Ciementificio interview
CIEMENTIFICIO INTERVIEW
Sta riscuotendo un incredibile successo questo combo pescarese, nato quasi per gioco e cresciuto nell’idiozia più totale. Ma non sull’aspetto sonoro: infatti i Ciementificio non hanno nulla da invidiare a nessuno in fatto di thrash metal, genere che i nostri conoscono e divulgano al prossimo con una passione genuina. In concomitanza con la pubblicazione di ‘Marcia Marcia’ incontriamo il chitarrista Tizzi, autore di una delle interviste più divertenti pubblicate in questo 2012. Leggere per credere.
SD: Cosa spinge un gruppo di baldi metallari a mettere in piedi un progetto come il vostro?
C: Cementificio sarebbe stato in assoluto il nome più “metal” che una band abbia mai avuto, se solo al nostro primo concerto il promoter non avesse deciso – proprio quella sera – di litigare per sempre con l’italiano: siamo rimasti così con una “i” di troppo che testimonia la nostra inadeguatezza, come un falco a metà, come Grignani.
SD: Lo humour è il piatto forte del vostro progetto. C’è un gruppo che vi ha in qualche modo influenzato in tal senso?
C: Nostro cugino Tom Araya ci accompagnava al parco da piccoli per vedere gli Offspring nelle giornate di pioggia, mentre Andrea e Giuliano incontravano Licia per caso. Lui rideva a crepapelle e noi dovevamo fare lo stesso se, nel tardo pomeriggio, volevamo mangiare il gelato dalla bella del paese, Belladonna. Questo giusto per farti ricredere sul nostro humour!
SD: Musicalmente il thrash regna sovrano nei vostri cuori. Rispetto all’esordio in cosa pensate di esservi evoluti sul piano del sound?
Sostanzialmente in tutto! ‘Rosso Sangue, Bianco Ossa’ era nato come un semplice sfogo, quindi già solo aver registrato il nuovo disco evitando di spendere più soldi in birra che in produzione ci ha permesso di evolverci in una nuova specie di “cementotti”. In realtà, lo spirito è rimasto lo stesso, abbiamo solo cercato di provarci un po’ meglio.
SD: Come nasce un vostro brano?
C: Sempre dal titolo! Normalmente trascorriamo settimane intere negli eremi marsicani, cercando di percepire le voci mistiche dei trenta danari che ululano cantilene assordanti in linguaggi muti e babilo-francesi. Setacciando fra questi suoni informi attendiamo ore pensose nella speranza di comprendere il disegno divino, affrontando la fame, la tempesta, la terremoto e la “tragedia”. Solo ad un passo dalla follia un piccolo uccello a forma di fagiuolo viene nella caverna portandoci un messaggio da parte di tutta la foresta: “Tornatevene a casa!”. Il titolo uscirà fuori sulla via del ritorno durante una succulenta merenda all’autogrill!
SD: Quali band hanno influenzato la stesura di questo nuovo lavoro?
C: Non facciamo nomi per non offendere gli “influenzanti”! Anche perché sono sempre gli stessi… Il thrash metal, ecumenicamente inteso!
SD: Quando ho letto i testi ho sorriso parecchie volte lo ammetto. Riuscite ancor oggi a distanza di anni dal vostro debutto a sorprendervi di ciò che riuscite a scrivere?
C: Ci facciamo sempre un sacco di risate perché i nostri pezzi nascono dall’incoscienza più totale, tiriamo la pietra e nascondiamo la mano, quindi è sempre un po’ una sorpresa ripassare le scemenze di cui ci siamo resi autori.
SD: Il fatto di porvi in maniera tutt’altro che “defenders of the faith” vi ha mai messo al centro di critiche da parte di altre band?
C: Finora mai. Siamo innocui e palesemente dei deficienti…
SD: Quanti sacrifici personali stanno dietro all’uscita di ‘Marcia Marcia’?
C: L’autostima prima di tutto! Se il mio primo maestro di chitarra sapesse che ho suonato su un pezzo di nome ‘Il Faraone Riccone’ mi denuncerebbe.
SD: Cosa deve avere un brano dei Ciementificio per essere ok al vostro giudizio?
C: È una questione di odori: la mela, quando è marcia, fa’ i vermi!
SD: ‘Tronista Sei Il Primo Della Lista’ a cosa dobbiamo questo rancore nei confronti dei varietà televisivi? Un provino andato male di qualche vostro componente?!
C: Ahahahah! Ti rubo l’idea per il prossimo album! Tornando ai tronisti le nostre posizioni si stanno facendo più moderate. Giacchetti – il nostro bassista nonché ultimo arrivato e quindi necessariamente teorico del gruppo – sta ultimando una proposta per la Commissione Europea che intende trasformare l’edificio dove vivono tutti i tronisti in un parco giochi a tema Richard Ginori. Vediamo un futuro in cui tutte le competenze globali in fatto di cessi verranno riunite in un solo luogo di produzione culturale porcellana.
SD: Quanto tempo avete impiegato a mettere insieme il disco?
C: Secoli e secoli e secondi. Fra scrittura e registrazione circa un anno e mezzo ma con tante pause merenda.
SD: Il miglior complimento e la peggior cosa letta o sentita su di voi?
C: Miglior complimento? Ultimamente ho letto che fra 10 anni – se ci va bene – faremo ancora ridere (rileggendolo forse non era un complimento…). La peggior cosa è stata senz’altro essere stati accostati agli Slayer: come vi permettete di citare Kerry King invano?!?!?!
SD: In fatto di thrash sapete il fatto vostro. Avete qualche side-project oltre ai Ciementificio?
C: Li avevamo ma attualmente la nostra credibilità sembra ormai compromessa.
SD: L’Italia e il metal: quanto è difficile per una band come la vostra organizzare show?
C: Se sei pigro come noi tantissimo! Finora sappiamo poco del mondo fuori dall’Abruzzo, dove è tutto bello e sorridente. Una volta raggiunto il Rubicone ti saprò dire di più.
SD: Qual è l’ascoltatore tipo dei Ciementificio?
C: La deficienza è un concetto trasversale.
SD: Cosa ascoltate in questo periodo?
C: Steel Panther, Meshuggah, Soulfly e ‘Gangnam Style’ di PSY (poi ovviamente l’ultimo dei Dead Can Dance ma non ditelo agli altri della band altrimenti mi sputano).
SD: 2013: cosa bolle in pentola in casa Ciementificio?
C: Cemento in ogni dove, ogni casa e tivvù. Dopo il digitale terrestre ci siamo noi, quindi preparatevi perché volenti o nolenghi prima o poi verrete cementificati anche voi.
SD: Un saluto ai nostri lettori?
C: Caro amico lettore, grazie della pazienza. Non siamo cattivi, è solo che ci disegnano così. Noi ti pensiamo tantissimo. Ti pensiamo talmente tanto che fino al 19 dicembre potrai persino scaricare gratuitamente quel gran pezzo di gnocca del nostro nuovo album direttamente dal nostro sito www.ciementificio.com. Questo lo facciamo perché Tu per noi non sei solo una botta e via, noi ti amiamo veramente, come amiamo Salad Days per lo spazio che ci ha concesso, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Ti alleghiamo il più focoso degli abbracci. Tuoi per sempre, Ciementificio!
Ciementificio I Myspace
www.ciementificio.com
(Txt By Arturo Lopez x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
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