentre in altri vi sorprenderete a guardare il retro copertina cercando di capire quanti pezzi mancano alla fine. I brani sono tutti abbastanza brevi, il problema è che più o meno ricalcano sempre lo stesso schema. Con questo non voglio dire che sono da buttare, anzi: dico solo che con la mole di gruppi del genere che sono in circolazione, questi francesi rischiano di passare un po’inosservati.
(Marco Pasini)

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