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Salad Days Magazine | November 22, 2024

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Reviews

Stone Island presents Milano @ Fabrique, Milano – recap

November 12, 2021 |

Evento “as part of the Stone Island Sound” e “curated by C2C”: quindi “bomba”.
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Earth Day > Element feat. Fernando Elvira

April 22, 2021 |

Earth revolution! Giving back power to the planet, Element Earth Revolution kicks off on Earth Day, April 22nd…
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Mother: in anteprima il disco ‘Love Vision’

March 25, 2019 |

Washington, 21 giugno 1985.

Una manifestazione davanti all’ambasciata sudafricana per protestare contro l’apartheid, fortemente sostenuta dalle personalità che gravitavano attorno alla Dischord House, culmina nello storico concerto dei Rites Of Spring al Club 9:30, dando vita a quella che viene comunemente definita “Revolution Summer”, un punto di rottura con le istanze hardcore del passato, che in quegli anni stava diventando sempre più macho e sessista, ispirando il filone emocore di fine anni’80. Non a caso Tomas Squip dei Beefater definì la nuova scena la “realtà del cuore”, in contrapposizione alla “realtà della violenza” che caratterizzava invece la scena skinhead.

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Questa introduzione è quanto mai doverosa per riuscire a comprendere l’intento dei Mother, giovanissima formazione veneta attiva dalla primavera del 2017. “Love Vision” è infatti un tributo alle istanze di cambiamento portate avanti da band come Embrace, One Last Wish e Dag Nasty. Ma non solo: il disco sembra una di quelle fotografie scattate con quelle macchine che permettono di mandare indietro la pellicola e scattarci sopra più e più volte, stratificando ricordi, percezioni, pensieri e influenze che abbracciano generi diversi. Nel sottosuono dei brani si percepisce infatti il lamento rumoroso dallo sguardo incerto dei Dinousaur Jr, l’impatto emotivo del grunge-rock più sognante degli Smashing Pumpkins, la rabbia dei Turning Point, l’inquietudine di band come Alice in Chains e Sunny Day Real Estate.

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I Mother riescono nell’impresa di mescolare l’alternative rock degli anni’90 con il post-hardcore degli anni’80, affrontando temi come la distanza emotiva tra gli esseri umani, la morte, l’autocoscienza, la resilienza. ‘Colorless Boy’, ad esempio, sembra un pezzo degli Scream suonato con la delicatezza dei Mad Season ed è proprio questo alternarsi di chiaro-scuri a rendere il sound della band decisamente originale. Il risultato è un disco di 19 minuti sincero, diretto e immediato, nel quale sono contenute piccole gemme luminose come il primo cielo sereno in Primavera. Un esempio è ‘Keepsake’, brano di chiusura del disco, perfetto sunto del Seattle Sound grazie anche alla presenza della voce sensibile ed espressiva di Giorgia Zabeo, sostenuta dai contributi di Samall Ali degli Slander e di Michael Simeon dei Misery For A Living. Simon Reynolds parlerebbe di “Retromania” per sottolineare l’impossibilità di liberarci di quegli spettri del passato che continuano ad influenzare le istanze culturali della nostra epoca. I Mother sono semplicemente i figli di quegli anni’90 dai quali non riusciamo a staccarci, nonostante sia un’epoca che abbiamo vissuto solo parzialmente ma che, allo stesso tempo, ci abbraccia come una Madre dal quale abbiamo ereditato la malinconia di Cobain e i colori della pop culture, entrata nelle nostre case grazie a MTV. ‘Love Vision’ ha tutte le caratteristiche per essere uno dei dischi dell’anno. Premi “play” e ascoltalo.

Bay Fest 2018 @ Bellaria Igea Marina, (Rn) – recap

August 30, 2018 |

Da qualche anno è impossibile associare il ferragosto in Romagna alle discoteche o alle spiagge per famiglie, l’edizione 2018 del Bay Fest torna a portare il punk rock esattamente dovrebbe stare d’estate: di fronte al mare.

Fregandocene della scaramanzia possiamo dire che il Bay Fest è un festival affermato ed una costante dell’estate, elevato al pari di tanti molti altri simili eventi europei. Il vero plus è che i concerti iniziano di tardo pomeriggio dando la possibilità di godersi la giornata tra mare e relax o skateando la rampa all’ingresso, il tutto coronato da banchetti di dischi ed altre produzioni, con afterparty in spiaggia fino a tarda notte. Un altro punto forte del festival è lo spazio concesso alle band italiane, dai nomi più conosciuti ad altri emergenti. I Why Everyone Left hanno il compito di aprire non solo la prima giornata ma l’intero fest, segue il punk rock classico dei Duracel e quello virato verso il garage dei Forty Winks, la parentesi italiana del primo giorno si chiude poi con i Beer Bong.

