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Salad Days Magazine | December 22, 2024

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Catania Tattoo Convention 2024 – recap

November 19, 2024 |

Il Palaghiaccio di Catania è pronto e allestito per una due giorni (9 e 10 novembre) a pieno ritmo all’insegna dei tatuaggi, musica, contest, cibo.

La sera prima, l’otto di novembre, però, c’è stato il warm up della Catania tattoo convention 2024, un live concert all’insegna della musica estrema con i The Frog e gli Slug Gore. I The Frog, duo punk metal from Bovolone (VR) sono una band dal piglio irriverente ma melodico, con poco più di mezz’ora a disposizione, e malgrado l’audio non eccezionale, riescono a sprigionare una carica magnetica che non fa stare fermi i presenti, live set bomba!

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Gli Slug Gore, sono una band giovanissima ma già ben rodata, i live della band di Ravenna sono veri e proprie molotov che infiammano il cervello e lo bruciano all’istante ed è così immediata la reazione che “boom” ti ritrovi coinvolto come se non ci fosse un domani. Formidabili.

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La Convention. Dalle 11:00 di giorno 8 fino alle 20:30 (e così anche il giorno dopo) si sono ritrovati dentro il Palaghiaccio di Catania oltre 170 artisti del tatuaggio provenienti da tutto il mondo, un effluvio di inchiostro, macchinette (tantissime ormai silenziose… che strano non sentire il classico ronzio), merchandising per la cura dei tatuaggi, ma anche abbigliamento e monili inerenti a uno stile che va di pari passo ma che si personalizza al proprio io. Grandissimi e piccolissimi, particolari e classici, già visti e impossibili, braccia, gambe, piedi, pancia, mani, testa, petto, sedere, faccia (ehm…), collo, palato, tutto ormai si può; la tecnica, la riproduzione fedele, la caratterizzazione e i colori, insomma il tatuaggio è arte a tutti gli effetti. E incanta. L’estetica la fa da padrona, tatuarsi cambia quasi tutto, il posto dove viene inserito il tatuaggio e come viene posto (grazie anche alla visione del tatuatore) rende l’opera, l’immagine, uno specchio dove tuffarsi con gli occhi.

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La mia esperienza fotografica è stata caratterizzata dalla ricerca della foto “giusta”: si entra dentro il territorio del tatuatore e da chi viene tatuato, intrufolarsi, a volte avvicinarsi in modo molesto potrebbe creare qualche nervosismo o fastidio, invece ammetto che tutto ciò non è mai avvenuto anzi, un reciproco capire il momento o l’attimo ha reso il tutto più facile, una sorta di appendice che viene permessa. Tantissima la gente giunta per seguire la Convention ha reso ancora più interessante e avvolgente l’evento che ormai è diventato nel panorama catanese/siciliano un appuntamento super consolidato. Imperdibile.

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Ancora, sabato 9 a fine serata il palco della tatto convention catanese ha visto protagonista il concerto dei Messa, poco da dire, la band trevisana era molto attesa e il live set è stato davvero superbo, atmosferico, onirico ma allo stesso tempo impetuoso; visti qualche anno fa, sempre in terra catanese, i Messa sono sicuramente cresciuti in modo esponenziale, la musica, la presa di posizione sul palco si è alzata di livello e ha reso i Messa una band solida, da seguire, da non perdere e, soprattutto, da ascoltare.

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Chiusura domenicale della tattoo convention affidata a Ozone Dehumanizer, molti hanno aspettato anche ad orario un po’ tardi rispetto allo standard delle serate precedenti il live del rapper pugliese. Moltissimi i giovani (issimi) sotto il palco a cantare, a ripetere le frasi oltranzistiche di Ozone, irriverente, spontaneo, spartiacque controcorrente in mezz’ora ha reso il Palaghiaccio un buco nero dove vomitare la reale contraddizione di questo particolare momento storico. Luci off. La sesta edizione della Catania tattoo convention ha rivelato nuovi progetti, sicuramente il connubio tatuaggi e musica si è rivelato una forza d’attrazione notevole che si potrà solo migliorare. L’attesa per la nuova edizione è già iniziata. Dajeee.

