Gallery
Nothing @ Ohibò, Milano – recap
October 11, 2016 | Salad DaysNonostante la domenica sera e l’incombenza della settimana lavorativa il ritorno dei Nothing in Italia è stato un evento con un gran seguito, tanto da riempire abbondantemente la sala concerti dell’Ohibò di Milano.
Read More
Moose Blood + PUP @ Legend Club, Milano – recap
October 2, 2016 | Salad DaysUn sabato sera dalle aspettative molto alte, che vede il quartetto di Canterbury su Hopeless Records nel loro primo tour da headliner in Italia, dopo il passaggio qualche tempo fa come supporto ai Man Overboard in occasione del Pop Punk.It Fest.
Vengono accompagnati in apertura dai Luca Brasi: direttamente da St Helens, Tazmania con un bandname italoamericano, il loro show non dorme per niente coi pesci (Il Padrino, per chi non cogliesse la reference) ma riscalda la serata radunando tutti i presenti all’interno della sala concerti per tutta la durata del loro set e preparando la salita ai canadesi PUP. Secondo le preferenze personali di molti, dovevano essere proprio loro a fare da headliner, e il pubblico lo dimostra dando molto calore ed iniziando ad agitarsi davanti al palco fino al momento in cui il cambio porta i Moose Blood a suonare una scaletta, che si divide tra il loro disco di debutto ‘I’ll Keep You In Mind From Time To Time’ ed il loro ultimo lavoro ‘Blush’, dalla quale grafica viene presa l’idea per le decorazioni del palco: led strings rosa. Qualche scambio di parole verso il mixer per suoni non troppo precisi ma la performance è più che soddisfacente, dai pezzi più movimentati tipo ‘Bukowski’ a quelli da ascoltare tenendosi per mano tipo ‘Gum’. Chiusura di serata con la coda ai banchetti del merch dove erano presenti anche le versioni in vinile dei dischi di tutte le bands della serata.
(Txt Marco Mantegazza & Pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
Slayer + Carcass + Behemoth @ Market Sound, Milano – recap
September 4, 2016 | Salad DaysLo storico gruppo torna in Italia dopo una non lunghissima assenza a tenere alta la bandiera del thrash metal.
Questa volta lo fa portando con se i polacchi Behemoth e gli inglesi Carcass, che vanno così a completare una lineup imperdibile per gli ascoltatori di questi sottogeneri di metal estremo. Lo show, nella location open air milanese del Market Sound, viene aperto relativamente presto ma in perfetto orario dai Behemoth, sotto un sole cocente seppur calante che un pò si scontra con la loro attitudine e soprattutto col loro face painting. Per gli amanti del genere lo show è comunque intenso, Nergal che interagisce col pubblico a suon di bestemmie, costanti bocche a ferro di cavallo e grande cattiveria, non mancano poi messe nere in base prima dell’inizio dei pezzi, fuochi, passaggi di incensi come antibenedizione prima di pezzi come ‘The Satanist’ e ‘Ora Pro Nobis Lucifer’.
Tempo di una veloce cena agli stand e prendono posizione sul palco i Carcass, i quattro pionieri del death-grind si presentano davanti al gigante backdrop con la grafica di ‘Surgical Steel’, la maggior parte della scaletta è presa infatti da questo loro lavoro e la scelta di ‘Unfit For Human Consumption’ come pezzo di apertura non è casuale. Per fortuna c’è spazio per un pò di pezzi vecchi e ottima la chiusura con
‘Heartwork’.
Si è ormai fatta sera e poco prima delle 22 inizia l’arpeggio di ‘Delusions Of Saviour’ che preannuncia ‘Repentless’ come primo pezzo, poi doppietta dallo stesso disco con ‘Disciple’ e ‘God Send Death’ e finalmente la bella sorpresa di qualche pezzo vecchio del calibro di ‘Fight Till Death’ e ‘Mandatory Suicide’. Presenti ovviamente i classiconi da sentire per forza come ‘War Ensemble’, ‘Postmortem’, ‘Season In The Abyss’ e dopo una breve pausa il ritorno sul palco con ‘South Of Heaven’, ‘Raining Blood’, ‘Black Magic’ e la grande dedica al defunto Hannemann con ‘Angel Of Death’. Tolta la contentezza di vedere una band iconica è tempo di ragionare a mente fredda: sarà il fatto che non è passato troppo tempo dall’ultima volta che son venuti da queste parti (lo scorso novembre a Milano) ma lo show è sembrato troppo uguale a quello precedente in fatto di scaletta e forse addirittura inferiore a livello scenico, infatti nel tour di ‘Repentless’ la scenografia era effettivamente molto coinvolgente, con croci rovesciate che si muovevano su e giù dal top dello stage ed altri effetti che questa sera sono comunque mancati. Rimane comunque un appuntamento imperdibile e ci saremo sicuramente la prossima volta che i quattro di Los Angeles metteranno il piede nel Belpaese.
