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Salad Days Magazine | November 22, 2024

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ALOS? ‘EMBRACE THE DARKNESS’

ALOS? ‘EMBRACE THE DARKNESS’
Salad Days

Review Overview

8
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Rating

ALOS?
‘Embrace The Darkness’-LP/BOOK
(Archaeological/Dio Drone/Occulto)
8/10


L’opportunità di fare una recensione che esce dalla comfort zone di Salad Days. Se fossimo un quotidiano, questo sarebbe il sottotitolo. Se fossimo su Instagram, questa sarebbe la mia risposta ad un interessantissimo post di @alessandrozappulli, quello in cui il “nostro” tocca un classico di Enrico Silvestrin: la critica – o forse il giornalismo in toto – musicale sta morendo. Il mio punto, forse l’ho già detto. Esce troppa roba. Nel mare magnum delle proposte che ci arrivano quotidianamente, ho deciso che parlo SOLO di quello che mi piace. PUNTO. Cerco di dare quello che una volta si chiamava un “consiglio per gli acquisti”. In quest’ottica, ovvio che mi piaccia uscire dalla comfort zone di Salad Days: troppo facile, dal mio punto di vista “personale”, consigliare l’ultimo Alkaline Trio (stupendo/NDR). Un po’ più soddisfacente illudersi che anche un solo lettore di Salad Days possa entrare nel bandcamp di Dio Drone per sentirsi ‘Embrace The Darkness’ (devi iscriverti a Blow Up per la “compa artistoide”/NDR). Purtroppo, e qui viene la prova della “pochezza” di parte dell’underground nostrano, dicevo, purtroppo la “censura” viene più spesso da chi recensisco piuttosto che dal mio capo. Rifraso, per essere chiaro. In genere, se l’artista di turno non ci azzecca con Salad Days, la reazione va dall’ignorarci all’esplicitare senza troppe storie il concetto “parla di quello che sai, e tu non sai nulla”! Non dovrebbe essere questo il caso di Stefania Pedretti, qui nella sua incarnazione solista: Alos? Prima di tutto. Un’opera del genere è INVOTABILE. Nel senso che non è un disco. Non è un libro. Mi vengono i brividi: la parola appropriata sarebbe “ESPERIENZA”. Una ‘Near Death Experience’, come dicevano i Cro Mags (tamarri e spesso tossici/NDR). Prendete la copertina di quell’album i demoni e le altre figure dell’universo Krishna che si contendono l’anima di una persona sul letto di morte. Stefania ha vissuto una ‘Near Death Experience’, ne è uscita, e ce la vuole descrivere. Voce. Synth. Oggetti. Suoni. Field recording non a caso. Suoni di Stromboli. Un’isola (altra parola che mi mette i brividi…) MAGICA. Intendiamoci. ‘Near Death Experience’. Non c’è niente di “accomodante” in questo disco. Non c’è niente di “tranquillo”. Non c’è quiete. Non c’è l’eterno riposo. ALLUCINANTE. DISTURBANTE. ESTREMO. MALATO. La title track. PER FAVORE andate su bandcamp, spendete i vostri 5 minuti al giorno di novità (in realtà sono 7) e mettete in cuffia ‘Embrace The Darkness’. Se il mondo fosse giusto, dovrebbe fare da colonna sonora al prossimo film di Eli Roth. In loop. Senza parole.
P.S.
In realtà c’è qualcosa in comune con l’hardcore. Non sono del tutto fuori luogo. L’altro giorno, parlando di collettivi o gruppi “senza immagine” (i.e. mascherati) con Lele bassista ex La Crisi ora Odessa e tanti altri, mi trovavo d’accordo con la sua: “nell’hardcore CI DEVI METTERE LA FACCIA”. Le copertine di Alos?: guardatele tutte. Stefania è hardcore.
(fmazza1972)

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