Bad Religion live @ Market Sound, Milano – recap
Il ritorno in Italia della band culto del punk rock.
Arriviamo all’ingresso del Market Sound, location milanese già collaudata l’anno scorso per un’altra sessione di concerti estivi, e dopo i controlli di rito arriviamo di fronte al palco “piccolo” dove sta finendo di suonare la band di apertura, Siveral da Milano, una band alternative rock che per quanto sia capace stride abbastanza con lo spirito punk rock della serata. Dopo il cambio palco e l’accensione dello schermobackdrop con il classicissimo logo impossibile da non riconoscere, salgono sul palco i 5 di Los Angeles. Alcuni di loro non mancano tantissimo dall’italia, abbiamo visto nei mesi scorsi Jay Bentley sul palco coi Me First And The Gimme Gimmes e Brian Baker assieme ai suoi Dag Nasty (l’intervista completa la potete leggere su Salad Days Mag #28 – The Summer Issue). Greg Graffin sembra contento di tornare tra il popolo italiano, che non ha mai mancato di dargli affetto e se ne ricorda bene quando al microfono dice che la serata è fantastica e, rivolgendosi a Baker, che sarebbe perfetta con un calice di vino e le stelle. Baker non può fare altro che ricordare a tutti che è l’unico membro straight edge della band e la cosa non lo concerne. Dal punto di vista musicale lo show è ottimo, un inizio con pezzi più recenti quali ‘Crisis Time’, ‘Social Suicide’ e ‘Fuck You’, per poi andare indietro a ‘No Control’ e ‘I Want To Conquer The World’, tutta la scaletta è un viaggio temporale nella loro discografia con la particolarità di aver racchiuso a piccoli gruppi dei pezzi di ogni era. E così si prosegue con ‘Los Angeles Is Burning’, ‘Robin Hood In Reverse’, si torna indietro a Tony Hawk Pro Skater 2 con ‘You’ e si ritorna a cantare tutti assieme con ‘Sorrow’. Nonostante la polvere alzata dal pogo e 27 pezzi suonati, i Bad Religion tornano sul palco per chiudere con le tre più attese da tutti in sequenza, ‘Punk Rock Song’, ‘Infected’ e ‘American Jesus’. Uno show ottimo, che fa salire le aspettative per questa band di (ci tocca ammetterlo) non più giovani ma che è un ottimo esempio di età che si trasforma in esperienza, di un gruppo che ha posto le basi per il suo genere e continua a costruirci sopra.
(Txt Marco Mantegazza – Pics Francesco Castaldo)
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