CHUCK RAGAN ‘LOVE AND LORE’
Review Overview
7
7CHUCK RAGAN
‘Love And Lore’-CD/LP
(Rise)
7/10
Chuck Ragan? E che gli vuoi dire? Bravo anzi bravissimo, benvoluto, dotato di un vocione roco e potente che neanche il Boss nei suoi giorni migliori… figura centrale per la nascita di quel genere a meta’ tra punk, folk e rock americano che prima in modo più virulento con gli Hot Water Music e poi calcando un po’ meno la mano da solista ha contribuito a creare e di cui è considerato uno dei “padri”. Addirittura con il Revival Tour lanciò un festival itinerante del genere coinvolgendo i suoi maggiori protagonisti (Brian Fallon, Laura Jane Grace, Frank Turner, Tim Berry, etc. etc.). Dischi su dischi, concerti su concerti e anche libri che gli hanno permesso di raggiungere il cuore di molti appassionati ed un indubbio status di “cult artist”. Ma… c’è sempre un ma dietro l’angolo e personalmente, pur essendo decisamente my cup of tea, devo ammettere che di Chuck non mi ci sono mai innamorato… ho un paio di dischi suoi e l’ho sempre seguito alla distanza con affetto ma da parte mia non è mai scattata la scintilla. Ho diversi amici che sono suoi devoti appassionati e negli anni hanno provato a convertirmi ma nada, si sa quando si parla di musica tutto diventa molto soggettivo… queste sono le doverose premesse con cui mi accingo all’ascolto del nuovo album del nostro dopo “gentile” richiesta del Riga. E questa volta com’è andata? Ammetto subito che anche in questo caso il colpo di fulmine non c’è stato. Intendiamoci non è un brutto disco, anzi… è un album intriso di quella malinconia dolceamara che solo la provincia americana sa trasmettere (soprattutto a noi europei che amiamo immaginarla così). E’ una raccolta di canzoni dal suono caldo su cui svetta la voce vissuta del nostro, ormai cinquantenne. Le dodici tracce sono equamente divise tra episodi leggermente più mossi, diciamo r’n'r cantautoriale con una spruzzata di country/folk e la giusta dose di ruvidezza (‘Wild In Our Ways’, ‘Hanging On’) e ballad intrise di quella struggente tristezza di cui parlavamo qualche riga fa (‘Winter’ su tutte). Il tutto condito dal giusto sound, molto ben calibrato e sicuramente meno aggressivo che in altri episodi della sua discografia. Tirando le somme e arrivato alla fine del terzo ascolto (e della recensione) mi sento comunque di consigliare questo ‘Love And Lore’. Sia per la stima verso il barbuto cantautore, sia per la consapevolezza (vedi sopra) che la nostra reazione a un disco o a una canzone è davvero troppo soggettiva e se Chuck anche stavolta non mi ha convinto fino in fondo non è detto che non ci riesca con voi!
(Massilanciasassi)
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