AA. VV. ‘When I Was An Alien’
Review Overview
6
6AA. VV.
‘When I Was An Alien’-CD
(Inconsapevole Records)
6/10
Stiamo per entrare in un campo minato, parliamo infatti di una tribute compilation e dei Nirvana. Una pubblicazione in uscita per celebrare il ventesimo anniversario dello scioglimento della band, che in seguito alla morte di Kurt Cobain decise saggiamente di non proseguire oltre. Il tragico epilogo ha reso la band immortale ed il suo frontman un’icona assoluta, ultima vera rock star che riuscì ad essere allo stesso tempo un idolo delle masse. Tutto ciò contribuì sicuramente al suo suicidio; il disagio espresso nelle sue canzoni cozzava inevitabilmente con l’entusiasmo che vi girava intorno. A distanza di anni la forza espressiva dei Nirvana è ancora intatta, ci si può rendere facilmente conto di quanto moderna fosse la loro musica negli anni’90, supportata da tantissimi pezzi coinvolgenti e melodie veramente intramontabili. I Nirvana probabilmente non hanno bisogno di una tribute compilation per rendere più appetibili i propri pezzi oggi più di vent’anni fa, ma fa comunque piacere vedere quanto abbiano seminato nelle coscienze, fino ad essere celebrati dopo tanti anni. Le canzoni della band di Seattle si prestano a tantissime interpretazioni, vista la semplice e incredibile efficacia delle melodie e dei riff, e infatti in questa compilation troviamo ben trentuno cover, in cui si spazia attraversando una marea di generi musicali. Il livello della produzione è veramente molto buono, ma le singole canzoni a volte non convincono. C’è da dire che la diffidenza è tanta, in generale se la musica è una forma di espressione personale, la cover diventa un orpello inutile e fine a se stesso; sono veramente pochi i casi in cui la copia è riuscita ad esprimere più dell’originale, in più l’imperversare delle cover band ha fomentato un grande odio verso certe pagliacciate da parte di chi ama una musica espressiva e viscerale. In ‘When I Was An Alien’ non si parla comunque di cover band, ma di trentuno artisti diversi che rendono singoli omaggi ai Nirvana, a cui quindi ci si può approcciare con maggiore leggerezza e curiosità. Fra le molte tracce risultano discutibili quelle non riarrangiate, ma semplicemente scimmiottate in tutto e per tutto, scelta assai sbagliata (da cover band, appunto), perché nessuno vuole sentire la brutta copia di una canzone. ‘Smells Like Teen Spirit’ è com’è scolpita in ‘Nevermind’, tentare di rifarla identica non ha senso e sicuramente avrà quel qualcosa di diverso che stonerà per forza. Altre inevitabili irritanti cover sono quelle che sono state reinterpretate secondo le mode più hipster del momento, vedi ‘Lithium’ con tanto di ukulele e voce scanzonata. Per fortuna la gran parte delle canzoni è stata riarrangiata o stravolta, a volte anche con molta originalità e qualità, passando dall’elettronica fino addirittura alla musica a cappella, che sicuramente danno un senso alla compilation ed anche un buon motivo per ascoltarla. È veramente dura mettere le mani sui Nirvana, una band fondata in maniera rispettabilissima su disagio, eroina e morte, per svuotarla di significato giocando con esercizi di stile sulle forme che ha creato; ma in fondo possiamo anche trovare un nuovo significato e un buon proposito nel ricordare questa band.
(Francesco Banci)
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