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La parte internazionale vede per primi i Lillingtons con l’ultima delle loro date italiane, poi in sequenza due gruppi che già abbiamo visto passare nel nostro paese non troppo tempo fa: Mad Caddies e Lagwagon. Non importa quante volte siano da queste parti, riescono a far ballare e pogare il pubblico del festival che, una volta chiusi i cancelli della prima giornata, attraversa la strada per l’afterparty in spiaggia.

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Il secondo giorno inizia con Totale Apatia e Inarrestabili, poi Second Youth e Booze And Glory ed infine Agnostic Front e Dropkick Murphis. Da segnalare con questi ultimi dei mal gestiti episodi di violenza avvenuti sotto al palco, i gruppi non sono sicuramente nuovi ad episodi di questo tipo e potevano essere forse previsti e arginati.

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Il giorno di chiusura parte con gli Edward In Venice e si stoppa poco dopo l’inizio dei Senza Benza per un temporale, salta il set dei Nothington che viene recuperato successivamente in acustico al boot American Socks. Una volta che la situazione meteorologica ritorna normale si riparte coi Millencolin, che purtroppo subiscono un taglio di scaletta a causa di ritardi e di gravi inconvenienti tecnici che li costringono ad improvvisare qualche canzone acustica. Il tutto si ristabilisce per i Bad Religion, abbiamo visto anche loro qualche settimana fa a Milano ma di sicuro fa piacere riascoltare ‘Suffer’ suonato per intero. Chiusura con i Suicidal Tendencies che riescono a mantenere alto lo spirito di questa giornata nonostante gli acquazzoni, chiusura con invasione di palco e tutti felici verso l’ultimo afterparty in spiaggia. In conclusione il Bayfest è uno di quei festival che non puoi giudicare se non ci sei stato, se i numeri e le presenze crescono ogni anno un motivo ci sarà: rifletti bene su dove passare il tuo ferragosto il prossimo anno.

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(Txt Marco Mantegazza & pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Bones @ Magazzini Generali, Milano – recap

February 20, 2018 | 1

Reduce dal release party dei Futbolín, il sabato è dedicato ad una cosetta tenuta nascosta nel cassetto dal dicembre scorso: Bones.

Lo seguo dal 2012 circa, quindi il suo passaggio in Italia grazie ad uno European Tour (DeadBoy Tour) con due date (Milano e Roma, ma poi la Capitale eliminata per non si sa quale preciso motivo) è stata come una folgorazione per me. A chi non dicesse nulla il nome, Bones, all’anagrafe Elmo O’Connor, è uno dei rapper più prolifici di questi tempi e lontano dai canoni del rapper moderno. Nato in California, poi trasferitosi in Michigan e poi di nuovo nel Golden State col collettivo Team Sesh col compagno Xavier Wulf. Se pensate ad un rapper, vi verrà in mente una persona ben precisa con o collane, o treccine colorate, o grillz, o pellicce, o Cortez, o Gucci, ecc., senza che una escluda l’altra… ma sto solo mettendo alcune cose tra le più comuni. Bones non è nessuna di quelle. Magrissimo, capelli lunghi, bianco cadaverico, maglia basic o camicione a quadri oversize, camminate quasi claudicanti e scattose. Non esattamente il modello del giorno, ma il king dell’underground. Precursore forse anche dell’ondata di emo rap che con Lil Peep ha trovato fortuna e inserito anche nell’insieme del cloud rap e del lo-fi, numerose collaborazioni con artisti quali A$AP Rocky e Riff Raff. L’orario indica le 19, forse eccessivamente presto per i miei canoni, ma decido di raggiungere i Magazzini Generali per non trovarmi impreparato. Conscio già di non poter chiacchierare con lui (“no interview, no photo”), alle 19.30 il posto comincia a popolarsi pian piano. Per ora saremo un centinaio di persone. Io i quindici anni li ho passati da un pezzo, e sono l’unico sulla trentina. Per fortuna arriva un papà sulla cinquantina ad accompagnare il figlio, il che mitiga il mio spleen. Devo dire sarebbe già un successo così, perché Bones pensavo di conoscerlo solo io e qualche mio amico. In sottofondo passano anche un pezzo che ha più anni della maggior parte dei partecipanti: ‘Break Stuff’ dei Limp Bizkit, ahah! Poi il resto è tutto trap e vari, e i ragazzini si fomentano ben bene. Sono le 20 e in un attimo sono circondato da circa trecento persone. Sparano un po’ di fumo dalle macchine per creare atmosfera ed ecco entrare in scena il DeadBoy. Folla in visibilio, mai vista una cosa del genere. Visual zero, solo uno schermo senza segnale con scrittona Magazzini Generali, il fratello e manager Elliot O’Connor in cabina di regia e voce di supporto, un fotografo a seguire tutto. Bones canta e si dimena sul palco, pescando tra la sua sconfinata discografia: ‘Oxygen’, ‘DeadBoy’, ‘TimTheToolmanTaylor’, ’281-330- 8004′ e avanti così, anche la sua parte su ‘Canal St.’ di A$AP. Si forma anche un circle pit e all’inizio della strofa esplode tutto per la gioia di Bones e dei partecipanti. Una, due, tre, quattro volte. C’è poco da fare, qua si divertono tutti. Elliot fa scegliere per acclamazione tra questo o quel pezzo, creando coinvolgimento massimo. Dopo un’ora e mezza, e Bones che più volte ringrazia il pubblico per l’energia che ci sta mettendo, dichiara che nemmeno lui se l’aspettava e che ritornerà col suo compagno Xavier Wulf molto presto. È quello che mi auguro.
(Fabrizio De Guidi, @fabriziodeguidi)

