‘Cocoricò Tapes’ di Francesco Tavella – recensione
Parto una volta in più dal masterpiece di Eric Davidson dei New Bomb Turks: ‘We Never Learn: The Gunk Punk Undergut, 1988-2001’.
Il libro del leader della seminale garage/punk band di Columbus, Ohio, racconta le vicende di quel movimento cercando di spiegare (grazie alle voci dei protagonisti) il motivo per cui alla fine quel genere… quel modo quella sottocultura nonostante tutti i (buoni, secondo me) fondamentali (rabbia, melodia, l’essere cheap, ma nello stesso tempo arty etc. etc.) non abbia “sfondato” o meglio non abbia SEGNATO le generazioni successive. A mio modo di vedere si riduce tutto ad una parola. SPOCCHIA. L’idea di essere superiori. L’idea di essere diversi, ma in MEGLIO. L’idea di NON mischiarsi con l’ALTRO… di non contaminarsi con un ALTRO genere, con un’ALTRA disciplina, il tutto in nome di non so quale idea di integrità e di purezza etc. etc. Quante volte ho sentito amici dire: “non ho mai visto gli Anthrax con Joey Belladonna alla voce perché le dinamiche del tempo mi imponevano di andare a vedere concerti SOLO nei centri sociali”. E CAZZO, stiamo parlando di Anthrax, di Slayer, di Motorhead, gente che alla musica (o comunque alla mia generazione) ha dato molto più che i Randagi, gruppo valido, ok?… ma CAZZO. La stessa SPOCCHIA. La stessa idea di essere superiori, diversi… in MEGLIO. Tutta questa supponenza la mia generazione born in the ‘70ies quella prima dell’hc “cattivo” anni ‘80, ma anche, noto (con grande preoccupazione), i punk rock kids di oggi… dicevo tutta questa puzza sotto il naso ha avuto / ha / e purtroppo mi sembra avrà come principale bersaglio la musica disco (o l’elettronica… o genericamente chi non suona uno strumento). Basta Wikipedia per capire che si tratta del più grosso equivoco del ‘900. La disco (nelle sue varie espressioni) era / è / e penso sarà ERE avanti rispetto a qualsiasi altra sottocultura in ambito di ROTTURA, in ambito di INCLUSIONE, in ambito di DIRITTI e di CULTURA. Non vi basta Wikipedia? Allora vi consiglio il documentario di Tavella. Quando io vedo Dj Cirillo che suona i suoi due piatti in mezzo al pubblico del Cocoricò… mi vengono in mente gli Agnostic Front che cantano ‘Crucified’ al CBGB’s. Appartenenza. Divertimento. Trasporto. Fanculo al mondo là fuori…. ma con QUELLA cosa in più. Il pubblico del CBGB’s era bianco e maschio. Quello del Cocoricò era arcobaleno. PUNTO. Anzi. Due appunti, due. Uno formale. Uno di concetto, quindi non necessariamente da imputare a Tavella. Formale. La prossima volta qualche sottotitolo in più non guasta. Il lavoro di “who is who” che dobbiamo fare durante (o dopo) il film non aiuta, mai, gli “stettici”. Di concetto. E qui si torna al ‘We Never Learn…’ di cui sopra. Innegabile che Loris Riccardi (direttore artistico del Cocoricò nella sua Golden Age) abbia segnato la storia del clubbing italiano (e non), innegabile che Indigesti e compagnia bella abbiamo segnato le vicende dell’hc italiano (e non). Però BASTA con ‘sta storia de “unico”, “irripetibile”. Basta con: “quello che abbiamo fatto noi non lo potrà fare nessuno”… “unico… irripetibile”. Per favore BASTA. Ci sono ventenni che nonostante tutto ‘sto mattone sopra stanno facendo cose PAZZESCHE. In ambito dance (vedi TommyBoy con Disco Stupenda), in ambito HC (vedi T28… il nuovo Virus?… ma anche Venezia HC… cazzo… piuttosto che i Narkan… che ne hanno meno di 20!) BASTA. Dimenticavo. Se mi vedrete scrivere “unico e irripetibile”, ABBATTETEMI!
(fmazza1972)
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