Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Salad Days Magazine | December 20, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

Red Beard Wall ’S/t’

Red Beard Wall ’S/t’
Salad Days

Review Overview

5
5
5

Rating

RED BEARD WALL
’S/t’- CD
(Argonauta)
5/10


Se nasci in Texas è geograficamente, socialmente e quasi eticamente impossibile che tu non venga influenzato da sound quali il blues, se si vuol parlare delle radici, e dallo sludge, se si vuole parlare di schiaffi in faccia. Quello dei Red Beard Wall è uno sludge fin troppo canonico, come sempre carico di disillusione ma interrotto da intermezzi stilistici che rendono il tutto l’espressione di una mancanza di gusto. Si formano nel 2016 e questo album omonimo è il disco di debutto. Seppur la teoria Texas = palude = sludge, le influenze che i Red Beard Wall richiamano non sono legate agli evergreen della parte ricca di cultura degli States (ironia), quanto più c’è uno slancio verso l’alto, geograficamente parlando. Con il secondo brano ‘I Am’, ad esempio, sembra quasi di ascoltare una band grunge di Seattle. Certo questo non è il loro genere di riferimento, dato che già dal terzo brano ‘SwitchingCircuits’ il basso entra di prepotenza e comincia a cantilenare in pieno stile texas sludge. Tutto questo in un cantato che continua a ricordare miliardi di band della SubPop negli anni novanta, le quali oltre ad essere tutte di Seattle e dintorni, erano inesorabilmente legate alle sonorità grunge e le quali inevitabilmente si dondolavano tristi su un’altalena di banalità. In alcuni brani, come ‘Born With A Hammer’ il sospiro 90s scompare del tutto per lasciare spazio all’odio sludge, sguaiato, violento e distorto. In questo delirio crossover tra melodia e rumore, tra malinconia grunge e disgusto sludge, si palesano dei brani che potrebbero quasi diventare delle hit, come ‘Bottom Of A Well’. Peccato che questo caos di generi non risulti come una ricerca ben riuscita di sperimentazione sonora, ma semplicemente come un caos, poco invitante sin dalla copertina e ancor meno all’ascolto. Soundgarden e Eyehategod non potranno mai andare d’accordo. Lezione imparata.
(Valentina Vagnoni)

Submit a Comment