Tigercub ‘Evolve Or Die’

August 17, 2017 |

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‘Evolve Or Die’-EP
(Alcopop!)
7/10

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Slayer @ Alcatraz, Milano – recap

June 14, 2017 |

Non contenti di aver visto Araya e soci esattamente sette giorni prima nel gigante contesto del Primavera Festival di Barcellona, ritorniamo a vedere gli Slayer all’immancabile appuntamento italiano.

Lasciando indietro le solite polemiche da social sul fatto che non vadano più visti in questa formazione (d’altronde cosa facciamo, uno lo riesumiamo e l’altro lo portiamo indietro a calci in culo?), lo schieramento è ormai solido e rodato. Si divertono visibilmente, sicuramente presi meglio che nella data di Barcellona, con dei suoni fatti come si deve e uno show che, seppur tralasci tutto il fardello di croci rovesciate in movimento ed ambientazione varia che si erano portati appresso l’ultima volta nella stessa location, rimane diretto e senza fronzoli e lascia spazio ad una scaletta che va a rastrellare per la maggior parte dalla prima decade della loro storia, con grande maggioranza da ‘Seasons In The Abyss’, qualche chicca tipo ‘Chemical Warfare’ ed ovviamente portandosi dietro qualcosa del recente ‘Repentless’ come la ormai classica apertura con ‘Delusions Of Saviour’ messa in base per accompagnare l’entrata della band con l’omonima dell’ultimo disco. Di sicuro meno gente rispetto all’ultima volta che si son presentati all’Alcatraz di Milano, ma la cosa più bella è stata sicuramente il ricambio generazionale che si sta facendo notare, con intere famiglie con figli al seguito che tendono ad abbassare l’etа media, altrimenti irrimediabilmente alta, dei presenti.

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(Txt Marco Mantegazza – Pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Dune Rats @ Morel, Lugano (CH) – recap

May 15, 2017 |

Una delle più grandi truffe del rock’n’roll viste ultimamente, e una delle più riuscite.

L’interesse per questa band è cresciuto esponenzialmente dopo aver visto il loro ultimo video ‘Braindead’, che praticamente raccoglie tutto quello che una band australiana dovrebbe fare: fregarsene di suonare bene, skateare, drogarsi, pensare più a divertirsi che al futuro.

Non è tanto l’affrontare quattro o più ore di strada per tornare dal Venezia Hardcore Fest e dirigerci direttamente al locale a Lugano, quanto il fatto che poche ore prima del concerto ci sorgono seri dubbi se effettivamente questo si terrà e soprattutto dove: la location segnata sull’account Bandsintown dei Dune Rats non sembra esistere e non troviamo un evento Facebook relativo alla serata. Dopo aver mosso un po’ di richieste riusciamo a carpire tutte le info, veniamo a scoprire in seguito che gli organizzatori han tentato di virare verso il “secret show pubblico”. La location è una figata, ex carrozzeria luganese in faccia al lago, si suona dove prima probabilmente c’era la reception, magari una volta la gente ci firmava fatture e ora siamo a vedere una crew di australiani ubriachi in pantaloncini e capelli lunghi. Si perché le bands son due, in apertura The Gooch Palms, amiconi dei Dune Rats con i quali condividono, oltre allo stile musicale, la stessa passione per lo sfasciarsi prima di suonare.