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(Testo e Foto di Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

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CATANIA TATTOO CONVENTION 2024 9-10 NOVEMBRE 2024: DARK SIDE OF THE MOON

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(Testo Giulio Rigano e Foto di Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Turnstile @ Circolo Magnolia, Milano – recap

June 21, 2024 |

“Ne dovete mangiare ancora di pastasciutta. Ancora ne dovete mangiare”. È tutta la mattina che mi gira la famosa frase di Bonucci agli inglesi… e non devo spiegare di cosa sto parlando.

Intendiamoci, da subito: Bonucci non è il mio “role model”. Ma: troppo fresca la partita. Lunedì i Mr. Bungle. Mercoledì i Turnstile. Stesso campo, il (difficilissimo) Circolo Magnolia. Più o meno stesso prezzo del biglietto. Troppo facile il confronto. Da una parte una squadra di vecchi talentuosi che non mollano… anzi: tornano a suonare il loro primo demo, grande esempio di thrash evoluto (prima mia recensione su Salad Days. Lacrime). In formazione almeno due Maradona (Patton e Lombardo). Dall’altra una squadra di giovani entusiasti che vogliono spaccare tutto, gente che si è staccata dalle prime cose… anzi: gente che porta in giro ‘Glow On’, i.e. il nuovo hardcore. Hardcore fluido. Hardcore ad un altro livello. Lo sapete meglio di me.

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“Ne dovete mangiare ancora di pastasciutta. Ancora ne dovete mangiare”. È tutta la mattina che mi gira la famosa frase di Bonucci agli inglesi… state iniziando a capire? Dicevamo. Stesso campo, il (difficilissimo) Circolo Magnolia. Stadio gremitissimo ai Mr. Bungle… se non sold out siamo comunque ad un numero di presenze simile al famoso “NOFX al Magnolia” di qualche anno fa… stadio pieno, ma non pienissimo per i Turnstile. In qualità direi “meglio”: ampio, vario e trasversale l’audience. Fluido. Come il loro hardcore.

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Dicevamo. Stesso campo: il (difficilissimo) Circolo Magnolia. Difficilissimo? All’aperto, in Italia, sappiamo che si gioca come a San Siro, il San Siro del periodo delle zolle che si staccavano… ricordate? Per chi non mi sta seguendo. All’aperto, in Italia, abbiamo un problema di suoni e di volumi. In una situazione del genere i primi a perdere, purtroppo, sono i supporter. Non basta essere animali da palcoscenico, e non proprio di primo pelo, come Eugene degli Oxbow. Non basta buttarla sulla caciara/stage diving/Idles (per chi li ha visti) come Cal dei Ditz. Purtroppo riassumo Oxbow e Ditz in due parole: “non pervenuti”. O “non applicable”. Peccato.

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“Ne dovete mangiare ancora di pastasciutta. Ancora ne dovete mangiare”. È tutta la mattina che mi gira la famosa frase di Bonucci agli inglesi… ora ci siamo? Veniamo al main act, parte I. I Mr. Bungle, con tutte queste premesse, portano a casa uno show spettacolare. Ci si dimentica delle zolle. Ci si dimentica dei volumi. Patton empatico. Lombardo? CAZZO Lombardo si presta al cazzeggio. Scaletta PAZZESCA… pezzi thrash di cui sopra, alternati a cover pop che Patton si MANGIA come Maradona al secondo gol all’Inghilterra… quello dove ha seminato mezza squadra. On top. Pelle d’oca con momenti Slayer/Cro-Mags/S.O.D. Rino Gattuso/Scott Ian a darci la botta quando la situazione si fa troppo “tranquilla”… e, penso lo sappiate: hanno fatto ‘State Oppression’ dei Raw Power. Finisce per KO. E parlo di un KO tipo Tyson… un’ora e un quarto di pugni messi a segno.

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Veniamo al main act, parte II. I Turstile, con tutte queste premesse, portano a casa uno show appena sufficiente (manco negli anni’70 regalavano questi 6 “politici”/ndr). Non mi dimentico delle zolle. Non mi dimentico dei volumi (scandalosi/ndr). Anzi. Scaletta sbilanciata sull’ultimo ‘Glow On’, zero empatia (se non la tipica americanata “thanks being here”)… troppi momenti Freddy Mercury (de noantri/ndr)… e persino un assolo di batteria (bisogna spiegare al “perfomer” che non è ne Tommy Lee ne Nicko McBrain ne tantomeno Peter Criss, che comunque lo avrebbero fatto più breve/ndr). In un set di un’ora scarsa tutto questo è inaccettabile. INACCETTABILE. Peccato. Hanno dei signori pezzi, poche balle.

