Alaska 358 ‘Medusa’
Review Overview
6.5
6.5ALASKA 358
‘Medusa’-CD
(Self)
6.5/10
“D.I.Y.” è un acronimo molto caro all’underground, un ambito a cui di primo acchito si associano sonorità esplosive e testi politicamente impegnati, oltre al puzzo di birra e sigarette sui vestiti, non considerando che il mondo delle produzioni sotterranee non ha confini. Gli Alaska 358 hanno un sound agli antipodi del punk, eppure una mentalità che ricalca il manifesto del Do It Yourself: «L’idea di base è quella di gestire autonomamente tutto ciò che riguarda registrazioni, montaggi video, foto e grafiche, senza alcun tipo di limite esterno.», con queste parole si presentano Riccardo Turi e Gabriele Corsini, duo che compone la band. Conosciuti come voce e chitarra dei fiorentini Noiseful Silence, gruppo metalcore scioltosi nel 2015, hanno intrapreso fin da quella data questo nuovo percorso, culminato lo scorso maggio con la realizzazione di un disco contenente nove tracce, disponibile in digitale e in CD. Il titolo è ‘Medusa’, un organismo terrestre che sembra elegantemente alieno, immerso nelle profonde acque blu della cover, per un impatto complessivo che rimanda ad un freddo catartico. ‘Medusa’ suona ambient, per poi assumere caratteri rock immersi nell’elettronica: l’intro strumentale ‘He Knows’ denota fin da subito la qualità ottima della produzione e la ricerca di un paesaggio sonoro che sia protagonista dell’intero album. Gli abbozzi post-rock vengono recisi subito dai lunghi accordi rock dal sapore gotico anni ‘00 in ‘The Summit’, che conta il featuring di Victoria Palermo. Altra collaborazione è quella con Alice Pinna in ‘Green Parrots’, pezzo in cui Riccardo si cimenta in un rappato della ormai datata scuola nu metal. Le tracce però che maggiormente convincono sono quelle in cui prevalgono le atmosfere: la strumentale ‘Recall’, ‘Across the Shades’, in cui si mischiano spoken word e melodie che spingono sul pedale dell’emozionalità, il singolo ‘The River’, dove l’elemento ipnotico della ripetizione e la minore dinamica si sposano alla perfezione con le intenzioni del disco, confermate anche in coda all’album. Si avvertono volontà diverse, ma sotto un’unica e forte, quella di non avere paletti per lasciare spazio alla creatività e plasmare qualcosa di puramente personale, talvolta al limite della decontestualizzazione. Ciò non deve però far pensare ad un approccio sperimentale naif, anzi, ‘Medusa’ riesce a mettere insieme tanti elementi diversi grazie a una coerenza conferita dalle atmosfere curate e potenti, a creare un intimismo comune a tutte le tracce. ‘The River’ e ‘The Summit’ possono contare anche su videoclip confezionati dagli stessi Alaska 358, veri artigiani di un progetto a tutto tondo sostenuto da sole due teste e quattro mani, che davvero riescono a creare suggestioni di purezza glaciale.
(Francesco Banci)
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