Ceremony ‘The L-Shaped Man’
Review Overview
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5CEREMONY
‘The L-Shaped Man’–CD
(Matador)
5/10
È incredibile quanto si possa invecchiare in nove anni; c’è chi sembra quasi immune al passare del tempo, e chi invece si sgretola letteralmente. C’è chi, avendo superato abbondantemente i trent’anni ha una band, frequenta i concerti, esce con lo skate sotto braccio, si appassiona alle nuove uscite hc proprio come durante il liceo, mentre vede scorrere su Facebook le impietose immagini di ex compagni di scuola perennemente sorridenti durante un’infinita cena, con i colleghi, con la moglie, con i figli, col maglioncino, col parrucchino. Nel 2006 i Ceremony furono una bella sorpresa in ambito hardcore grazie al furioso ‘Violence Violence’, ed oggi, nove anni dopo, sono un gruppo di superadulti laureati e sistemati a cena con le rispettive famigliole. Il loro stile non è solo cambiato, semplicemente non c’entra proprio niente con quello dei Ceremony degli anni Zero. Già col precedente ‘Zoo’ (2012), primo album della band per l’etichetta Matador, i fan rimasero spiazzati, ma oggi con ‘L-Shaped Man’ si troveranno proprio in fuori gioco. L’album è distante anni luce da un qualsiasi elemento hardcore, vicino invece ad un sound dark, ambient, post-punk che ricorda Nick Cave o gruppi come Joy Division, New Order e Bauhaus. Undici canzoni pulite, melodiche, drammatiche, dal sapore vintage, che trovano collegamento col passato solo nei testi. In sé ‘L-Shaped Man’ è musicalmente un buon album all’interno del proprio genere, ma sicuramente sarebbe stato più apprezzabile se la band lo avesse prodotto sotto un altro nome, perché, dovendolo considerare un tassello della loro storia, rimanda una decadenza quasi insopportabile in relazione all’allontanamento totale dalla rabbia adolescenziale ed alla pretesa di diventare raffinati rinnegando di fatto il passato. Questi aspetti sono di gran lunga più rilevanti e da sottoporre a giudizio rispetto alla qualità del disco in sé. La differenza fra maturare e invecchiare si rende evidente grazie all’esempio dei Ceremony, che chiaramente non hanno saputo far crescere il progetto hc, diventando qualcos’altro per paura di ripetersi o per l’incapacità di non farlo. La situazione in cui la propria fidanzata si stufa degli atteggiamenti “infantili”, degli abiti non consoni all’ambiente sociale al quale ambire, alla posizione di prestigio da guadagnare… Ecco in quale tranello sono caduti i Ceremony, band di gran moda fra gli pseudo intellettuali della musica citazionista, ma che non potrà mai far pace con chi si sente giustamente tradito ed rinnegato.
(Francesco Banci)
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questo disco fa cacare
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