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Ma la mia impressione è che tutta quest’energia si fermi al palco… lassù… lontano, dietro alle transenne. Fanno del groove la loro forza? Fanno della botta il loro vanto. Non mi è arrivato niente. Tutto rimasto lassù… lontano, dietro alle transenne. I Mr. Bungle mi hanno SORPRESO. I Turnstile NO. “Ne dovete mangiare ancora di pastasciutta. Ancora ne dovete mangiare”.

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P.S.
Non solo il nome. Trovo che esista un qualcosa di simile tra Brendan/Turnstile e Brandon/Incubus. Gli Incubus?… bah…

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P.P.S.
Ma i Jane’s Addiction li vedo solo io?

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(Words fmazza1972 – Pics Rigablood x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Knocked Loose / Deafheaven / Headbussa @ Live Club, Trezzo Sull’Adda (MI) – recap

April 12, 2024 |

Super appuntamento, per tutti i gusti e le età, quello organizzato nello storico Live di Trezzo un piovosissimo giovedì di febbraio:

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…tralasciando (sorry about that) gli Headbussa, di cui purtroppo o per fortuna “I do not give a fuck”… la line up mette assieme i super affermati paladini del black/shoegaze/hipstercore Deafheaven con i super boomers (non nel senso di generazione… nel senso che sono proprio ESPLOSI) del new hardcore ammmericano Knocked Loose. Il lavoro del “giornalista”, soprattutto di uno che ne ha viste tante, sarebbe quello di non lasciarsi travolgere dall’entusiasmo dei kids piuttosto che dall’hype dei vari promoters/media/stampa etc etc. Il lavoro del “giornalista” sarebbe quello di dare qualche umile dritta, di modo che il prossimo concerto nella venue in questione vada meglio, se possibile, di oggi.

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Quindi. TANTE luci e QUALCHE ombra. Deafheaven. Luci: loro, i Deafheaven. Come sopra, i Deafheaven sono affermati. ASSODATI. Un loro concerto è da vedere, punto. Il suono del black metal con l’attitudine californiana. Il nero che si incontra con il rosa. Qualcuno qui storcerà il naso… ma alla loro maniera i Deafheaven con ‘Sunbather’ hanno fatto la storia. PUNTO. Cinque pezzi. Due da ‘Sunbather’, due da ‘New Bermuda’, più ‘Black Brick’. Una scaletta del genere può essere vista come un “ripudio” delle loro ultime cose? Maybe. Ma maybe, più semplicemente, Clarke e i suoi compagni hanno pensato che una combo del genere fosse perfetta per il ruolo che hanno in questo tour: sono il supporto, ma sono i Deafheaven. Quindi: io li voglio impressionare ‘sti regaz/fan dei Knocked Loose!

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Luci. Clarke, e lo dico da quando l’ho visto al Magnolia, tour di ‘No Bermuda’, direi, è come Brad Pitt… FIGHISSIMO… ma proprio FIGHISSIMO in senso “sessuale”, e lo dico da etero. Luci. La band. Con gli anni, thanks God, hanno perso quella “allure” hispter, quasi “forzata” che molti, soprattutto nel metal e nella “vecchia scuola” hc, non sopportavano. Ombre. Purtroppo la location, per una volta, non è stata all’altezza della musica dei Deafheaven.

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Partiamo dai suoni. Qualcuno, i più democristiani, hanno usato la parola “strani”. Altri, i più entusiasti, hanno scritto che le cose si sono sistemate in corso d’opera… al secondo/terzo pezzo (cazzo! Vuol dire a metà concerto!). Io, che ho 50 anni quindi andatevene affanculo, sostengo che i suoni sono stati pessimi. Non si capiva niente… o si capiva poco. Con un’aggravante… “va bene, allora guardiamoceli da lontano, così ci godiamo lo spettacolo”.