(Txt by Marco Mantegazza: Pics by Arianna Carotta x Salad Days Mag)
Parkway Drive @ Circolo Magnolia, Milano – recap
August 26, 2016 | Salad DaysEnnesimo ritorno in terra nostrana per i cinque di Byron Bay che ricalcano il palco del Magnolia di Segrate, alle porte di Milano, accompagnati solamente dai tedeschi Burning Down Alaska.
Read More
Bay Fest 2016 | Backy Bay, Bellaria, (Rn) – recap
August 21, 2016 | Salad DaysEbbene, la Riviera Romagnola non è solo un luogo esclusivo e famigerato per discoteche lidi. La Riviera Romagnola è stracolma di band, di piccoli club di punx scalmanati e ragazzi con tanta forza e caparbietà, proprio come gli stessi che anche quest’anno hanno tirato su il Bay Fest.
Se già la scorsa edizione, per chi c’è stato, aveva impressionato in quanto ad organizzazione e vastità del palco e coinvolto un grosso numero di persone beh quest’ultima è stata fantasmagorica, peccato per chi l’ha persa. Sin dalle prime ore del pomeriggio durante la prima giornata, il 14 di Agosto, attorno al BakyBay lido e all’area dedicata al fest, tutta nuova, in un grosso parcheggio limitrofo alla spiaggia, l’assembramento di gente è notevole. Al piccolo bar sulla spiaggia, da ‘Gigi’ ci si ferma a prendere un ghiacciolo e la ragazza al banco esclama subito: “Oh ma quanta gente avete portato quest’anno!”. I ragazzi di Lp Rock e dell’intera organizzazione sono sul posto da giorni ormai, i corpi trepidano d’emozione, è tutto pronto.
Aprono i cancelli alle 16:00 precise, la prima band, gli IS Ska-core salgono sul palco puntuali alle 18:00, ma prima di cominciare la folla è già tutta attorno al tendone del Punk Goes Acoustic, capitanato da Andrea Rock di Virgin Radio che incessantemente ha suonato cover del punk rock mondiale ad ogni cambio palco per tutta la due giorni. Accanto a loro, ci sono quelli del Filler: artisti, nient’altro da dire. Maglie del fest serigrafate all’istante, grafiche da capogiro e un paio di giochi divertenti tipo indovinare brani e dischi dei Nofx con dei bigliettini. Sul palco procedono le performance. Is, poi Coffee Shower punk rock con stile, ormai da tanti anni, proseguono i Talco paladini dello skacore da corteo, diciamo quello un po’ più politicizzato, e si arriva al momento dei super nomi: A Wilhelm Scream, a dir poco perfetti, una carica impressionate, il batterista è migliorato molto, Nuno il front man è irrefrenabile, forse il miglior show dopo quello dei Nofx per la prima giornata.
Strung Out subito dopo: sotto tono, il cantante stona parecchio e a volte i chitarristi vanno fuori tempo, molti reduci dal Punkrock Holiday dicono che li sono stati fantastici ma al Bay Fest non hanno dato proprio il massimo. E’ già tardi, ma nessuno è stanco, arrivano i Nofx: è un classico, Fat Mike entra e prende in giro tutti, molti tra il pubblico gridano già “suona!”, loro cominciano, ‘Linoleum’ è solo al terzo posto di una scaletta incredibile. Uno dei migliori show degli ultimi anni ha detto il grasso Mike, infatti hanno suonato venti minuti in più. Show concluso con gran fisarmoniche di Melvin. Quando tutto sembra finito, inizia sul secondo palco, quello dove suonarono i Millencolin l’anno scorso, in spiaggia, l’after party: gran bolgia e altro giro di alcolici, si canta e si salta fino all’alba.
