Corrosion Of Conformity ‘IX’
Review Overview
6
6CORROSION OF CONFORMITY
‘IX’-CD
(Candlelight Records)
6/10
Con il ritorno di Mike Dean era inevitabile assistere a una sorta di crisi d’identità per i Corrosion Of Conformity, band che si è creata negli anni quasi un’aurea di leggenda tra i propri colleghi (Metallica in primis) e uno status di guru della scena crossover-metal prima & sludge/stoner poi. ‘IX’ segue più o meno la scia (live e in studio) post reunion del 2012, fase che vede il trio confrontarsi con il nuovo assetto di line-up e l’assenza dello storico leader P.Keenan passato a tempo pieno nei Down. Schiacciati tra le uscite contemporanee di Eyehategod, Mastodon, Crowbar, Down, in una sorta di competizione tutta southern metal i Corrosion Of Conformity rischiano di rimanere buoni ultimi in una ideale classifica ma dobbiamo ammettere che questo ‘IX’, pur non avvicinandosi ai fasti di un ‘Wiseblood’ preso a caso, non manca di spunti interessanti. A conti fatti ci troviamo di fronte ad un solido album di southern metal, con grandi rallentamenti e riffoni molto seventies che perÚ mancano di quel mordente che poteva garantire il carisma di mister Pepper Keenan (Down); venendo a mancare un riff maker di tale portata era lecito aspettarsi la perdita di groove in favore di una attitudine più ‘grezza’ e diretta ed in effetti, come pronosticabile, non mancano episodi prettamente hardcore come ‘Denmark Vesey’ e ‘Tarquinius Superbus’, due brani che riprendono lo stile degli esordi della band del North Carolina e che risultano a conti fatti tra i migliori dell’album. Con una buona dose di mestiere e altrettanta geniunità i Corrosion Of Conformity portano a casa il risultato e pur non proponendo un album che passerà alla storia riescono fare un deciso passo avanti rispetto all’ultimo album autointitolato del 2012.
(Davide Perletti)
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