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What the fuck! Due tamarrissimi schermi con il logo del Live ben illuminato… due schermi – dicevo – ai due fianchi della scena, toglievano ogni magia al tutto… disfatta. TOTALE. Lo dico al Live. Come lo dico al Barrio’s. Please, NO SCHERMI con la gente che suona.

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Knocked Loose. Luci: loro, i Knocked Loose. Ultimo Salad Days, parlo del cartaceo. Mi è piaciuta molto la definizione che Ciaramitaro ci ha dato della sua musica, quella dei suoi Drain. “…come se Pantera e Terror facessero un bambino! Siamo il baby di Pantera e Terror…”.

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Partono i Knocked Loose, ci guardiamo col mio compare di concerti… la prima cosa che mi viene in mente? Come se Limp Bizkit e Pantera facessero un bambino! Sono il baby di Limp Bizkit e Pantera. Questo, per chi non li conoscesse, dovrebbe bastare a “collocarli”. Suoni MOOOOLTO AMMMMERICANI, attitudine sballona.

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Cito Gue… yes, quello del Club Dogo, per capirci: “…sono tornato per sfondare le casse… svuotare le casse… quando passo un tornado… faccio storia con le rime… do steroidi alle rime… ho gli asteroidi e le stelle vicine…”. Barre perfette per descrivere i Knocked Loose.

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E, diciamolo. Sono talmente figli di Pantera e Limp Bizkit, che quegli schermi, quelli di prima, quelli col logo del Live, in questo caso sembrano messi lì apposta! Luci. Il pubblico. Trasversale in genere e generi (you know what I mean). Ho passato anni della mia vita a guardarmi attorno e vedere solo maschi alfa nel pit.

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Le uniche tipe ai concerti? Fotografe. Qualcuna, ogni tanto, al banco del merchandise. Se il fattore “Limp Bizkit” ha portato più ragazze nel pit… io sono contento. E, alla faccia de “era meglio quando andavo a vedere i Pantera”… lo dico… con gli steroidi… “HO UNA CERTA INVIDIA!”.

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(Txt fmazza1972; Pics Luca Secchi x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Iggor Cavalera & Laima Leyton + K.V.A. @ Nü Land, Catania – recap

March 19, 2024 |

C’era molta attesa/curiosità, per il terzo e ultimo step del Rocketta Winter Festival: sul palco del Nü Land di Catania si sono esibiti Iggor Cavalera & Laima Leyton.

Per chi mastica anche un minimo di musica metal il nome di I(g)gor Cavalera viene subito ricondotto a quello dei brasiliani Sepultura, band che non ha bisogno di presentazioni e che si è contraddistinta, soprattutto nel periodo in cui il nostro Iggor era alla batteria e suo fratello Max alla chitarra e voce, come una delle più tenaci e originali formazioni di death/thrash metal del pianeta; Iggor, ormai da tempo, ha anche intrapreso altri sentieri che lo hanno portato sul terreno fertile della musica elettronica e, infatti, insieme alla moglie (dj e producer) Laima Leyton sono titolari del progetto Mixhell, sorta di frullatore remix e dj set dove tutto può accadere, in più, sempre insieme, militano nella band belga dei fratelli Dewaele, i fenomenali Soulwax, portando dal vivo ancora più carisma e eclettismo al suono già di per se caleidoscopico.

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Perciò, dicevamo, c’era molta attesa per questo evento, e parte del pubblico, approfittando dell’occasione, ha portato da casa con sé vinili dei Sepultura per fare apporre la firma del batterista, inoltre il duo, sia prima che dopo l’esibizione, si è concesso anche a svariati selfie che venivano loro richiesti. La sala, comunque, pur piena, non ha raggiunto il sold out (il fattore infrasettimanale giocoforza ha avuto i suoi riscontri…). Il pubblico era molto eterogeneo (metallari, falsi metallari e gente che voleva divertirsi e ballare con un bel dj set) e nel complesso ha gradito quanto visto, anche perché è stato davvero un gran vedere.

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Il set, imbastito dai due coniugi, si è basato su circa 80 minuti di intrattenimento: la parte iniziale è stata caratterizzata da suoni molto astratti e viscerali che si sono mischiati a ritmi tribali e ipnotici prodotti da Iggor con la sua batteria, dopodiché i due, per circa 45 minuti, hanno tirato fuori un dj set spettacolare dove i suoni si sono stratificati portando così a un livello superiore la musica: techno a toni industrial/noise, house sfacciatamente FM a slogan politici e substrati ambient a ritmi sincopatici e feroci.