Il secondo giorno di fest inizia con l’apertura dei cancelli alle ore 16:00, sempre come da programma. L’arrivo del pubblico si muove a rilento stavolta, il numero è minore, sul web alcuni, i soliti burloni, si lamentano per scelte di scaletta, per problematiche legate ai sistemi di sicurezza (tipo il non poter uscire una volta entrati se non con un pass) e per i suoni forse sporchi. Inutile dire che non ha un senso tutto ciò, vista la mole di lavoro che ogni regaz dell’organizzazione ha addosso, senza nessun pensiero al portafogli ma piuttosto per una grande passione, e sono inclusi i driver che hanno sudato davvero per far quadrare tutti gli spostamenti richiesti.
Iniziano i locali Honey, una magia, divertimento allo stato puro senza dar conto allo scarso numero di persone davanti al palco. Subito dopo salgono sul palco i romani Lags, ovviamente la nota più divertente per tutti è vedere il simpaticissimo Andrew Howe che non è solo quello dello spot del Kinder Bueno eh, è uno forte in atletica, tipo, e una bomba a suonare la batteria. Arriva poi il momento dei nuovi idoli delle folle punk hardcore nostrane, gli Slander! Muro sonoro, gran bolgia, velocità massima per i veneziani, forse però la grandezza del palco non giova alla loro performance.
Super nomi anche per la seconda giornata. Derozer, sono i primi a salire sul palco, ora: cosa vuoi dire ai Derozer? C’era chi dal lato gridava scherzando “fate i Derozer!”, certo perchè sono perfetti da vent’anni tipo, poi chiudono con ‘Branca Day’ e scatta il caos.
Satanic Surfers: Rodrigo ha la solita maglia con le maniche strappate degli Antiseen. Dice che in Italia gli porta fortuna, infatti va alla grande anche questa volta. Molti attendevano questo momento, soprattutto chi se li era persi durante l’anno ad eventi come il Groezrock, pazzeschi, velocissimi.
Ultimi, non da poco, in chiusura tra stanchezza e birre volanti gli Screeching Weasel: musicalmente viaggiano, ringraziano ed invitano sul palco anche Andrea Manges vecchio amico, Ben il frontman però forse si dilunga in qualche critica di troppo, discorsone sulla Monster Energy evitabile (e tra l’altra già sentito al Groez/ndr).
L’after party è responsabilità dei ragazzi del ‘Dirty Monday’ di Milano sul secondo palco, nel mentre però ci si comincia a salutare ed organizzare per la chiusura di quello che resterà tra gli eventi più belli e ben ricordati dell’anno. Poi ti capita anche che salta un transfer alle 23:00 all’imrpovviso e la mattina dopo porti in van fino all’aeroporto di Bologna il chitarrista dei Weasel, brutto? A me è capitato. Questo è il Bay Fest 2016, non c’è spazio per le lamentele, ma per i tanti applausi e i complimenti per chi si è fatto in quattro.
(Txt by Turi Messineo – Pics by Arianna Carotta)
Tyler The Creator live @ Carroponte, Sesto San Giovanni (Mi) – recap
July 27, 2016 | Salad DaysOttimo riscontro per la data milanese del rapper losangelino, che si è trovato sul palco junior del Carroponte di Sesto San Giovanni di fronte ad un’area piena di appassionati del suo stile, musicale e non.
Ad accompagnarlo nel suo tour ci sono i compagni di Odd Future, Taco e Jasper, che son stati ovviamente valore aggiunto alla proposta della serata. Una permanenza forse leggermente corta, circa un’oretta volata via senza accorgersene perchè come sappiamo il tempo vola quando ci si diverte e lo show è completamente coinvolgente: la figura istrionica di Tyler si dilunga in conversazioni con i presenti tra un pezzo e l’altro, portando il tutto su un piano soprattutto comico. E allora non mancano le risate quando prende a pugni un alieno gonfiabile regalatogli da qualcuno del pubblico, quando rimanda indietro un reggiseno che gli è stato tirato sul palco, quando si esalta perchè qualcuno tra la folla alza una tavola promodel dell’amico skateboarder Kevin Bradley. Rimanendo poi sulla parte musicale nessuno rimane deluso: i tre sul palco saltano e ballano sui pezzi più ritmati come ‘What The Fuck Right Now’, ‘Deathcamp’, ‘Pilot’ e ovviamente ‘Yonkers’, riportano un’altra atmosfera su ‘She’ ed altri pezzi dal mood più tranquillo. La cosa più strana (ma giustificabile) dello show è stato vedere dopo l’entrata i ragazzini che correvano non sotto il palco ma direttamente in fila (che arrivava ad un centinaio di persone) davanti alla tenda del merch, per tentare di accaparrarsi uno o più pezzi della collezione di vestiti ed accessori di Tyler…
(Txt Marco Mantegazza: Pics Arianna Carotta x Salad Days Mag)
Adolescents + Kerosene @ K100, Campi Bisenzio (Firenze) – photorecap
July 26, 2016 | Salad DaysAdolescents + Kerosene @ K100, Campi Bisenzio (Firenze). Martedì 19 luglio 2016. Prima serata organizzata da Underdogs Collective.
