Bunker 66 interview
Intervista con Mirko, batterista dei Bunker 66! Se amate i Venom e il demoniaco black metal vecchia scuola, dalla Norvegia alla ben più solare Sicilia il passo è davvero breve, se invece vi affidate solo ai “consigli per gli acquisti di Spotify e Co.” continuate ad ascoltare i Mayhem 2.0 e bere la birra nei bicchieri di plastica…
SD: Partiamo dalla fine, abbiamo visto che avete un nuovo componente alla voce/basso, sarà la formazione definitiva?
B: Eeeehhh, questo è da capire, ma presumo di sì, nelle ultime due settimane abbiamo avuto dei problemi di natura più che altro logistica, spostamenti, viaggi e a Peppe cominciava a pesare, per cui penso che alla fine andremo avanti così, ma siamo comunque una cricca di amici, non ne facciamo grandi drammi. Il nuovo membro è Claudio dei Gargoyle di Reggio Calabria da non confondere con quelli americani e immagino altre bands con lo stesso nome o la serie animata…
SD: I testi dal contenuto immaginario zombie, pseudo satanico, stregonesco, dark, fiabesco, ma pur sempre satirico, ironico se non favoloso, chi li scrive?
B: Io, devo dire che sono cambiati negli anni, ma come dici tu, la componente finto malvagia è sempre stata presente. L’influenza principale sono i Venom, metti un album come ‘Black Metal’ dove poi inseriscono un testo come ‘Teacher’s Pet’. Diciamo che nell’ultimo album mi sono buttato un po’ più sull’evil con un sacco di frecciatine, citazioni, metafore, minchiatine, piccole cazzate anticristiane nascoste tra le righe che chi riesce a cogliere magari mi dice: “eh ma sai in quella riga secondo me…” e io sono felice di queste stronzate.
SD: La musica invece chi la compone (dalla regia mi suggeriscono il songwriting, bah!)?
B: Allora, i riffs dei primi due dischi quasi tutti Antonio, il primo chitarrista, poi se n’è andato e dal 2016 l’80% viene da me, perché io strimpello un po’ la chitarra e nell’ultimo disco Fabio (chitarra) si è inserito alla grande, direi un 50 e 50 io e lui
SD: Ma quindi sai fare anche le plettrate veloci su e giù?
B: Sì, ma zappando, io in realtà metto le idee, mi piace creare, poi sistema tutto Fabio…
SD: Perché l’idea di questa voce lontana, sepolcrale, anche bassa di volume?
B: Sì, si perde un po’ anche nel mix, nel precedente in effetti la voce è un po’ più “avanti” rispetto gli altri strumenti e l’effetto, secondo me, è migliore; solo che noi siamo fissati con questo riverberone alla ‘Bonded By Blood’ (non dobbiamo e soprattutto, non vogliamo specificare-ndr), quindi il delay che gli dà quel tocco evil…
SD: Però poi si perde il volume tra la musica…
B: Eh in effetti un po’ sì, soprattutto nell’ultimo, ma sai com’è, poi noi siamo pigri e quindi una volta che viene fatta la parte, pensiamo eddai su, va “bbonu a cussì”, anche perché arrivi a un certo punto durante la registrazione in cui non ce la fai più, esplodi e la pigrizia prevale.
SD: Le parti melodiche dei Bunker66 da dove escono fuori e come le fa’ il nuovo cantante?
B: Sempre idee mie, durante il lavoro mi vengono queste idee mentre sono in ufficio, ora quelle parti dal vivo le faccio io, Claudio ha un suo timbro e per il futuro non le escluderemo. Come al solito nessuna progettualità.
SD: Per le copertine invece, visto la quasi definitiva dipartita di Peppe, potrebbe partecipare con un disegno nei progetti futuri?
B: Certo, lui è l’autore di ‘Inferno Interceptors’, e anche se io sto cercando dei disegni più dettagliati mentre lui è forse più fumettistico, non si esclude nulla, per la verità è tutto dettato abbastanza dal caso, non programmiamo molto, le idee vengo anche dagli amici, un po’ da tutti. E non ultimo, se dovessimo scegliere un artista a pagamento, influisce anche l’elemento economico, magari cercare qualcuno meno esigente o forse l’etichetta ci darà una mano, vediamo.
SD: Progetti futuri?
B: Non per ora, veniamo da questo periodo di relativo stress, tra concerti vari in giro e cambio formazione, abbiamo un album, siamo freschi di split e abbiamo un pezzo nuovo, per cui per ora, a parte forse una mezza idea su un artista per la prossima copertina, ce ne stiamo in relax e andiamo avanti così con quello che abbiamo…
SD: Differenza tra Italia ed estero?
B: Bah, venendo da un micro mondo quale è quello che frequentiamo cioè metal estremo e punk, sostanzialmente è tutto simile, forse all’estero trovi più professionalità nella gestione dei suoni sul palco e in tutto quello che ruota attorno alla band, per esempio il catering, diciamo che i gruppi sono più coccolati, ma per quello che riguarda il pubblico, l’entusiasmo che troviamo è lo stesso, almeno questa è la nostra esperienza.
SD: I Vegan…
B: Ho almeno un 40% di amici vegani, ammiro la loro autodisciplina, io purtroppo sono vizioso da fare schifo, appena sento un po’ di odore di mortadella cedo miseramente, ma ti confesso che vorrei avere un po’ di disciplina ed essere magari vegetariano, lo penso da anni.
SD: Face Your Enemy…
B: Ti dico la verità, ho visto solo un video e ci ho suonato assieme in un festival e in quelle situazione un po’ ti perdi in giro, posso dirti che non è il mio filone, arrivo a ‘Urban Discipline’ dei Biohazard, loro invece si spingono ben oltre, diciamo che non è la mia tazza di thè, nonostante ascolto un po’ di hiphop, ma veramente poco. Sono legato più all’hardcore anni’80!
(Txt Giulio; Pics Giuseppe Picciotto x Salad Days Mag – All RIghts Reserved)
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