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Salad Days Magazine | November 5, 2024

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Big Brave ‘Ardor’

Big Brave ‘Ardor’
Salad Days

Review Overview

6.5
6.5
6.5

Rating

BIG BRAVE
‘Ardor’-CD
(Southern Lord)
6.5/10


Tornano i Big Brave, di nuovo con Southern Lord. ‘Ardor’ è il terzo full-length del trio di Montreal. Reduci da ‘Au De La’, dove i Big Brave avevano dato prova del loro enorme talento sia come musicisti che come compositori, siamo di fronte alla conferma di una band creatrice di una musica personale, fatta di continui chiaro-scuri, caratterizzata dalla voce di Robin Wattie, a metà tra Bjork e Kim Gordon. L’opener del disco ‘Sound’, è una traccia di dodici minuti, in cui la band canadese decide di fondere ambient, noise rock, drone e doom. La musica dei Big Brave è un’ipnosi dal primo all’ultimo secondo. ‘Lull’, seconda traccia del disco, si muove lenta: la voce si addolcisce ed il suono sembra quasi stia prendendo una direzione post-rock, ma molto, molto vicina al noise. Un viaggio chitarristico, profondo, magnetico e distorto della durata di 14 minuti. ‘Ardor’ si chiude con un brano ancor più lungo dei precedenti. L’atmosfera si fa apocalittica: un tamburo batte incessante e cadenzato, le chitarre prendono una potenza mai sentita fino a questo punto, la voce della bella frontgirl è tanto dolce quanto sgraziata. Acida tanto quanto armonica. ‘Borer’ è un’altalena tra abisso e superficie. Così l’intero album. Questo dinamismo rende i Big Brave una band consapevole del proprio suono. Lo manipola e lo sviscera con eleganza. Abili distorsori. Maestri nel creare lunghi e psichedelici panorami sonori attraverso droni e sessioni ritmiche rituali ed ipnotiche. Come sempre quando l’unica difficoltà è quella di incasellare una band all’interno di un genere, una scena, un circuito, qualsiasi perimetro esistente, allora non può essere che il segno di qualcosa di interessante.
(Valentina Vagnoni)

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