Pics by Francesco Ristori x Salad Days Mag – All Rights Reserved
KEROSENE
Deftones live @ Live Club, Trezzo (Bg) – recap
July 12, 2016 | Salad DaysDopo sei anni dal passaggio su questo stesso palco, la band californiana torna nel Bel Paese per presentare il suo ultimo lavoro ‘Gore’ corredato dai brani più famosi che accompagnano la band da ormai decenni.
La serata inizia con i londinesi Three Trapped Tigers, che con il loro misto di post-rock, hard rock ed elettronica intrattiene la gente che inizia già ad affollare il Live Club. Meno di un’ora di set per poi lasciare spazio al cambio palco e alla salita di Chino Moreno e soci sul palco. Inizio di fuoco con ‘Rocket Skates’, ‘My Own Summer’ e ‘Be Quiet And Drive’, il tutto accompagnato da uno spettacolo di luci a volte soft a volte accecanti che completano la parte visuale del concerto. Il locale è veramente gremito, d’altronde lo show è sold out da ormai parecchie settimane, e dentro si fa fatica a muoversi, cosa che costringe il management ad aprire uno dei balconcini per permettere alla gente di evitare un pò di calca. Band nettamente a suo agio sul palco e davanti alla folla, che non si risparmia in quanto a singalongs e movimento / stage diving, chiusura con ‘Root’ ed ‘Engine n°9′ per un degno show che ha lasciato solo commenti positivi al riguardo.
(Txt Marco Mantegazza; Pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
Bad Religion live @ Market Sound, Milano – recap
July 6, 2016 | Salad DaysIl ritorno in Italia della band culto del punk rock.
Arriviamo all’ingresso del Market Sound, location milanese già collaudata l’anno scorso per un’altra sessione di concerti estivi, e dopo i controlli di rito arriviamo di fronte al palco “piccolo” dove sta finendo di suonare la band di apertura, Siveral da Milano, una band alternative rock che per quanto sia capace stride abbastanza con lo spirito punk rock della serata. Dopo il cambio palco e l’accensione dello schermobackdrop con il classicissimo logo impossibile da non riconoscere, salgono sul palco i 5 di Los Angeles. Alcuni di loro non mancano tantissimo dall’italia, abbiamo visto nei mesi scorsi Jay Bentley sul palco coi Me First And The Gimme Gimmes e Brian Baker assieme ai suoi Dag Nasty (l’intervista completa la potete leggere su Salad Days Mag #28 – The Summer Issue). Greg Graffin sembra contento di tornare tra il popolo italiano, che non ha mai mancato di dargli affetto e se ne ricorda bene quando al microfono dice che la serata è fantastica e, rivolgendosi a Baker, che sarebbe perfetta con un calice di vino e le stelle. Baker non può fare altro che ricordare a tutti che è l’unico membro straight edge della band e la cosa non lo concerne. Dal punto di vista musicale lo show è ottimo, un inizio con pezzi più recenti quali ‘Crisis Time’, ‘Social Suicide’ e ‘Fuck You’, per poi andare indietro a ‘No Control’ e ‘I Want To Conquer The World’, tutta la scaletta è un viaggio temporale nella loro discografia con la particolarità di aver racchiuso a piccoli gruppi dei pezzi di ogni era. E così si prosegue con ‘Los Angeles Is Burning’, ‘Robin Hood In Reverse’, si torna indietro a Tony Hawk Pro Skater 2 con ‘You’ e si ritorna a cantare tutti assieme con ‘Sorrow’. Nonostante la polvere alzata dal pogo e 27 pezzi suonati, i Bad Religion tornano sul palco per chiudere con le tre più attese da tutti in sequenza, ‘Punk Rock Song’, ‘Infected’ e ‘American Jesus’. Uno show ottimo, che fa salire le aspettative per questa band di (ci tocca ammetterlo) non più giovani ma che è un ottimo esempio di età che si trasforma in esperienza, di un gruppo che ha posto le basi per il suo genere e continua a costruirci sopra.
