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Salad Days Magazine | November 24, 2024

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If I Die Today interview

October 27, 2015 |

Cosa spinge una band a suonare metal dopo anni di punk-hardcore. Cosa porta a una tale rabbia interiore? Sono tutte domande che potrebbero essere rivolte agli If I Die Today, che con ‘Cursed’ hanno stravolto ogni regola del gioco trasformandosi in qualcosa di dannatamente affascinante e nero. Eccoci quindi faccia a faccia con Marco “Frez” Fresia, frontman del combo piemontese.

SD: Nella mia recensione mi sono posto una domanda, che ora vi farò direttamente: Perché? Perché una fin qui promettente band hardcore melodica ha deciso di diventare tutto ad un tratto portavoce di cause così ingombranti?
IIDT: Ciao, sono contento di questa domanda, perchè sei stato l’unico a porla. Non sono mai stato un tipo troppo allegro da scrivere testi sul quanto mi sbronzo la sera o su come ci provo con le ragazze. Ho sempre pensato che la musica potesse essere il veicolo per far sì che la gente iniziasse a pensare e a ragionare. Questa è la mia premessa. Ovviamente in ‘Cursed’ c’è stata una crescita generale che avevamo già iniziato in ‘Postcards From The Abyss’ e che ha portato a far sì che l’ascoltatore iniziasse a dire “mah, sentiamo un po’ che cazzo sta urlando sto tipo”, e così eccoci qui. ‘Cursed’ è un concept album. Ogni canzone è un personaggio maledetto della letteratura classica, religiosa o contemporanea. Si passa dalla Bibbia, a Ellis a Baricco e così via. Sono tutti personaggi additati, cattivi, o semplicemente non capiti. In questo album noi raccontiamo storie già raccontate, dal nostro punto di vista. Trattiamo tutti gli stessi personaggi nello stesso modo. Se ti riferisci nel particolare a ‘Jesus’ e ‘Lucifer’, il discorso è lo stesso. Jesus è un figlio mandato a morire dal Padre, padrone e onnipotente, per un’umanità che, col senno di poi, non merita tale sacrificio. Dall’altro lato Lucifer è il male del mondo agli occhi dei più, ma che semplicemente si gode lo spettacolo dell’autodistruzione umana. Mi piace pensare, e questa tua domanda mi da la conferma, che siano storie che portano a ragionare, a pensare e perché no, a leggere di un certo argomento. E di questo non posso che esserne contento. Sarei decisamente più contento se una persona qualsiasi prendesse il nostro disco, ascoltasse ‘Jesus’, ‘Lucifer’ o ‘The Ancient Mariner’ e, invece di dichiararsi satanista, il giorno dopo si andasse a comprare la Bibbia o un libro di Coleridge per leggere, informarsi e farsi una cultura. Già i Propogandhi, d’altra parte, dicevano “knowledge is power, arm yourself” e questo è lo spirito con cui mi approccerei a questo album.

SD:’Cursed’ è un disco che nasce dalla scuola Converge: ostile in ogni singolo aspetto, sonoro, concettuale, visivo. Che è successo dal precedente ‘Liars’ a oggi?
IIDT: Da ‘Liars’ a oggi c’è semplicemente stata un’evoluzione musicale. Siamo invecchiati, ci siamo incattiviti. Più che altro ne abbiamo passate veramente tante, abbiamo rischiato di scioglierci diverse volte nel corso di questo tempo, e ancora oggi non so fino a quando suoneremo.

SD: Sinceramente nel mini ‘Postcards From The Abyss’ si iniziavano a intravedere i primi segnali di cambiamento, soprattutto nelle linee vocali. Ma mai ci si sarebbe aspettati di avere a che fare con una band capace di estremizzare il concetto Post-Hardcore fino a questo livello. Possiamo dire che quel mini è servito ancor più a darvi quegli imput necessari a spingervi oltre?
IIDT: Esatto, ‘Postcards…’ è stato l’inizio del cambiamento. E’ stato anche il primo album in cui ci siamo allontanati dal punk-hardcore di ‘Liars’. Le linee vocali sono diventate meno lineari, meno cantate e più urlate.

