2 minutes with Nyjah Huston
Impossibilitato a partecipare alla tappa londinese della Street League a causa di un infortunio, lo scorso fine maggio Nyjah Huston si aggirava fra gli spalti e nel backstage del Copper Box…
…con la consueta disinvoltura, consapevole che gli occhi degli appassionati e degli addetti ai lavori erano comunque tutti puntati su di lui. Ecco il resoconto della nostra breve chiacchierata con la stella per antonomasia del circuito skate professionistico (quattro minuti condivisi con un altro giornalista; in pratica, due minuti).
SD: Che cosa comporta essere lo skater più famoso al mondo, in termini di pressione e stress? Capita di sentirti in qualche modo solo, al vertice della tua professione?
NJ: Non mi sento mai “isolato”: ho vinto molte gare e competizioni, è vero, ma il mio livello non è pazzescamente più alto di quello degli altri skater contemporanei. Oggi ho visto degli skater mostruosi gareggiare, per esempio… in generale, la gente che mi vede solamente attraverso i social media pensa magari che viva da rockstar ventiquattro ore al giorno, ma credo di essere una persona normale, un ragazzo che adora lo skate e che trova sempre il tempo per scambiare qualche parola con i fan, se capita.
SD: Parlaci di Let It Flow: l’organizzazione non a scopo di lucro creata e gestita assieme a tua madre, con l’obiettivo di rifornire di acqua pulita e potabile le popolazioni in tal senso “svantaggiate”.
NJ: Lo scopo principale è quello di dare indietro un po’ di quello che abbiamo ricevuto; nella fattispecie, l’acqua. Essa è fondamentale per la vita sulla Terra, ma noi la diamo sempre per scontata o non ci pensiamo neanche. Per tante popolazioni africane e di altre parti del mondo non è affatto così, invece; gente che ogni mattino deve magari percorrere chilometri per rifornirsi d’acqua presso una sorgente più o meno sana. Sono stato personalmente in Etiopia, in India e ad Haiti e ho visto con i miei occhi quanto può essere importante riparare i pozzi e ripristinare un servizio idrico regolare. La felicità di molte persone dipende “solo” da quello. È un’“attività” totalmente diversa dallo skate, ma altrettanto gratificante.
(Txt Angelo Mora; Pics Rigablood x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
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