Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Salad Days Magazine | November 21, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

CIGAR ‘THE VISITOR’

CIGAR ‘THE VISITOR’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

CIGAR
‘The Visitor’
(Fat Wreck Chords)
8/10


I Cigar sono sempre stati una sorta di anomalia nel panorama punk statunitense. Attivi nella seconda metà degli anni’90 riescono ad entrare nelle grazie di Fletcher dei Pennywise che produce il loro unico (almeno fino ad ora) album ‘Speed Is Relative’ che uscirà nel 1998 per Theologian Records (da cui sono usciti Pennywise e 98 Mute per citarne un paio). Poi qualche comparsata in compilation varie e uno scioglimento passato in sordina. Come spesso succede la fama arriva quando il gruppo non c’è più e il loro unico album assume uno status semi leggendario nella comunità skate punk mondiale andando a raggiungere nel gotha gruppi “minori” come Adhesive e Craig’s Brother. Strade che si separano, il batterista Jon Sortland che finisce a suonare con The Shins e Broken Bells. Poi qualche sporadica reunion e un tour europeo prima della pandemia. E ora, con notevole sorpresa un po’ per tutti, rieccoli con un nuovo album fresco fresco nientedimeno che su Fat Wreck Chords. Una scelta inaspettata ma Fat Mike è un vecchio volpone che la vede sempre lunga, quindi non ci resta che metterci all’ascolto. ‘The Visitor’ è tutto quello che ci si può aspettare da un gruppo come i Cigar, ovvero una bordata di skate punk tirato in tutta la sua essenza che con uno schiaffo alla Bud Spencer ti spedisce alla golden era del genere. Puoi sentirci certi Pennywise, i Ten Foot Pole con Scott alla voce e perfino qualcosa di certi Guttermouth, ma la verità è che i Cigar hanno un loro stile ben definito, come se non fossero passati 23 anni tra i due lavori, che pigia bene sull’acceleratore mischiando velocità e melodie killer, senza disdegnare trame ritmiche più tecniche, senza scadere nelle sonorità di gruppi stile This Is A Standoff e soci. Se volete farvi un’idea del disco ascoltatevi i due singoli ‘We Used To’ e ‘Legacy Of The 7 Piles’ ma sappiate che tutto l’album fila via dritto che è un piacere e ti fa venire voglia di riascoltarlo subito di nuovo. Un album sicuramente inaspettato, ma un album di cui avevamo bisogno per non dimenticarci della vera essenza dello skate punk. Da avere assolutamente.
(Michael Simeon)

766412

Submit a Comment