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Il cerchio si chiude riportando Iggor alla batteria per altri 15-20 minuti finali dove una sorta di cover/remix di pezzi, tra i quali di NIN e Aphex Twin, sono stati martoriati e reinventati con la potenza e fantasia del batterista brasiliano. Finale, dunque, esplosivo e infernale cosa che è stata gradita molto dai partecipanti (un bel brano remix dei Sepultura sarebbe stato, secondo me, la ciliegina sulla torta… pensateci Iggor e Laima).

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Si può aggiungere, a quanto finora detto, che questo tipo di spettacolo con l’innesto di strumenti dal vivo (in questo caso la batteria) è un valore aggiunto e anche che il background del nostro, vuoi o non vuoi, esce fuori e l’essenza metal/tribale si è più volte manifestata a servizio di ritmi sorprendenti e di un sound pregevole.

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Altra cosa molto gradita è stato il warm up della serata affidato a Keep Vinyl Alive (i dj PUL, Pillin & Aeffe), una vera e propria live vinyl performace con vinili “suonati” e mixati in tempo reale, selezione arricchita da chicche sold out e resa ancor più esclusiva da una label-tribute per Deewee: a girare, infatti, release di Soulwax, Laima Leyton, Emmanuelle, Sworn Virgins, Bolis Pupul solo per citarne alcuni! BOOM!!!

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(Testo e foto di Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Triple B Records European Takeover @ Legend Club, Milano (MI) – recap

August 5, 2023 |

Trivel Collective e Versus Music sono come Marvelous Hagler contro Mugabi: non ci danno tregua, ci massacrano (nel senso buono) organizzando eventi su eventi, concerti fighi su concerti fighi…
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Element x Hirotton

July 8, 2023 |

Nell’ultimo decennio l’artista Hirotton ha sviluppato il suo stile personale attingendo alle sue esperienze nelle scene punk e skate di Osaka e Londra, rispettivamente la sua città natale e la sua città di adozione.
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Brux + Sacro Cuore + Asfalto + Cotton Mouth @ Palestra LUPo, Catania – recap

May 14, 2023 |

A parte i palermitani Cotton Mouth, esibitisi in apertura di serata con un sound sludge psicotico molto tossico che ha fatto drizzare le orecchie ai presenti…

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…gli altri tre gruppi rimanenti (in ordine di bill), gli Asfalto da Catania, i Sacro Cuore da Bologna e i Brux da Barcellona hanno molto in comune tra di loro, non solo la musica street punk oi infarcita da schegge hardcore, ma soprattutto il loro messaggio “politico”, sviscerato in modo energico sul palco a denti stretti.

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Vivere una realtà sanguigna, ritagliarsi ancora i propri spazi e scuotersi da un sistema sempre più asfissiante connesso, talaltro, a un sempre più inquietante inferno digitale comandato dai social network: una guerra mentale che si riesce a combattere avendo sempre un basso profilo e un profondo risetto per la propria libertà.

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Sullo sfondo la location di Palestra LUPo che, malgrado minacce di una fine imminente, vive e riesce ad accogliere sempre più persone interessate agli eventi proposti.

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(Txt y Pics Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Viagra Boys @ Fabrique, Milano – recap

December 23, 2022 |

Recensione di getto, straight to the point. I Viagra Boys hanno spaccato, il loro concerto al Fabrique è stato una bomba: hanno spazzato via tutto e tutti. Ci ho visto tante cose, BELLE. Ci ho visto gli Hives.

Un gruppo che passando dai palchi piccoli a stage importanti ha aumentato la spinta, ha “sfruttato” al meglio il muro di ampli là dietro. Non hanno limato niente nella loro proposta. Non si sono abbelliti, anzi. Ci ho visto i Turbonegro. Attitudine. Provocazione. Presa per il culo. Fottersene. Il dito medio dei Turbonegro era verso i cliché del black metal (ed anche di molti punk, diciamolo). Il dito medio dei Viagra Boys è verso i canoni di un certo post punk, quello intellettuale, serio.