(Txt Marco Mantegazza – Pics Francesco Castaldo)
Punk Rock Summer Nationals: The Offspring + Pennywise @ Park Rock Fiera, Rimini – photorecap
June 27, 2016 | Salad DaysPunk Rock Summer Nationals: The Offspring + Pennywise @ Park Rock Fiera, Rimini – photorecap
Read More
Push Milano 2016 – recap
June 24, 2016 | Salad DaysAnche quest’anno abbiamo onorato il Go Skateboarding Day. Siamo scesi in strada e abbiamo spinto per le nostre città.
A Milano i ragazzi di Chef Family, Spaghetto Child, Prosper Visionz, Recycling Boards e Davide Martinazzo si sono riuniti per guidare lo sciame di skater radunati in Centrale. Ogni realtà ha organizzato dei best trick contest lungo il percorso e al Lambro la session infuocata non é mancata. Grazie a tutti voi che avete spinto la vostra tavola e avete partecipato al nostro evento. Ci vediamo il 21.06.17.
Foto credits: Ramon Zuliani
Titor @ Blah Blah, Torino – photorecap
June 22, 2016 | Salad DaysTitor @ Blah Blah, Torino – photorecap
Pictures by Miserianera x Salad Days Mag – All Rights Reserved
Gods Of Metal @ Autodromo Nazionale di Monza (MB) – recap
June 18, 2016 | Salad DaysRitorna dopo 4 anni il festival metal per eccellenza, che riunisce realtà storiche e novità in una giornata totalmente imperdibile per gli amanti del genere.
In questa giornata di quasi 13 ore di gruppi in rotazione su un singolo palco, perdiamo sia gli openers italiani Overtures e Planethard che i Jeff Angell’s Staticland, arrivando in corrispondenza dell’inizio dei The Shrine. Non proprio all’inizio certo, perchè da tabella la loro prima nota doveva essere alle 13.30 mentre alle 13.15 dalla cassa ticket sentiamo il riff iniziale di ‘Tripping Corpse’ che apre il loro set. Ci affrettiamo per raggiungere lo stage e vedere in azione il loro stoner skaterock anche se comunque tra punti di controllo vari la distanza è di circa 10/15 minuti a piedi, riusciamo quindi a vedere la rimanenza del loro set, con un pubblico che sembra apprezzare il loro sound vintage ma forse non capisce a 360 gradi la vera essenza di questa band. Tempo di un veloce pranzo nei truck mobili ed ecco salire sul palco gli Halestorm, l’imponente voce di Lzzy Hale e la sua presenza con in braccio una Explorer valgono sicuramente lo spettacolo, prima volta che li vediamo dal vivo dopo la loro lunga carriera e non siamo rimasti delusi. Successivamente la band ha incontrato i fans sul rig Monster Energy, veramente molta gente si è fatta decine di minuti di coda per una foto, una firma, o un bacio sulla guancia da Lzzy. Verso la fine del loro set andiamo nel backstage dove incontriamo gli Shrine per un’intervista programmata all’ultimo, ci ritroviamo quindi in piedi in cerchio con birrette in mano ed un registratore nel mezzo a parlare di amplificatori vintage, skateboarding e psichedelia mentre di fianco a noi stavano intervistando Dave Mustaine con telecamere fisse, seggioline e backdrops… Ritorniamo in zona pubblico che stanno iniziando i Gamma Ray, quindi rimaniamo lì ad ascoltare gli assoli di Kay Hansen e soci: forti della loro presenza sulle scene da ormai decine di anni ci son piaciuti molto e siamo rimasti ad ascoltarli anche quando una pesante ma breve pioggia ha bagnato la folla davanti a loro. A metà pomeriggio è il turno dei Sixx: A.M, ed avevamo lo stesso feeling di quando dopo un fantastico film di supereroi ti appresti ad andare al cinema a vedere lo spin-off. Le premesse erano molto alte: una formazione che oltre al “the infamous” Nikki Sixx annovera anche Daren Jay Ashba (già precedentemente nei Guns N’ Roses) e prima data in Europa dopo 4 dischi e 1 ep. Ammettiamo che lo show è divertente e coinvolgente, niente amplificatori nè elementi scenici in favore di due coriste affianco alla batteria, il pubblico canta con la band che fa di tutto per muoversi da una parte all’altra del palco, fino quasi a scendere in zona pit, col sudore che si riversa sul trucco del face