SD: Guardando il tuo profilo Social noto quanto tu sia chiamato in causa/schifato dalla società odierna in ogni suo aspetto: dal rispetto per gli animali alla religione. Possiamo dire che ‘Cursed’ sia nato proprio dal tuo bisogno di esprimerti in una maniera talmente netta da non risultare congrua col passato “happy” degli If I Die Today?
IIDT: Ho 33 anni e non ho più bisogno di esibire la mia vita di fronte agli altri. Facebook ha un grande potenziale, ossia quello di rendere tutto più fruibile, in primis l’informazione. E’ di certo un’arma a doppio taglio, ma per quanto riguarda la mia esperienza personale, e con tutta l’umiltà nel dirlo, lo utilizzo per diffondere consapevolezza dove si può e stimolare discussioni dove necessario. Per quello che riguarda animali, religione e società, io sono vegan, ateo e apolitico. Se guardi il mondo da un punto di vista esterno, da un punto di vista di non appartenenza, tutto, o quasi, ti sembra un non sense. L’asse trainante delle sinergie mondiali sono i profitti, tutto il resto sono i condimenti con cui cercano di fare andare giù il boccone, con cui cercano di addolcirti la pillola. Bisognerebbe cercare di guardare tutto da una prospettiva diversa, senza il velo di Maya che ti pongono davanti i poteri forti. Se immaginiamo un mondo senza religione, senza politica, senza l’idea del profitto, ciò che rimane è la nostra idea più pura, che “concimata” con un’istruzione decente e a 360°, ti offre una mente capace di prendere decisioni e avere idee giuste e sicure. So che è un’utopia, ma finche non sarà così, finché ognuno non avrà una propria coscienza sociale, troppe cose mi schiferanno e mi daranno talmente fastidio da farmi rimanere incazzato nero.

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SD: Il disco ha come colonna portante il disprezzo verso ogni tipo di religione/credenze popolari. I testi tra l’altro vantano passaggi che vanno a ripercorrere filoni storici, quindi possiamo parlare di frasi e concetti testati e per certi versi rivisitati. Come è stato avvicinarsi a livello mentale a situazioni e concetti decisamente pesanti e delicati da trattare?
IIDT: Come ti ho già risposto prima, non penso che la religione sia l’argomento principale. E’ solo uno dei temi che andiamo a trattare raccontando le storie dei due principali protagonisti della dottrina cristiana. Avvicinarsi non è così difficile, sfido chiunque a non farlo se fa parte di un particolare ambiente, che è quello della musica alternativa. Sarò vecchia scuola, sarò cresciuto troppo con Propagandhi, Minor Threat, Refused, Orchid, Converge, Botch, ma se sei in questa scena e non vedi che tutto si sta sgretolando e andando a puttane, continuando a parlare di cazzate nei tuoi testi, allora forse è tempo di rivalutare la tua posizione.

SD: Credo che l’errore più grande che si possa fare oggigiorno su di voi sia quello di classificarvi come una metal band, ma d’altra parte il filo che divide ciò che fate da esso è molto sottile. Come pensate reagiranno i vecchi fan ascoltando questi If I Die Today 2015?
IIDT: Considerando le poche date che abbiamo fatto finora, i fan di vecchia data sembrano decisamente entusiasti. Ci hanno sempre seguito attentamente e ci sono venuti dietro nel nostro percorso, nonostante questo grosso cambiamento. Una delle cose, comunque, che mi ha sempre fatto piacere nel militare negli If I Die Today, è che nessuno è mai riuscito a definire il nostro genere.

SD: Concettualmente siete arrivati a parlare di Gesù come di Lucifero, mettendoli per certi versi a confronto. Non credete che fondamentalmente stiamo parlando comunque sia di due entità fin troppo osannate/chiaccherate? Come vi siete posti dinnanzi a questi due nomi?
IIDT: Sono visti da tutti come il giusto e il cattivo, quello morto per noi e quello ripudiato. Onestamente li vedo di più come l’uomo che soffre perché sacrificato dal padre e l’altro la pedina necessaria per avere qualcosa da odiare, un capro espiatorio. Se li intendi in questo modo rivaluti le posizioni di entrambi.

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SD: Quali sono state le maggiori difficoltà? Comporre la struttura sonora o scrivere testi che rappresentassero al meglio la band?
IIDT: Sicuramente comporre la struttura sonora, e soprattutto per questo album. Abbiamo passato dei momenti veramente pesanti che si sono rispecchiati direttamente sia nei testi che nella musica di ‘Cursed’. Abbiamo cambiato modo di comporre, abbiamo pensato attentamente alle atmosfere, alle situazioni che volevamo ricreare e questo ci ha portato via un bel po’ di ore in sala prove. I testi poi sono venuti da sé.

