Avatar ‘Hail The Apocalypse’
Review Overview
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‘Hail The Apocalypse’-CD
(Gain Music)
4/10
Un avatar è un’immagine virtuale di sé, una maschera, un artificio, un’esposizione superficiale o addirittura fittizia del proprio essere, e forse gli svedesi Avatar non si chiamano così per puro caso. Per chi non conoscesse questa band attiva già da oltre dieci anni, essa punta molto sulla propria immagine, che rimanda a circhi dell’orrore, a clown malvagi, con tanto di face painting e giacche da antichi circensi zigani. Un ballo inmmaschera a tinte groove metal e ritmiche da marcette agrodolci degne di nani e ballerine in corteo. Gli Avatar sono entrati nel circuito che conta grazie al precedente album ‘Black Waltz’ ed il seguente tour che li ha visti spalla degli Avenged Sevenfold, coi quali avranno sicuramente condiviso le trousse per il trucco… Oggi presentano ‘Hail The Apocalypse’, un album di undici tracce dal sound pompato, che però non fa assolutamente breccia coi suoi rimandi nu metal, assoli, melodie poco efficaci, ma soprattutto con quel gusto da parco a tema che avvolge volutamente questo disco. ‘Puppet Show’ è una canzone emblematica degli intenti della band, un pezzo che farà gettare dalla finestra il disco a tutti coloro che non amano i freak show patinati. I tentativi di risultare aggressivi, violenti, romantici, burloni e malinconici, proprio in sintonia con l’animo del clown, finiscono in una pagliacciata. Siamo ben lontani da clown tipo Captain Spaulding, veramente cattivi e bastardi, siamo di fronte invece ad un Alice Cooper di serie B che tenta di suonare i Rammstein o giù di lì. Da segnalare anche una cover di ‘Something In The Way’, così, tanto per sciupare una canzone dei Nirvana, e le immancabili ballate tristi, poetiche e struggenti quanto un ferro da stiro. Il tutto risulta piuttosto patetico, troppo costruito; quel che resta è giusto la loro immagine un po’ pacchiana.
(Francesco Banci)
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