Architects ‘Holy Hell’
Review Overview
8
8ARCHITECTS
‘Holy Hell’-CD
(Epitaph)
8/10
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando gli Architects venivano etichettati come giovane band metalcore di belle speranze e poco più: i ragazzi di Brighton sono passati appunto dall’essere i “cocchi” della stampa inglese (con tutti i pro e contro del caso) a raggiungere il grado di band leader di genere (metalcore per i meno ferrati sulla carriera della band) pur avendo pubblicato qualche colpo a vuoto (il discusso ‘The Here And Now’). Proprio quando i nostri sembravano inarrestabili la tragica perdita di Tom Searle rimetteva tutto in discussione ma ‘Holy Hell’, ottava fatica in studio della band, fuga ogni dubbio sulla volontà degli Architects di onorare al meglio la memoria del chitarrista prematuramente scomparso. Le note di ‘Death Is Not Defeat’ non danno scampo a illazioni di sorta, gli Architects sono tornati più in forma che mai con il loro metalcore diretto e incisivo, una partenza con il pedale dell’acceleratore decisamente pigiato a fondo e che mette in chiaro che qui non si fanno prigionieri. E’ difficile trovare un brano fuori posto in ‘Holy Hell’, album che si concede il lusso di utilizzare una sezione d’archi proprio nella titletrack senza cadere nel banale o nel già sentito: ‘Royal Beggars’ e la già nota ‘Hereafter’ danno la misura di un disco meditato e curato nei minimi particolari che tutti gli amanti della band non potranno che consumare a furia di ascolti. Come sempre da sottolineare i testi della band, mai banali e stereotipati, in questa prova ancora più personali e sofferti (ovviamente tanti i rimandi allo scomparso Tom). Anche se odiate per partito preso il metalcore come genere il nostro consiglio è di non perdervi la prova degli Architects, una delle uscite più intelligenti e convincenti (metalcore o meno) partorite in questo 2018. E l’appuntamento live a fine Gennaio a Milano diventa davvero uno degli eventi da segnarsi con il famoso cerchio rosso sul calendario.
(Davide Perletti)
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