SD: Quanto ha influito l’ingresso in formazione di Morgan, ex Stigma, nel cambio stilistico?
IIDT: Morgan è un punto cardine della band, lo conosco personalmente da molti anni, dai tempi del liceo. Suonavamo già insieme in una band tipo Orchid ere fa. Il suo ingresso è stato quanto di più naturale. Amiamo la stessa musica e ascoltiamo le stesse cose. Il suo arrivo da un ambiente metal estremo ha sicuramente contribuito a scurirci ulteriormente.

SD: Come vorreste fosse visto e giudicato ‘Cursed’ da un ascoltatore?
IIDT: Sicuramente non vorrei fosse visto come un inno contro la religione, ma che la gente si fermasse a leggere attentamente tutti i testi, capire cosa c’è dietro e si facesse la propria idea su tutti gli argomenti trattati. Siamo disposti anche a discuterne al banchetto a ogni concerto se necessario.

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SD: Ascoltandolo ora vi trovate ancora perfettamente a vostro agio?
IIDT: Sicuramente. Siamo molto soddisfatti. Dopo anni siamo finalmente riusciti a realizzare qualcosa che ci rappresenta in tutto e per tutto.

SD: Dal punto di vista live come procedono le cose? Avete in cantiere un tour per i prossimi mesi?
IIDT: Noi siamo principalmente una band live. Abbiamo fatto qualche data per promuovere l’uscita di ‘Jesus’, il singolo. Abbiamo suonato con i Dead Kennedy’s a Pinarella, con i Dillinger Escape Plan a Milano, coi Negative Approach sempre a Milano dove abbiamo tenuto anche singoli shows, poi Torino e ovviamente a casa nostra a Mondovì. Abbiamo pianificato per fine novembre un mini tour di 4 date in Inghilterra, stiamo chiudendo altre date italiane e ci sono in ballo tour in Lettonia, Russia e Germania. Siamo carichi come delle molle.

SD: Altra curiosità è il vostro approdo in Sliptrick Records. Come si sono svolte le cose?
IIDT: Super facile, hanno ascoltato il disco, gli siamo piaciuti e ci siamo messi d’accordo. Mai stato così semplice. Siamo super contenti di questa collaborazione.

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SD: A voi la chiusura.
IIDT: Grazie a voi per lo spazio, il tempo, il supporto, e per questa intervista che mi ha dato la possibilità di chiarire alcuni aspetti di ‘Cursed’. Finalmente qualcuno che ci offre l’opportunità di spiegare ciò di cui parliamo nei nostri lavori. Grazie a tutti quelli che verranno ai prossimi live, a quelli che ci conoscono già e a quelli che ci conosceranno. Un abbraccio a tutti.

http://www.ifidietoday.it/
https://www.facebook.com/ifidietodayhc
https://twitter.com/IFIDIETODAYIIDT

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(Txt by Eros Pasi x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

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The Sword @ Legend Club, Milano – recap

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The Get Up Kids @ Circolo Magnolia, Milano – recap

September 8, 2015 |

Una serata di pioggia che divide il pubblico tra i temerari che rimangono bagnati davanti al palco, i fortunati che tirano fuori gli ombrelli e tutti gli altri che preferiscono rimanere sotto le tettoie del Magnolia di Segrate…
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Mineral interview

September 4, 2015 |

SD: Mi stavo domandando: voi siete ricordati come una band emo anni 90, pensate che questa definizione sia ancora adatta a voi? Ormai non si sente più parlare granchè di emo oggi.
Chris Simpson: Non credo che ci siamo mai identificati con un’etichetta del genere che in fondo è emersa nei 90… non lo so.

SD: E oggi siete più influenzati da gruppi contemporanei o più da cose 80s tipo la roba Dischord come Embrace e Rites Of Spring?
Chris Simpson: No, direi che non ci riferiamo a quel background della scena di DC, siamo molto di più coinvolti in quello che tu chiameresti probabilmente alternative rock tipo gli Smashing Pumpkins, Sugar, Buffalo Tom… quello che negli States si chiama college rock, immagino, ciò che alla fine rappresenta l’inizio della scena Indie con etichette tipo Matador e Merge. È la roba con cui siamo cresciuti negli 80s.

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SD: Si, sai, a volte un sacco di band emo sono nate da sonorità sebbene morbide, decisamente hardcore punk, anche se è pur vero che la Dischord è una entità per conto suo, quasi una sottoscena.
Chris Simpson: Assolutamente vero: Dischord ha rappresentato l’origine di una sonorità completamente nuova nella musica indipendente americana. Però non è da dove veniamo noi… anche se pensiamo che gli Embrace siano incredibili.

SD: Prima hai citato la scena alternative rock: che mi dici di tutte quelle band come per esempio i Biffy Clyro che hanno cominciato contemporaneamente a voi, a metà dei 90? Che ne pensi?
Chris Simpson: Non saprei sai… i Biffy Clyro erano al nostro show a Glasgow (Chris qui intende come spettatori, 11 febbraio 2015 @ Stereo – ndr). Al di fuori di quella circostanza non li avevo mai sentiti nominare… ma ho saputo che sono un gruppo molto seguito. Però non li conoscevamo. E non sono sicuro di aver capito la domanda.

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SD: Ti ho chiesto un’opinione sulla scena alternative rock e ti ho citato a mò di esempio il primo gruppo alternative rock che mi è venuto in mente, te ne posso citare altri, se vuoi. Il punto è che vorrei avere la tua impressione sull’ambiente al quale ritieni di appartenere. Vedi, io penso di essere un outsider rispetto a questa scena (e forse anche molti nostri lettori lo sono), è per questo motivo che te lo chiedo.
Chris Simpson: Ah, non saprei, anche noi siamo un pochino degli outsider, specialmente poi se pensi che stiamo suonando al Groezrock che non è proprio il nostro giro. Tuttavia non ho un’opinione né sulla scena alternative né sulla sua controparte mainstream. Ascolto la musica che mi piace e fine.

SD: Sei tipo un’eremita, allora!
Chris Simpson: Ahah si, direi che tutti noi lo siamo un po’…

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SD: E quindi cosa ascolti in questi giorni?
Chris Simpson: Aaah… [silenzio] eeeh… al momento sono sotto a Josephine Foster… tipo che mi sono innamorato di un po’ di dischi suoi. Però non ascolto molta roba contemporanea, anzi a casa mi sento molti dischi 60s e 70s.

SD: Ah, ti piace la musica della gente morta! Anche a me!
Chris Simpson: Ahahah si dai, dal jazz in poi. Preferisco la roba che suona primordiale se vuoi, meno pulita.

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SD: A me sembra che ad ogni modo nella scena, o nell’industria musicale se preferite, ci siano comunque delle buone novità che però vanno a finire nell’oblio perché la qualità è sopraffatta dalla quantità pazzesca di nuovi input… ma magari sbaglio perché non sono un musicista.
Jeremy Gomez: Anche io come Chris evito di spendere un sacco di tempo a stare dietro alle nuove uscite, mi limito ad apprezzare cose che ascolto casualmente e mi suonano bene ma come dici tu, con internet e i social media gli utenti vengono costantemente bombardati da nuove band. Dall’altro lato per le nuove band è relativamente facile crescere e diventare popolari alla svelta ammesso e non concesso che riescano a farsi strada nella giungla di cazzate quotidiane. Sicuramente non invidio chi sta cercando di cominciare una band ora. Sono un uomo vecchio e stufo, ahah… semplicemente sono anni che in un certo senso mi rifiuto di ascoltare nuove band, forse mi sono stancato della musica in generale. Solo negli ultimi anni ho ricominciato grazie a una ottima radio che abbiamo ad Austin che tende a trasmettere cose che una radio mainstream non trasmetterebbe… ma è molto raro che mi sieda ad ascoltare un nuovo album.

SD: Vedi, se mi dici che sei stufo in generale, la accetto come risposta, sono abbastanza dello stesso avviso, specialmente per il discorso dell’overflow di input. Come diciamo in italiano: scaglie di cioccolato in un mare di merda.
Chris Simpson: Ahahahah… si noi non neghiamo che ci siano persone di qualità che fanno musica di qualità… solo che tutto adesso è più grande e inflazionato.

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SD: L’ha detto anche Gene Simmons dei Kiss in una intervista: è molto soddisfatto della sua carriera ma non raccomanderebbe mai al figlio di percorrerla per via della difficoltà di mantenersi come musicista.
Jeremy Gomez: Anche perché ora puoi scordarti di fare dei soldi dalle vendite di dischi, questa è una delle ragioni principali… finché poi non arrivi al punto di essere in grado di guadagnare dai tour ma è incredibilmente difficile per le band in quanto devono prima generare un sacco di interesse per riempire gli stadi. Ma questo è il metodo, e io non invidio chi sta cominciando ora.
Chris Simpson: Inoltre c’è anche da dire che le bands che possono permettersi uno stile di vita del genere sono quelle giovani. Tipo noi all’inizio non eravamo interessati ai soldi, volevamo solo suonare e avevamo dei lavori di merda che potevamo lasciare a piacimento per andare in tour per poi trovarne un altro al ritorno.

SD: Voi venite dal Texas, non mi ricordo se da Austin o Houston.
Chris Simpson: Austin, anche se abbiamo cominciato a Houston. Jeremy, io e Gabe, il batterista, abbiamo finito le superiori a Houston.

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SD: Onestamente non sono mai stato in Texas ma ho sentito che Houston è molto particolare e aperta come città, è vero?
Chris Simpson: Si, è un processo ancora in divenire. Il Texas in generale è uno stato molto conservatore e Houston sicuramente è avanti. Penso però che Austin sia ancora più progredita da un punto di vista artistico: un sacco di giovani e anche di… cosa?
Jeremy Gomez: Hippies.
Chris Simpson: Ahah si, hippies.

SD: Ahah non avevo mai sentito nominare gli hippies texani ma mi fido. Invece ho sentito parlare di una grande scena rap e di un fotografo molto tosto di nome Peter Beste che ha fatto un libro con i loro scatti chiamato ‘Houston Rap’. Strafigo (solo dopo ho scoperto che Peter Beste ha scattato foto anche ai Mineral – ndr). Dal nostro punto di vista di europei siamo portati a pensare che il Texas sia molto diverso dal vecchio continente e anche dall’Asia e dall’Oceania. Tu che ne pensi? Esistono anche delle differenze fra Austin e Houston?
Chris Simpson: Si, siamo stati da poco in Giappone e Australia in febbraio e ti dirò che più viaggio e più sicuramente rimango stupito da tutti questi posti anche esotici se vuoi come il Giappone, ma sento anche in un certo senso che in fondo tutti i paesi sono la stessa cosa. Il Texas sicuramente è un posto noioso in confronto all’Europa… c’è un sacco di spazio.

SD: Come si suol dire, la parte più lunga di un viaggio dal Texas è sicuramente uscire dal Texas stesso.
Chris Simpson: Ahah assolutamente, ti prende tutta la giornata. Se ci pensi in tutto quello spazio qua in Europa ci mettereste tipo 5 nazioni!

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SD: Siete venuti dagli US apposta per partecipare al Groezrock ma questo inverno avete fatto un reunion tour e saprete bene che generalmente i fans li accolgono con parecchio scetticismo. In generale cosa ne pensate delle reunion?
Chris Simpson: Ovviamente noi ce la viviamo bene, invece, ahahah! So cosa intendi però…
Jeremy Gomez: Si, scetticismo è la parola giusta. C’è sempre qualcuno che pensa che la reunion farà cagare a prescindere, che il gruppo è solo interessato ai soldi… chiamiamoli detrattori. Noi siamo stati fortunati perché penso che il nostro pubblico, venendoci a vedere penso abbia capito che l’abbiamo fatto solo per riconnetterci con la musica e fra di noi, divertendosi. Quindi non penso che i detrattori siano un nostro problema come invece accade in generale… ma ti dirò che è anche molto chiaro distinguere quelle band che fanno un tour ma in realtà vorrebbero essere da tutt’altra parte. Capiamoci: anche io sono stato un detrattore per tanto tempo, specialmente su questi temi!

SD: State pianificando un nuovo disco?
Chris Simpson: Si! No, sto scherzando. Non ti dico che non vorremmo, ma non l’abbiamo ancora fatto. Per ora pensiamo solo ai tour. Di certo potremmo avere nuovo materiale da usare e l’unica conseguenza logica in effetti è farci su un nuovo disco.

officialmineral.com/

(Txt & Pics by Alessio Fanciulli Oxilia x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Spanish Mike interview – english version

August 11, 2015 |

SD: Mike, let’s start with the basics: state your name, age, city where you were born and where you live now.
SP: Michael “Spanish Mike” Cusanelli, 24, born in Washington Heights but raised in Long Island, New York. Currently living in beautiful sunny California.