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Ci ho visto i Queers. Anzi, meglio. I Queers bevono solo Bud. I Viagra Boys sono andati avanti, PROUD, a bottiglie di birra Poretti. E se la Poretti (o dovrei dire la Carlsberg?) avesse un ufficio marketing degno, dovrebbe cercare sul tubo il momento in cui Sebastian elenca le cose per cui è bello finire il tour a Milano.

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Facile, ci ho visto gli Scissor Sisters. Cazzoneria, irriverenza, gaytudine, divertimento, puro. Ma i Viagra Boys sono meglio, visto che (secondo me) agli Scissor Sisters, Alcatraz prima decade anni zero, c’era gente molto più pettinata. Qualcuno potrebbe dire che i Viagra Boys portano meno “pettinati” e più hipster? Vero. Ma ho visto una maglietta di GG Allin. E ho visto una maglietta dei Golpe. Capito bene? I GOLPE.

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Ci ho visto i Chemical Brothers, i Prodigy. Quando un set di elettronica diventa un concerto rock. Ma i Viagra Boys oggi sono molto meglio (pur non avendo la produzione dei fratelli, che rimangono imbattibili). Mai capitato, in Italia, di fare body surfing ai Prodigy? NO. Mai capitato, worldwide, di fare body surfing con gli LCD Soundsystem? NO.

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Per partecipazione e casino, ci ho visto i “secondi” Deftones, quelli del tour al Palatrussardi, con i Linkin Park di supporto. Mi spiego. Quella è stata, secondo me, la prima volta in Italia di un generale e continuo body surfing in prossimità di un palco grande, per un gruppo non metal. Roba come fosse il palco della Sforzesca di Vigevano. L’attitudine punk hardcore applicata ad un concerto (in questo caso) dance. Facile.

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Ci ho visto gli Stooges, quelli con il sax di Steve Mackay. Qui qualcuno storcerà il naso… ma il consiglio, prima di infamare il recensore, è quello di andarli a vedere! Facilissimo. Ci ho visto Shane McGowan. Una versione moderna (e quindi tatuata) di Shane. Ma più simpatica (il siparietto degli occhiali da vista che lo fanno diventare nerd vale il biglietto).

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E per la soddisfazione di molti nostri amici lettori, ci ho visto pure i NOFX. In che senso? Tranquilli. Parlo di merchandise a prezzi NON “mainstream”. CD (addirittura) a 10 Euro! Era da tempo che non uscivo da un concerto (possiamo dire) mainstream con un sorriso tipo acid house. Era da tempo che non uscivo da un concerto (possiamo dire) mainstream con una generale presa bene, parlo di quel “sentiment” tipo (per chi c’era) gli One Step Closer.

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Un conto è accontentare 100 persone. Un conto è far godere quel migliaio e più! Visto che siamo in clima, ci sta bene finire citando il tipo della Ryan Air: “andare a vedere i Viagra Boys è come la nostra business class: tutto compreso, anche i pompini”.

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(Txt Francesco Mazza & Pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

NO PRESSURE ‘NO PRESSURE LP’ – TRIPLE B RECORDS

November 2, 2022 |

Uno dei nomi più caldi dell’attuale panorama pop-punk fuori con l’album di debutto, dopo un ottimo ep un paio d’anni fa e un singolo su cassettina lo scorso anno.

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No Pressure sono la superband pop-punk fondata da Parker Cannon (The Story So Far), Pat Kennedy (Light Years) ed Harry Corrigan (Regulate) solo un paio d’anni fa, nata dalla necessità di tornare a sonorità pop-punk di fine ’90, primi ’00 dalle quali i membri della band si sono distaccati con i loro progetti primari; dopo un ep e un singolino su cassetta è uscito lo scorso Giugno l’album di debutto omonimo, fuori per l’ottima Triple B Records, label di Boston sempre attenta a scovare nuove realtà in ambito punk/hardcore.

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Disco pre-ordinabile solo su vinile sul sito dell’etichetta (e da qualche retailer sparso per il mondo – Green Hell mi pare uno dei pochi, se non unico per l’Europa) in dodici varianti colore con tiratura totale di 3900 copie, alcune delle quali andate tutte esaurite praticamente subito. La Clear Orange with Red Splatter è quella che siamo riusciti a portarci a casa, anche perchè era l’unica che poteva essere venduta fuori dal sito Triple B.

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Ottima edizione in vinile; bellissimo l’artwork firmato da Chris Wilson, artista e tatuatore di Kingston, Pennsylvania. Non poteva mancare l’inserto con tutti i testi ad alcune foto on stage e off stage. C’era hype lo scorso Giugno il disco è uscito, c’è un hype pazzesca adesso che il vinile è stato consegnato, tanto che il sito Triple B è andato in crash quando qualche giorno fa sono state rimesse in vendita alcune copie del disco, che ora rimane disponibile solo nella versione cd.

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Band assolutamente da tenere d’occhio; sono passati anche da Bologna la scorsa estate; chi c’era racconta di una serata spettacolare (qualche video su youtube si trova) che speriamo venga replicata quanto prima.

(Txt Francesco Zavattari x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Mom Jeans ‘Sweet Tooth’ – (Wax Bodega, Counter Intuitive Records)

March 25, 2022 |

Dopo Operation Ivy, Green Day, Samiam e Rancid, Berkeley, città della California ad uno schioppo da San Francisco, è pronta a regalarci la prossima next big thing. Ladies &gentlemen, Mom Jeans.

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Attivi dal 2014, i Mom Jeans, ad oggi, si sono già ritagliati il loro spazio all’interno della scena pop-punk/alternative/emo a suon di ottime release. Per l’ultima di queste, ‘Sweet Tooth’, uscita l’ultimo venerdì di Febbraio, c’era un hype pazzesca. Tanto che le due label responsabili della release, Counter Intuitive e Wax Bodega, hanno fatto le cose in grande. Niente cd, niente cassetta, ma vinile in dodici varianti colore, di cui parecchie esclusive e in tirature limitatissime.

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Doublemint (1000 copie), Clear with Yellow Moon Phase (700 copie), Clear with Bone, Yellow, Doublemint & Pink Splatter (500 copie) e Pink & Doublemint A-Side/B-Side (300 copie) esclusive della band; Half Bone/Half White (500 copie) esclusiva Counter Intuitive; Yellow (500 copie) esclusiva Honey TV; Pink & Clear Galaxy (400 copie) e Bone with Blue and Pink Splatter (350 copie) esclusive Newbury Comics; Baby Blue (250 copie) esclusiva Brooklyn Vegan; Bone (300 copie) esclusiva Banquet Records; Yellow and Blue Twister (300 copie) esclusiva Wax Bodega e Pink (900 copie) per il retail. Non abbiamo idea del perchè così tante varianti, ma parecchie di queste sono già andate sold out. Probabile comunque che non ci sarà una ristampa. Il contenuto musicale del disco è ottimo e la qualità della release vinilica altrettanto, come per tutte le altre uscite a firma Wax Bodega.

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Art direction affidata alle mani di Joel Kirschenbaum, in arte J Crumb, che ha curato anche la parte grafica (logo e facciata poster con testi); fotografie copertina, retro copertina e poster a cura di Cody Furin, Ishan Ghoshal e Samuel Kiss per un artwork che non fa gridare al miracolo ma che rispecchia perfettamente quello che troverete in musica all’interno del disco, un prodotto fresco che vi farà respirare aria d’estate.

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Acquisto consigliatissimo se siete amanti di Descendents, Weezer, Reggie and The Full Effect e compagnia bella. Disco che alla fine dell’anno sarà sicuramente nella top 10/20/50 di parecchi di noi/voi.

Holding Absence ‘The Greatest Mistake Of My Life’ 2021 – SharpTone Records

December 31, 2021 | 1

Per il terzo capitolo della rubrica vi parliamo di un disco uscito lo scorso Aprile… ma che è il mio disco dell’anno… quindi giusto parlarne prima che l’anno finisca.

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Holding Absence arrivano da Cardiff, Galles, sono in giro dal 2015 e suonano un “alternative rock/post-hardcore” che farà felici tutti i fan dei Saosin Cove Reber-era e degli ultimi Architects e Bring Me The Horizon. Dopo svariati singoli, uno split ep con i Loathe (2018) e l’album di debutto omonimo (2019), ad inizio primavera 2021 hanno rilasciato ‘The Greatest Mistake Of My Life’, preceduto dal singolo ‘Afterlife’, che lasciava presagire ottime cose.

