Sound Vito 2015 – recap
Come da una decina di anni a questa parte, nella piccola frazione di San Vito di Legnago (VR) si tiene Sound Vito, un festival musicale…
…creato da un gruppo di amici che ha preso sempre più piede nel tempo, portando sul proprio palco artisti di fama nazionale ed internazionale. Quest’anno, Sound Vito 2015, nelle due serate di Venerdì 5 Giugno e Sabato 6 Giugno, proponeva come headliner i Mellow Mood e i Tre Allegri Ragazzi Morti & Abbey Town Jazz Orchestra, supportati da gruppi locali e non. Inoltre, nell’ampia zona del concerto, è stato organizzato uno skate contest e un piccolo mercatino con decine di bancarelle, oltre ai numerosi stand enogastronomici. Al mio arrivo, mi accoglie Daniele, il presidente e organizzatore del festival. Discutiamo un po’ e mi regala delle consumazioni, che mi accingo subito a utilizzare. Neanche il tempo di finire la birra che subito iniziano i Rosàrio, gruppo psych stoner di Montagnana (PD); per una mezz’ora i nostri presentano il loro album di debutto, ‘Vyscera’, abbondante di riff pesanti e eccessivi (la mia amica Laura direbbe “elfici”) che catalizzano l’ancor poco pubblico presente, che però si dimostra partecipe e divertito. Nel frattempo, il grosso della gente inizia a convergere nel piazzale centrale, credo si parli di circa duemila persone. Ad occhio, il pubblico è molto variegato: troviamo le ragazzine, gli hardcore kid, i metallari, gli skater, perfino allegre famigliole e coppie di anziani… stupendo!
Un’altra birra presa dalla ragazza che ha gli occhi come il mare e la musica riparte con i Panda Kid, trio garage. Il cantante è un misto di John Dwyer dei Thee Oh Sees ed Erlend Øye dei Kings Of Covenience, che per mezz’ora offre pezzi che spaziano dal surf allo psych, ricordando anche l’ecletticità dei Vampire Weekend.
Il tempo vola e la piazza ormai strapiena aspetta solo i Mellow Mood, forse, in questo momento, i maggiori esponenti del reggae in Italia. Aprono qui a Sound Vito il loro tour italiano ed europeo, quindi l’attesa per il loro live è quantomeno spasmodica. Infatti, dopo l’intro, i due gemelli salgono sul palco e scatta l’ovazione. Un’ora abbondante di live dove il loro album ‘2 The World’ viene suonato interamente, con l’aggiunta di qualche vecchio pezzo. L’interazione col pubblico è totale e i MM riescono bene, coinvolgendo tutti a mani alzate.
Il giorno successivo è stato organizzato pure un skate contest, con rampa e giuria. C’è pure il piccolo Gary Coleman a skateare. La serata poteva essere compromessa dalla concomitanza della finale di Champions League, quindi è stato allestito un maxischermo per dare a tutti la possibilità di tifare Barcelona. Segna El Pistolero Suarez ed iniziano i Rock’n’roll Kamikazes, riformazione dei The Hormonauts con l’aggiunta di qualche membro esterno sempre facente parte della scena rock’n’roll; il risultato è esplosivo e, anche preferendo gli Hormonauts, devo dire che la commistione surf/punk/r’n’r non sfigura per niente e i ragazzi sotto al palco sono estasiati: attaccare ‘Pearl Harbor’ non è mai stato così semplice!
A fine live, ho il tempo di mangiarmi ben due Texano, panino leggerissimo con carne, peperoni, cipolla e salsa piccante, ed annaffiare il tutto con un litrozzo di birra, scambiare due chiacchiere col mio amico Bosch e prepararmi per forse il live più atteso ed enigmatico: Tre Allegri Ragazzi Morti & Abbey Town Jazz Orchestra. Pass per il palco e sono lì sotto a due metri dal leader Toffolo, munito di maschera e vestito di quello che non ho mai capito se possa essere un tipo di scimmia o delle alghe. Ad ogni modo, la reinterpretazione dei classici dei TARM in versione swing, con orchestra e cantante è una goduria che non credevo possibile, e, complice l’istrione Toffolo e qualche vaffanculo gratuito del pubblico, il live passa in un attimo, sotto applausi scroscianti. Anche quest’anno il Sound Vito si è chiuso ottimamente, complice la buona organizzazione e la grande offerta che ha proposto. Se ve lo siete perso, preparatevi per l’anno prossimo!
(Fabrizio De Guidi, @fabriziodeguidi)
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