SD: How did you start to get involved with skateboarding?
SP: I started skating around the age of 10 when my parents bought my brother and I ‘Toys “R” Us’ boards for Christmas and later, I remember my brother breaking both of our trucks; that was when I received my first video camera, Sony TR-900, for my 15th birthday.

SD: When and how did you decide to start filming professionally?
SP: Well, that is great question; it goes back to Tampa Am ’08 when I would film in the stands then one year I spotted Manny Santiago catching me film him. I have always been a fan of Manny’s skating since the ‘Thanks Camera’ days. I remember telling my older brother, “I am going to skate with this dude one day, just watch.” Fast-forward to 2008 at Tampa Am when I had all this footage of the ‘Famous’ team and knew I wanted to give it to them somehow; so, I went up to Manny and asked how I could send them the footage and he then proceded to give me his number and mentioned me to Felix Arguelles. I still remember to this day, Felix would always tell me, “No worries man, we are going take care of you.” I could not believe what I was hearing. I remember a whole year went by and nothing happened and then footage came out for Manny Santiago’s ‘Welcome To Famous’ part. Two years later and I remember Santiago telling me that Arguelles needed someone to film this *AMMO* USA promo and was wondering if I would be interested in moving to California and that was it, the rest was history. Felix always had a bigger plan for me but I never imagined it was going to be this. I am grateful for all of the opportunities Felix and Manny have given me.

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SD: Without getting too technical and specific, wanna tell our readers what your equipment is?
SP: I use a Canon 60D EOS DSLR Camera, Canon EOS 7D SLR Digital Camera, and a Panasonic AG-HMC150 AVCCAM Camcorder.

SD: East to west, I’ve seen that you contributed with RB Umali to film that Zoo York x Uprise skateshop part of Chaz Ortiz and you even filmed some tricks of Nick Tucker Primitive part ‘Golden Hour’. What are you up to these days?
SP: Yes, I am hyped I was able to contribute to great projects like those two. Having the chance to work with RB is like no other; he has been making skate videos longer than I have been alive and is responsable for a lot of the classic videos that we still all enjoy today. He is well respected in the industry and someone I definitely look up to. The Nick Tucker, ‘Golden Hour’ Primitive part was dope and put together by Primitive videographer and editor, Kyle Steneide, I only had two clips in the part but felt very connected to the project when I would hear some of the gnarly tricks Nick had accomplished. Nick Tucker is a beast and is for sure one of many great professional skateboarders out. Congrats on the part, Nick!
Nowadays, I am always out filming with whoever is trying to skate, I just love skateboarding and want to contribute as much as I can and be able to help out by creating something they are going to remember when they get older. I feel like if you have the ability to do something why not do it and do it good.

SD: What the typical day of Spanish Mike consists of?
SP: I usually wake up and text message some of my friends to see where they are skating for the day or what sessions are happening and I link up and join them. One day it could be a P-Rod session, next day, I could be at The Berrics or even the skate plaza that was recently built called “Sheldon Plaza” – no matter what I am always working and having fun.

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SD: What is your project that you are most proud of?
SP: The one project that I am most proud of just because of how life changing it was for me would have to be the *AMMO* New Years Revolution promo we dropped on New Year’s Eve 2011. I was given the opportunity to make this three-minute edit of Felix Arguelles, Manny Santiago, and Javier Nunez. I did not know what I was getting myself into but I knew it was going to be great. One thing I will forever appreciate and never take for granted is the fact that I was given an opportunity to truly showcase my talent and love for skateboarding. The promo focused on representing everyone’s personality as well as their passion for skateboarding. Thank you Felix, Manny, and Javier for the great times I had making that video.

SD: Being exposed all day to the evolution of street skateboarding must feel like a blessing for you. There must have been some heavy stress moments involved in all this sometimes. May you tell us a story that stuck to your mind of a pro skater going nuts?
SP: Skateboarding can be stressful at times it’s never easy. I just know that as a Filmerall you can do for a skateboarder is to be patient with them and support them throughout their trails and errors while filming a trick. When you can support someone in such a very stressful moment, know how to get them back on track, make sure they don’t lose focus, and come out on top with that clip, you feel like you were a part of that moment.

SD: At The Berrics there is a sign that says “never stop hopping fences”. How often do you get a ticket for trespassing?
SP: *knock on wood* but I have never received a ticket for trespassing and hopping fences is something I don’t want to stop doing ever because it’s only going to get worse when I get older if I stop now; I have to keep these legs going.