painting. Finiscono in anticipo rispetto agli orari segnati, i fans li raggiungono al rig Monster Energy per una signing session con abbracci di rito e ne approfittiamo anche noi per un giro di bevande che ci aiuteranno ad affrontare i gruppi successivi. Inizio esplosivo per i Megadeth, forse uno dei gruppi con la maggioranza di fans all’interno del pubblico, intro e ‘Hangar 18ì che ha fatto impazzire al volo sia i supporters della vecchia guardia, sia chi se la suonava semplicemente in Guitar Hero. Una cosa divertente era la differenza tra il Mustaine cantante, che seppur con qualche difficoltà tirava fuori un cantato tendente al potente, e quello che parlava in mezzo ai pezzi con voce tenera e flebile che faceva quasi tenerezza. Scherzi a parte, uno show solido, quasi da headliner. Il parco dell’autodromo di Monza si è ormai riempito di gente, che si accalca sempre di più in corrispondenza del centro per l’inizio di uno dei due main guest della serata, i Korn. Direttamente da quel passato non troppo lontano fatto di adidas gazelle, high-knee socks con baggy shorts e dreadlocks, i Korn ripropongono tutte quelle hit che son state la colonna sonora della “X Generation”. Jonathan Davis, che i fan hanno potuto incontrare sul Monster rig precedentemente alla salita sul palco per una molto partecipata signing session, si fa veramente in quattro per riportare vivo quello spirito nu-metal che forse ai giorni nostri trova meno spazio. Si nota che lo show è solido ma manca quel “quid” nella sua voce, ci viene poi spiegato che sporadicamente deve attingere alla bombola d’ossigeno posizionata dietro la batteria, quindi gli perdoniamo se ogni tanto la voce non rimane presente come dovrebbe. Momento top con il medley del riff centrale di ‘One’ dei Metallica, stoppato purtroppo prima dell’inizio degli assoli della canzone originale. Cambio palco infinito che ritarda di qualche minuto l’inizio degli headliners Rammstein, ma capiamo subito il perchè: non deve essere facile il lavoro dei tecnici che devono montare uno scenario che va oltre il semplice concerto, quasi verso una scenografia teatrale. Partenza con fuochi pirotecnici e chitarristi che scendono direttamente dal tetto del palco con delle piattaforme, con tutta la scenografia in puro stile industrial ovviamente. Cassa dritta e voce baritonale che fan da padrone, con un pubblico che pur di cantare coi propri idoli si reinventa madrelingua tedesco. Lo spettacolo è coinvolgente e decisamente a 360 gradi, quasi sensoriale. È di sicuro un’esperienza che può coinvolgere anche gente che, come noi, non è patita di questo tipo di metal ma che di fronte ad un vortice di spari, fuochi, volumi molto molto alti non riesce a rimanere indifferente. Uno spettacolo inquadrato, con delle parti imparate ad arte, pezzi di scenografia che si muovono, girano, scoppiano, ed un climax su ‘Du Hast’ dove Till Lindemann imbraccia un lanciarazzi che fa partire dei fuochi verso le torrette dei mixer, che gli rispondono con altrettanti fuochi in direzione opposta dando il via ad una finta esplosione di palco che lascia tutti a bocca aperta. Riusciamo a scappare via subito per non incorrere nel classico collo di bottiglia della fine di ogni concerto così grosso, e tirando le somme possiamo dire che innanzitutto il tempo ha graziato questo fest, secondo le previsioni poteva andare molto peggio e l’area concerti, totalmente su erba naturale, poteva diventare un immensa distesa di fango. Secondariamente bisogna dire che il forfait dei precedentemente annunciati Kiss e Down è stato si un duro colpo ma la lineup è rimasta comunque interessante ed aperta a svariate sfumature di metal.
(Txt by Marco Mantegazza; Pics by Arianna Carotta) – All Rights Reserved
Attila + Wage War @ Legend Club, Milano – photorecap
June 13, 2016 | Salad DaysAttila + Wage War @ Legend Club, Milano – photorecap
Pictures by Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved