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Salad Days Magazine | December 25, 2024

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New Candys @ Retronouveau, Messina – photorecap

January 18, 2020 |

New Candys @ Retronouveau, Messina – photorecap

Pictures by Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

NEW CANDYS

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Storm[o] + Mother @ CSO Pedro, (Pd) – photorecap

January 15, 2020 |

Storm[o] + Mother @ CSO Pedro, (Pd) – photorecap

Pictures by Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

STORM[O]

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MOTHER

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Colle Der Fomento @ CSO Pedro, Padova – photorecap

December 28, 2019 |

Colle Der Fomento @ CSO Pedro, Padova – photorecap

Pictures by Riccardo Libralon x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

COLLE DER FOMENTO

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Vans Picnic Table Contest @ Instambul, Turkey – photorecap

December 1, 2019 |

Vans Picnic Table @ Instambul, Turkey – photorecap

Piazza Beşiktaş 9 Novembre. Pics by Ramon Zuliani.

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The Fuzztones + The Trip Takers @ Retronouveau, Messina – photorecap

November 28, 2019 |

The Fuzztones + The Trip Takers @ Retronouveau, Messina – photorecap
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Lagwagon + Satanic Surfers @ New Age Club, Roncade (Tv) – photorecap

November 18, 2019 |

Lagwagon + Satanic Surfers @ New Age Club, Roncade (Tv) – photorecap

Pictures by Cristiano Crepaldi x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

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Chains @ Bar Pub Agorà, Finale Emilia (Mo) – photorecap

November 14, 2019 |

Chains @ Bar Pub Agorà, Finale Emilia (Mo) – photorecap

Pictures by Rigablood x Salad Days Mag – All Rights Reserved.

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Kaos One & Dj Craim @ Retronouveau, Messina – photorecap

October 28, 2019 |

Il Retronouveau di Messina divenuto ormai punto di riferimento in Sicilia per la musica dal vivo porta questa volta sul palco uno dei capostipiti e precursori della scena Hip Hop old school italiana, Kaos One & Dj Craim.

Un live intenso a tratti torrenziale che Kaos ha impostato magnificamente con un pubblico sempre attento e pronto a farsi trascinare dalle sue rime, coadiuvate dalle basi magistrali di Dj Craim che con disinvoltura ha creato scenari onirici e talvolta drammatici. Centro pieno!

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(Txt & Pics Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Todays Festival: quel che rimane

September 16, 2019 |

Il festival, andato in scena a Torino dal 23 al 25 agosto, ha ospitato artisti di fama internazionale, da Bob Mould agli Sleaford Mods…

L’autunno sta prendendo il sopravvento su Torino, rendendo ancora più grigio il suo profilo tipicamente riservato e austero. Nella malinconia dei tragitti percorsi su vecchi tram, vedo i manifesti del TOdays lentamente sgretolarsi o lasciar spazio a nuovi eventi. Ad appesantire l’aria la notizia delle dimissioni del direttore artistico, Gianluca Gozzi, arrivata non appena spente le luci del festival.

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Arrivo con molto ritardo a scrivere questo report ma, si sa, Torino è una città ad alto livello di produzione e i serrati ritmi lavorativi dal rientro delle vacanze non lasciano spazio nemmeno ai ricordi. Anche se, nel mio caso, il luogo in cui lavoro è proprio accanto a quello della manifestazione.

Non credo abbia più senso descrivere un festival artista per artista, non nell’epoca dei social, dove tutto è fruito e condiviso all’istante e l’interesse si perde nel tempo di una story su Instagram.

Ma se c’è qualcosa che rende TOdays diverso, è proprio il legame con il territorio che ospita le sue serate: Barriera di Milano è uno dei quartieri più difficili di Torino. Abbandonato a se stesso, abitato per la maggior parte da immigrati, è stato oggetto di rivalutazione o, se vogliamo, gentrificazione, con l’apertura del Museo Ettore Fico e dell’EDIT, un locale dai connotati post-industriali tipicamente hipsterini.

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Ma tutto ciò non è bastato: il Parco Aurelio Peccei, ad esempio, diviene quasi del tutto inagibile in estate, a causa di un’amministrazione che non è in grado di gestire l’unico punto di sfogo di un quartiere che non ha quasi nulla. Per questo il ruolo del TOdays diviene determinante: per 3 giorni la zona più arida della città, quella che dalle madamin torinesi viene definita fulcro di violenza e criminalità, si colora di musica.

Non solo Spazio 211 ma anche tutta la zona circostante prende vita, fino ad abbracciare tutta la città grazie anche agli eventi collaterali offerti, come workshop e mostre. Ed è difficile descrivere a chi non era lì cosa si prova a guardare i Parcels illuminarsi al tramonto, grazie ad un telo dorato alle loro spalle che rende tutto ancora più sognante, sapendo che dietro di te ci sono invece vecchi magazzini, edifici traballanti, case popolari.

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Il festival quest’anno ha deciso di non avere nomi italiani, forse proprio per sottolineare come la diversità sia una ricchezza. E lo è ancora di più quando ti ritrovi sul palco artisti che, senza l’esistenza di un format chiamato festival, probabilmente non avresti mai visto, come ad esempio Adam Naas, un elfo col trucco da panda che ammalia il pubblico grazie a una voce tra Prince e Jackson e a una presenza scenica da far invidia alle Queen del Coachella.

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Ma è nell’alchimia tra suoni la vera magia del TOdays: quando vedi la vecchia guarda, come Bob Mould, intrecciarsi ai ritmi dei Dengue Dengue Dengue o la meravigliosa inquietudine dei Low abbracciare la notte, trasformando il crepuscolo in una notte senza stelle sulle note di ‘Lazy’, dal primo album del 1994 ‘I Could Live In Hope’, lasciare spazio ai più giovani, che urlano a perdifiato sui pezzi dell’irlandese Hozier.

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E poi ci sono gli eroi senza tempo, come Johnny Marr che ci regala alcuni degli evergreen dei The Smiths (concludendo con una delle più famose hit per cuori infranti ‘ThereIs A Light That Never Goes Out’) e Jarvis Cocker dei Pulp e, che dire ragazzi, vorrei saper ballare in modo sensuale come lui che, in una tarda domenica di fine estate, nonostante il caldo umido e la stanchezza, ha tenuto in pugno tutto il pubblico, che ha poi trovato la pace tra gli esperimenti di soundscapes di Nils Frahm presso gli spazi dell’ex Incet.

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Menzione speciale per gli Sleaford Mods, il cui live gratuito al Parco Peccei alle 16.30 della domenica è stato un vero e proprio atto politico: il duo di punk elettronica di Nottingham è, infatti, la più reale emanazione del proletariato urbano e non poteva esserci una cornice più adeguata per la loro esibizione, proprio lì, tra quelli spazi che il comune ha definito “simbolo della lotta al degrado urbano e umano”. E mentre Jason urlava “kebab spiders, easy riders and flag tits”, a lato del palco abbiamo visto uno dei simboli più forti di questo evento: un box di Glovo posato per terra, probabilmente da un fattorino incazzato che ha mollato tutto per andare a vedere i propri idoli.

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(Ph. Serena Mazzini)

Cosa sarà del Festival ancora non lo sappiamo. Ciò che rimane è la certezza che quello che è partito come la Cenerentola dei festival estivi si è affermato come un modello positivo di simbiosi tra territorio, prese di posizioni coraggiose e musica che si fa politica. In caso, mancherà molto.

(Txt by Serena Mazzini e pics by Claudia Losini x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Schizo + Cripple Bastards + Nerobove @ Afrobar x Catania Tattoo Convention – photorecap

August 28, 2019 |

Schizo + Cripple Bastards + Nerobove @ Afrobar x Catania Tattoo Convention – photorecap

Pictures by Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All Rights Reserved. Full Catania Tattoo Convention report and Cripple Bastards interview out now on Salad Days Mag #40 – The Summer Issue -

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Flogging Molly @ Carroponte, Sesto San Giovanni (Mi) – photorecap

July 2, 2019 |

Flogging Molly @ Carroponte, Sesto San Giovanni (Mi) – photorecap

Pictures by Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved

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Descendents @ Carroponte, Sesto San Giovanni (Mi) – photorecap

June 30, 2019 |

Descendents @ Carroponte, Sesto San Giovanni (Mi) – photorecap

Pictures by Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved

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In.Fest 2019 Day 1/2 – recap

June 20, 2019 |

IN.FEST 2019 DAY #1 Live Club, Trezzo D’Adda (MI)