Ma alla gente non sembra importare molto l’effetto finale delle canzoni, la serata è impostata più sul party che sul concerto quindi va bene cosi. Va talmente bene che durante il set dei Dune Rats si vedono stage diving in spazi claustrofobici (se alzo una mano tocco tranquillamente il soffitto senza stendere il braccio), beer bong offerti dal chitarrista Danny con birra versata dentro la scarpa di un malcapitato del pubblico e bevuta sempre da li, un paio pause leggermente lunghe tra un pezzo e l’altro per permettere al batterista Brett di vomitare nel secchiello che si era appositamente portato di fianco alla batteria. Cantando di droghe, bevute, party, ragazze, trip mentali questi ragazzi australiani stanno portando il loro divertentissimo garage punk letteralmente in giro per il mondo, acquisendo una fanbase sempre più forte ed affezionata, soprattutto grazie a situazioni come queste.

(Txt Marco Mantegazza x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

The Sword @ Legend Club, Milano – recap

September 15, 2015 |

Serata da segnare sul calendario per gli amanti dell’heavy stoner, con il passaggio in Italia nella loro unica data di una band che da ormai un decennio fa da capitano in questo sottogenere, i texani The Sword.
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Evemaster ‘III’

August 11, 2015 |

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‘III’-CD
(The Goatmancer)
6/10

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Sound Vito 2015 – recap

June 16, 2015 |

Come da una decina di anni a questa parte, nella piccola frazione di San Vito di Legnago (VR) si tiene Sound Vito, un festival musicale…
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Stick To Your Guns + Deez Nuts + Trash Talk + Being As An Ocean @ Live Forum, Assago (MI) – recap

June 14, 2015 |

Una serata per amanti dell’hardcore punk in varie salse quella al Live Forum di Assago (MI). Si parte relativamente presto, apertura cancelli alle 8 con i Being As An Ocean che attaccano a suonare alle 8.30 davanti a quella fetta di pubblico che si trovava sul posto ancora prima dell’apertura, impaziente di cantare assieme a Joel Quartuccio e soci. Una scaletta relativamente breve, con pezzi tratti da entrambi i dischi, pezzi emozionali e pieni di passione che la band trasmette ai presenti. Successivamente salgono sul palco i Trash Talk, si sa che i quattro californiani non amano le transenne quindi come prima cosa il frontman Lee Spielman le supera e rimane per tutto il concerto in mezzo al pubblico. Forse per gli ascoltatori l’assenza di melodie o ritornelli catchy era fuori target, ma anche con qualche perplesso lo show è puro inferno e si conclude con Lee che incide col microfono il logo della band sui muri del Live Forum. Si ritorna ad un hardcore più moderno con gli Stick To Your Guns che prendono il palco, i cinque capitanati da Jesse Barnett eseguono una selezione di brani tratti dai loro dischi su Sumerian Records, e non perdono occasione tra un pezzo e l’altro di rimarcare le stesse tematiche che usano nei brani come il libero pensiero, la volontà personale, il brainwash dei media e dei potenti. La serata si conclude con il rap metalcore dei Deez Nuts: la doppia coppia Melbourne / NYC tira fuori tutto il meglio degli ultimi quattro dischi, sui quali il pubblico può scatenarsi accalcandosi sulle e cantare assieme a JJ Peters e soci (chissà se mentre urlano i cori più famosi si ricordano che son stati presi in prestito ai vari Black Moon, Dr. Dre, Wu Tang Clan…). In definitiva una serata con le bands che han fatto appieno il loro dovere, portando uno show potente e di qualità, l’affluenza del pubblico è stata buona anche se in realtà per un evento simile ci si poteva aspettare una vera calca, non lasciateveli sfuggire la prossima volta che passano in Italia.

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(Txt by Marco Mantegazza; Pics by Arianna Carotta)

Thee Oh Sees @ Interzona, Verona – recap

June 12, 2015 |

Avere già le idee chiare prima di uscire di casa, a volte, è fondamentale per la riuscita della serata. Non che Verona offra sempre miriadi di eventi lo stesso giorno, ma per più di qualcuno lo scorso venerdì poteva essere quantomeno subdolo.
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Deathwish Fest Ginevra @ L’Usine 2/6/2015

June 7, 2015 |

L’approdo del Deathwish Fest in Europa non prevedeva purtroppo tappe italiane, e calcoli alla mano la data più appetibile per vedere all’opera il meglio del roster della label americana si è rivelata quella del 2 Giugno in terra Svizzera.
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