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Salad Days Magazine | December 22, 2024

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Show Of Bedlam ‘Transfiguration’

Show Of Bedlam ‘Transfiguration’
Salad Days

Review Overview

8
8
8

Rating

SHOW OF BEDLAM
‘Transfiguration’-CD
(Sentient Ruin)
8/10


Prendete la batteria ossessiva degli Swans, la violenza dei Godflesh, le atmosfere funeree dei Neurosis, la voce sgraziata e decadente di Lydia Lunch e avrete i Show Of Bedlam. La band di Montreal esce per Sentient Ruin con il secondo album ‘Transfiguration’, confermando l’idea che l’etichetta di band doom sia l’abito meno adatto. Immersi nella più cupa delle atmosfere compongono un disco che unisce linee sludge, hardcore, noise, no-wave e industrial. L’opener ‘Blue Lotus’ apre con una linea ritmica ossessiva che accompagna la voce teatrale della cantante Paulina Richards. Il richiamo alle liriche barocche della reginetta della no-wave Lydia Lunch è immediato, per quanto, a differenza della Lunch, la frontgirl dei SOB abbia insita l’influenza hardcore, palese, ad esempio, nel secondo brano ‘Taelus’, dove il recitato si trasforma in un lamento pieno d’odio. L’album procede verso una direzione sempre più cupa e sempre meno doom, nella definizione classica del termine. Le chitarre sempre più distorte e le atmosfere sempre più lugubri. Il brano omonimo, rappresenta l’elemento di rottura: una poesia decadente e soffocata da un tappeto sonoro psicotico e da una ritmica lenta e violentissima. Il disco riprende con ‘Hall Of Mirrors’, un brano che viaggia tra la rabbia dello sludge e l’assetto sonoro gotico, come se Paulina Richards richiamasse un Rozz Williams al femminile. Un sound così complesso che risulta quasi artrock, accompagnato da un cantato agonizzante e disperato. Un’altalena senza fine tra riff marziali, accelerazioni improvvise e parentesi strumentali. ‘Easter Water’ è tra i brani più lunghi di ‘Transfiguration’: dieci minuti di agonia sonora, dove la voce si tramuta in una sorta di ululato tragico e drammatico. Il secondo lavoro della band canadese si chiude con quarantuno secondi di harshnoise. Quando i demoni scompaiono e rimane il brusio interiore a continuare la tortura.
(Valentina Vagnoni)

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