SD: I see that there is a lot of hype on that project called ‘We Are Blood’ that will be out next August. Are you involved in it? May you explain us a little more what it’s all about?
SP: Ty Evans is making history with that piece and is the mastermind behind it. I am not actually a part of it but I contributed one day at the courthouse with Ty. He let me use all of this amazing RED and MōVI equipment — I was very grateful for that. If I would have known what was happening earlier on I would have definitely helped him out more. I know it’s going to be something that will change skateboarding filmmaking forever and I can’t wait for it.

SD: Imagine that you could become the exclusive personal filmer of a pro skater. Who would you choose and why?
SP: Too many to choose from and honestly, I just enjoy capturing skateboarding from many different skateboarders and styles across the board.

SD: The video part of your dreams: name the skater and the soundtrack.
SP: Paul Rodriguez’s Girl – ‘Yeah Right!’ would have to be the video part of my dreams as for the soundtrack, it would have to be between Nas’ ‘Get Down And Made You Look’.

SD: The world wide web made clips accessible easily all over the world. This means that skateboarding gets a greater exposure but at the same time there is the risk that a video part that took months to be over will be forgotten in a matter of days. What’s your opinion on that?
SP: My opinion on it is that video parts will always be dropping and skateboarding is going to progress. I feel that the Internet hurts and help skateboarding in a way because you get to see stuff go down quicker then back in the day and waiting three years for a videotape drop. The thing that is change is the value on a video now then compared back then. I still watch all of my favorite skate videos from the early 2000′s before I go skate because that’s what drives me everyday. All I know is that skateboarding will always be there and the feeling you get while riding one will never change.

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Txt by Max Mameli – The Maxiemillion x Salad Days Mag – All Rights Reserved

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Stick To Your Guns + Deez Nuts + Trash Talk + Being As An Ocean @ Live Forum, Assago (MI) – recap

June 14, 2015 |

Una serata per amanti dell’hardcore punk in varie salse quella al Live Forum di Assago (MI). Si parte relativamente presto, apertura cancelli alle 8 con i Being As An Ocean che attaccano a suonare alle 8.30 davanti a quella fetta di pubblico che si trovava sul posto ancora prima dell’apertura, impaziente di cantare assieme a Joel Quartuccio e soci. Una scaletta relativamente breve, con pezzi tratti da entrambi i dischi, pezzi emozionali e pieni di passione che la band trasmette ai presenti. Successivamente salgono sul palco i Trash Talk, si sa che i quattro californiani non amano le transenne quindi come prima cosa il frontman Lee Spielman le supera e rimane per tutto il concerto in mezzo al pubblico. Forse per gli ascoltatori l’assenza di melodie o ritornelli catchy era fuori target, ma anche con qualche perplesso lo show è puro inferno e si conclude con Lee che incide col microfono il logo della band sui muri del Live Forum. Si ritorna ad un hardcore più moderno con gli Stick To Your Guns che prendono il palco, i cinque capitanati da Jesse Barnett eseguono una selezione di brani tratti dai loro dischi su Sumerian Records, e non perdono occasione tra un pezzo e l’altro di rimarcare le stesse tematiche che usano nei brani come il libero pensiero, la volontà personale, il brainwash dei media e dei potenti. La serata si conclude con il rap metalcore dei Deez Nuts: la doppia coppia Melbourne / NYC tira fuori tutto il meglio degli ultimi quattro dischi, sui quali il pubblico può scatenarsi accalcandosi sulle e cantare assieme a JJ Peters e soci (chissà se mentre urlano i cori più famosi si ricordano che son stati presi in prestito ai vari Black Moon, Dr. Dre, Wu Tang Clan…). In definitiva una serata con le bands che han fatto appieno il loro dovere, portando uno show potente e di qualità, l’affluenza del pubblico è stata buona anche se in realtà per un evento simile ci si poteva aspettare una vera calca, non lasciateveli sfuggire la prossima volta che passano in Italia.

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(Txt by Marco Mantegazza; Pics by Arianna Carotta)

Sonisphere Festival 2015 @ Assago, Milano – recap

June 10, 2015 | 3

Ritorna come ogni anno uno dei più grandi punti di ritrovo per gli amanti del metal in Italia, e come ogni anno abbiamo potuto assistere alla netta divisione tra chi critica e chi elogia.
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