L’edizione 2019 di In.Fest non parte nel modo migliore causa defezione dell’ultimo minuto della band headliner del day one. I Beartooth, attesissimi, sono stati costretti a cancellare l’esibizione causa foratura gomma tour bus in Svizzera. La notizia ha scatenato l’ira dei fan, alcuni dei quali (quelli ancora non pervenuti al Live in orario di apertura porte) hanno preferito disertare e optare per il rimborso del biglietto. Male per loro, perchè le altre band in cartellone hanno tenuto tutte alta l’asticella senza, immagino, far rimpiangere la band di Caleb Shomo. Mi perdo, causa coda in autostrada, Why Everyone Left, band romagnola chiamata ad aprire il festival. Riesco forse a sentire qualche nota dell’ultima canzone mentre ritiro i biglietti in cassa. Mi dicono abbiano spaccato. A seguire As It Is, band di Brighton di cui si fa un gran parlare da parecchio tempo ormai. Mai seguiti troppo, nemmeno ai tempi dell’uscita del primo album ‘Never Happy, Ever After’ quando facevano pop-punk. Oggi suonano, stando alle loro dichiarazioni, una miscela di “emo, pop punk, post-hardcore”. A me hanno ricordato vagamente i 30 Seconds To Mars, con un cantante molto più valido di Jared Leto. Fatto sta che comunque non avevo grandi aspettative ma mi sono dovuto ricredere. Ottimo set, band che tiene il palco da paura, nessuna sbavatura. Ho capito perchè di loro si fa un gran parlare. Dopo un rapido cambio palco è la volta di un’altra band molto attesa, specialmente dalle pischelle, Our Last Night. La band dei fratelli Wentworth è in giro dal 2004 e si vede. Che sappiano suonare ormai tutti lo sanno, basta vedere i loro video su youtube, e dal vivo lo confermano, anche se qualche stecca, ad entrambi i fratelli, ogni tanto parte. Concerto comunque molto più che onesto. Chiusura del festival affidata ai Newyorkesi State Champs, paladini del pop-punk ormai da diversi anni. Su disco mi piacciono, ero molto curioso di vederli live. Devo ammettere che ci hanno messo un po’ a entrare in partita, penalizzati forse anche dai suoni peggiori di tutta la serata, ma dopo le prime tre canzoni di rodaggio, dalla quarta fino alla fine hanno mantenuto l’asticella altina, anche se il vocalist Derek DiScanio l’ho visto, in alcuni momenti, abbastanza in difficoltà. Il pubblico ha comunque gradito, ringraziando con un sing-a-long dietro l’altro e qualche accenno di circle pit.

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IN.FEST 2019 DAY #2 Circolo Arci Fuori Orario, Taneto di Gattatico (RE)

Ci spostiamo in Romagna per la seconda data di In.Fest, nella splendida cornice del circolo Arci Fuori Orario, locale che non conoscevo e nel quale non ero, ovviamente, mai stato prima. Il piatto forte della giornata sono sicuramente i Fever 333, attesissimi. Ad aprire la serata ci hanno pensato i romagnoli What We Lost e gli americani Starset, nuova band di Dustin Bates (Downplay). Ci perdiamo entrambe le band e non riusciamo a darvi un feedback delle loro esibizioni. Dei Fever333 si fa un gran parlare ormai da diverso tempo, tutti avevano già visto su youtube cosa sono in grado di mettere in piedi e alla fine del loro set nessuno è rimasto deluso. La scaletta pesca dai due lavori della band, ‘Made An America’ e il più recente ‘Strenght In Numb333rs’ e non lascia prigionieri. La band, coccolata da Travis Barker e John Feldmann, è ormai pronta per il grande salto. Chiusura della serata affidata a Underoath, band di Tampa, Florida che non ha bisogno di presentazioni per nessuno. I tempi d’oro, almeno in Italia, per loro sono passati da diverso tempo ormai; ne è la prova la pochezza di gente che, purtroppo, rimane ad assistere al loro set. Un’oretta di concerto dove la band suona praticamente un greatest hits con pezzi tratti dai suoi album più famosi e qualche traccia dell’ultimo ‘Erase Me’. A sorpresa suonano ‘Too Bright To See, Too Loud To Hear’, per ricordare a tutti che il discorso 777 non è stato proprio accantonato del tutto. Concerto regolare, tutti belli gasati a parte un Aaron Gillespie vistosamente stanco/scazzato. In.Fest è una bella realtà, forse per l’edizione 2020 sarebbe bello riuscire a condensare il tutto in una giornata unica (magari con due palchi) e fare due date nella stessa location (disponibilità permettendo). Unica nota negativa della serata per il locale: Fuori Orario sei bellissimo, hai una location che ti invidiano tutti ma non puoi non tenere aperta la cucina per chi è li ad assistere ad un concerto che dura dalle 18 alle 23 e offrire la possibilità di scegliere solo tra un panino al salame e uno con la coppa, tagliando praticamente fuori vegetariani e vegani. Se non volete smazzarvi voi il problema di sfamare il pubblico, attrezzatevi, nell’era dello street food non dovreste far fatica a trovare qualcuno, avendo anche lo spazio per poterlo fare. Che vi sia di monito per i prossimi eventi.

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(Txt Francesco Zavattari & Pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

Fever 333 @ Legend Club, Milano – photorecap

June 15, 2019 |

Fever 333 @ Legend Club, Milano – photorecap

Pictures by Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved

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