SADIST
‘Hyaena’-LP/CD/DIGITAL
(Scarlet)
7/10

E’ un album molto ambizioso quello che i genovesi Sadist hanno imbastito per il loro ritorno. Innanzitutto è un concept sull’Africa e su una creatura mistica e misteriosa che vi dimora, la iena, animale che si crede sia cavalcato dal Demonio stesso nelle sue scorribande. In secondo luogo è una specie di punto di svolta per il gruppo: se prima infatti il loro progressive death metal era sì elaborato, qui sfioriamo la sperimentazione più pura. Accanto infatti a tipiche ritmiche death metal, troviamo momenti molto languidi, in cui fanno capolino oltre alle immancabili tastiere, anche le percussioni (suonate da Jean N’Diaye, che li seguirà pure in tour), a sottolineare come il cuore e la mente dei Sadist appartenga (almeno in questo disco) al continente africano. Inutile dire che ci troviamo di fronte a musicisti nel vero senso della parola: tutto, dai suoni, alla costruzione dei pezzi, al modo in cui sono stati registrati, è curato nei minimi dettagli. Proprio perchè è un album fondamentale per i Sadist, che ne potrebbe decidere l’ulteriore salto di categoria oppure un lento declino. I riff di chitarra si incastrano alla perfezione con il tessuto di percussioni, gli assoli sono coinvolgenti e mai scontati, la sezione ritmica è un unico amalgama di ritmiche scandite con ordine marziale, la voce è soffocata e grugnisce adattandosi perfettamente al contesto. Un album per palati fini, che scardina il concetto stesso di death metal, portandolo su lidi inesplorati. Personalmente non sono un grande fan di gruppi come i Sadist, preferisco la brutalità dei (primi) conterranei Necrodeath, oppure Schizo o Mondocane (gruppo nato dalla fusione di questi due gruppi che incisero ‘Project One’ nel 1989), però riconosco la loro bravura nel costruire piccole grandi opere. Se vi piacciono Cynic, Atheist oppure Pestilence, qui troverete pane per i vostri denti.
(Marco Pasini)