Into Another ‘Omens’
Review Overview
9
9INTO ANOTHER
‘Omens’-EP
(Ghost Ship Black)
9/10
Quando sul finire degli anni’80 e agli albori dei’90 la scena hardcore straight edge americana stava lentamente declinando, vennero fuori tutta una serie di gruppi che, prendendo le mosse da quel movimento, espansero il concetto stesso di hc contaminandolo con altre influenze. Gruppi come Orange 9mm e Quicksand salirono alla ribalta con il loro post hardcore ricco di sfumature rock e noise, contribuendo a creare una scena variegata che (ovviamente) produsse l’interesse di major sempre a caccia dell’ultimo trend per fare tanti soldini. Gli Into Another facevano parte del lotto. Fondati da Drew Thomas (già batterista di Crippled Youth prima e Bold in seguito) e da Richie Birkenhead (già chitarrista di Youth Of Today e poi cantante negli Underdog), i due volevano espandere il loro suono, rispetto a quello del tipico hardcore che avevano suonato fino ad allora. A completare il quadro chiamano Peter Moses alla chitarra (che mai prima di allora aveva suonato in un gruppo) e il bassista Tony Bono. Per i più metallari tra voi, questo nome non dovrebbe giungere nuovo alle vostre orecchie. Infatti fu il bassista dei thrasher Whiplash, seminale gruppo di New York, famoso per essere la band formata dai “tre Tony”, di cui il batterista Tony Scaglione, suonerà nel tour di ‘Reign In Blood’ (devo specificare di che gruppo?) dopo che Lombardo se ne era andato sbattendo la porta. Seguirono quindi tre album, uno più bello dell’altro, dove i nostri si buttarono a capofitto in un suono che prendeva gli elementi tipici dell’hard rock, contaminandolo con il rock, il grunge, l’alternative. Per ciò che mi riguarda, una bomba micidiale. Nel 1995, dopo la pubblicazione del bellissimo ‘Seemless’ i nostri litigano tra loro e con la Hollywood Records, se ne vanno e si sciolgono. Nel frattempo avevano già quasi pronto un album inedito, che purtroppo non vedrà mai la luce. Come se non bastasse, nel 2002 muore Tony Bono. Ma nel 2012 accade qualcosa: Brain Balchak (Ignite) e Reid Black (Innaway) (da sempre grandi fan della band) registrano dei video in cui suonano chitarra e basso su alcune song degli Into Another. Dopo aver visionato ciò, Drew e Richie decidono che è il momento di tornare on stage. Richiamano Peter Moses e ingaggiano in pianta stabile Brain Balchak e Reid Black e suonano l’atteso comeback per il concerto dedicato ai 25 anni dell’etichetta Revelation Records (che aveva dato alle stampe i primi lavori del combo newyorkese, ma anche Bold, Youth Of Today e Underdog) e il risultato è semplicemente magnifico. Dopo alcuni concerti in giro per gli States e una capatina in Europa al Groezrock (ma speriamo tornino presto in un contesto più “intimo”) danno alle stampe questo nuovo Ep di 5 pezzi. Lo stile è sempre Into Another: chitarre pesanti, ma che lasciano spazio a melodie dilatate e quasi space rock, un retrogusto alternative grunge anni’90, con una sezione ritmica funambolica e potentissima. Su tutto spicca la particolarissima voce di Birkenhead, capace di vocalizzi altissimi, in grado di passare da un timbro vocale ruvido ad una dolcezza squisita (come nel pezzo ‘Nocturne n. 11′). Questo Ep mi ha estasiato: la genuinità, la sincerità che traspare da questi pezzi è assoluta. Ascoltare gli Into Another è come fare un lungo viaggio in compagnia di un caro e vecchio amico: appena finisce, lo rifaresti tutto daccapo.
(Marco Pasini)
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