Il disco è uscito per l’etichetta americana SharpTone Records, sussidiaria di Nuclear Blast ed è finito nelle top 10, top 20, top 50 dei dischi dell’anno di praticamente tutte le riviste/webzine del settore. Vinile rilasciato in cinque varianti colore, di cui ce ne sono passate tra le mani un paio, la Purple with Grey Splatter (tiratura 500 copie) e la Oxblood on Creamy White (tiratura 500 copie). Il disco è una mina e l’edizione in vinile non è da meno. Doppio vinile, gatefold e con doppio inserto con tutti gli scatti della giovane fotografa inglese Bethan Miller a comporre l’artwork.

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Foto che rispecchiano appieno quanto trattato nel disco, la vita che incontra la morte, la vita che continua e l’amore che non finisce mai. Produzione del disco impeccabile affidata alla mani di Dan Weller, come impeccabile la resa dei dischi sul piatto.

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Vi diremmo di non lasciarvelo scappare, ma al momento l’unico modo per portarvi a casa una copia fisica di questo fantastico disco è sui canali di secondary marketing, nell’attesa che venga (speriamo) ristampato.

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Hot Mulligan ‘I Won’t Reach Out To You’ 2021- Wax Bodega

November 26, 2021 |

Non è stato facile scegliere la release vinilica novembrina. Tra le tante (prime stampe o ristampe) uscite che ci sono passate tra le mani, alla fine l’hanno spuntata gli Hot Mulligan, quelli che a quanto pare sono la #1 hot new band (cit.)

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Hot Mulligan sono un quartetto (erano un quintetto fino a qualche mese fa) del Michigan di recente formazione (2014) ma che nel corso di questi anni si è guadagnato fin da subito la stima del pubblico, e l’apprezzamento della critica, a suon di ottime release. L’ultima di queste, ‘I Won’t Reach Out To You’, è un ep di cinque pezzi uscito a maggio per l’etichetta Wax Bodega, nuova label di Philadelphia nata nella primavera di quest’anno da un’idea di Zack Zarrillo (già co-fondatore di Bad Timing Records) e che ha già avuto modo di farsi apprezzare per le splendide release di artisti come Mat Kerekes (Citizen), Gates (nuovo ep uscito a fine ottobre e vinile in uscita a dicembre) e Super American (fuori con uno dei dischi più interessanti del 2021). La prima stampa di ‘I Won’t Reach To You’, distribuita da Many Hats Endeavors (altra creatura di Zarrillo), è uscita lo scorso maggio in cinque varianti colore (per un totale di 1850 copie) andate esaurite praticamente subito. Wax Bodega ha ascoltato le numerose richieste e a inizio novembre ha rilasciato la seconda stampa, questa volta in sole due varianti colore, la prima Half Pink/Half Clear with White Splatter (tiratura 500 copie e disponibile solo sul sito di Wax Bodega) e la seconda Pink (tiratura 750 copie e disponibile solo durante le date del tour e da selezionati retailers US – per il momento), entrambe con etched b-side.

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Come per tutte le altre release di Wax Bodega, anche questa esce con il consueto obi-stripe realizzato da Matt Delisle di Eat Cold Pizza che rende riconoscibili tutte le uscite dell’etichetta e che riporta sullo stesso tutte le info di ogni release.

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Artwork affidato alle cure di Andrew Zell, digital artist del Wisconsin (e grande fan di Hot Mulligan) che in passato ha curato i lavori di band come Carousel Kings, August Burns Red e Texas In July e che ha realizzato l’artwork per ‘I Won’t Reach Out To You’ a stretto contatto con la band, utilizzando alcune sue foto scattate durante un viaggio presso il Canyonlands National Park in Utah e mashuppando il tutto con alcuni suoi lavori che i membri della band hanno personalmente scelto. E il risultato è quello che potete vedere nella gif e nelle immagini qui sotto.

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Altra release di qualità quindi per la label di Philly che vi suggeriamo di tenere d’occhio in quanto avrà in serbo parecchie bombette in uscita da qui in avanti.

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