Hip Hop Tv 6th Birthday – recap
Il meglio dell’hip hop italiano al Forum di Assago, decidete voi se mettere qui un punto di domanda.
Il sesto compleanno di Hip Hop Tv si celebra per la terza volta consecutiva al Forum di Assago, la formula è semplice e diretta: richiamare gli artisti più seguiti del panorama italiano assieme a qualche novità, e ciascuno canta uno o due pezzi. La location consente una capienza di parecchie migliaia di persone ma, a differenza degli altri anni, parecchie zone sulle gradinate sono vuote e la gente nel parterre non tocca il mixer. Mi siedo sulle gradinate in alto, negli ultimi posti disponibili, e mi guardo un po’ intorno: vedo principalmente ragazzini che potrebbero andare alle scuole medie, al massimo ai primi anni di superiori, ed un sacco di genitori che accompagnano i figli. Anche una figlia che accompagnava la madre a vedere Emis Killa, ho sentito in lontananza. Le sensazioni che ho avuto durante l’intero show son state molteplici e cercherò di sintetizzarle nelle prossime righe, senza fare nomi. Per prima cosa ho notato un’attitudine, da parte della maggioranza degli artisti che si esibivano, parecchio negativa. Sembrava che il loro stare su quel palco con in mano quel microfono sia loro dovuto. Mi davano l’impressione che si sentissero effettivamente superiori solo perché stanno cavalcando un’onda che in Italia è arrivata in un modo strano e se vogliamo anche in ritardo. Finte etichette indipendenti con distribuzioni major ed esposizione mediatica gigante che hanno fiutato l’affare e hanno messo sotto contratto ragazzini tatuati. Nomi semisconosciuti con fanbase multimediali di migliaia di persone, basta un mi piace o una visualizzazione in più di altri per darti il diritto di stare su un palco davanti a migliaia di persone quando ci sono parecchie realtà che forse meriterebbero di più quei 5 minuti di bagno di folla.
Secondariamente, ci son stati episodi dove rappers storici parlavano di ascoltare la musica del passato per capire quella del futuro: il pubblico presente avrà avuto, di media, un terzo dei loro anni e l’effetto è stato quello del nonno che dice al nipote che oggigiorno è tutto sbagliato. Senza contare il fatto che si sta promuovendo un tipo di discorso che, seppur giusto, verrà totalmente scalzato via dalle tematiche di plastica proposte da tre quarti della gente che canterà dopo. In molti artisti “ormai affermati” non ho visto quella voglia e quell’innovazione che li contraddistingueva dagli altri. Sembrava di stare nella classe politica, dove all’inizio si propone, si innova e si fa di tutto per entrare nel rango più alto dove, una volta dentro, ti siedi sulla poltrona e fai il minimo indispensabile per non essere scalzato via. Ho ascoltato pezzi su basi campionate, richiami al passato, beatbox e freestyle e ne son stato molto felice perché vuol dire che un barlume di speranza c’è ancora, ma sta per essere soffiato via da una miriade di ritornelli dance con cassa dritta, lyrics vuote ed inutili, personaggi paladini dell’underground ma che son nel jet set fino al collo. Dal punto di vista tecnico ho apprezzato pochissimi rapper presenti: ognuno con le stesse metriche / basi degli altri, alcuni si dimenticavano pezzi, altri non andavano a tempo: parafrasando un artista non presente all’evento “se fai cagare fai cagare, non vuol dire che sono un hater”.
Questa situazione e queste considerazioni nei confronti della serata e degli artisti in questione forse poteva essere prevedibile e sorge inesorabile la domanda “ma perché ci sei andato”. Innanzitutto bisogna dire che nel carbone ci sono i diamanti e son intenzionato ad ascoltare i dischi di un paio di artisti che ho scoperto proprio quella sera, oltre a rafforzare la mia opinione positiva su altri pochi artisti che avevo già visto live. In secondo luogo c’è l’affezione per un genere che non è solo musicale ma raggiunge parecchie sfaccettature di pensieri e di modi di vivere. E’ naturale per uno che segue attivamente andare ad un concerto così grosso come ad una jam organizzata dagli amici. Se il pubblico presente non si fossilizzasse solo sul rap mainstream da FootLocker generation ma andasse veramente a scoprire delle valide realtà alternative… se gli artisti italiani la smettessero di spacciare le loro copie degli americani per intuizioni geniali… se se se… it was all a dream.
I presenti sembrano comunque non stare nella pelle per quello che sarà lo spettacolo. Lo show dovrebbe iniziare alle ore 8, ma tra i vari ritardi si parte mezz’ora dopo (cosa che, scopro alla fine, fa saltare lo show di Gemitaiz & Madman). Essendo un evento al quale partecipavano quasi 50 artisti, la cosa migliore per non tralasciare nessuno è andare per punti, cronologicamente, dall’inizio alla fine dello show:
- 2fingerz: aprono le danze con uno show di laser e coriandoli, i due pezzi che propongono sono molto contaminati di dance e ritornelli che rimangono in mente, abbastanza divertenti da vedere.
- Shade: un rapper della nuova generazione che si era fatto notare in un programma di freestyle di Mtv: lo show non impressiona, parecchio noioso.
- Bassi Maestro: porta una ventata di old school tra un pubblico che, di media, ha un terzo dei suoi anni. Canta ‘Foto Di Gruppo’, e sento anche qualcuno attorno a me che si ricorda le rime, mi fa piacere.
- Dargen D’amico: purtroppo il suo attuale modo di fare rap non mi piace. Mi ascolterei per ore le sue rime in ‘Sacre Scuole’, ma ho fatto fatica ad arrivare a fine del suo miniset.
- Rayden: anche se mi piaceva molto nei One Mic, i suoi lavori solisti non mi hanno mai impressionato, e questo suo show non mi ha preso particolarmente.
- Tormento: una bella sorpresa, non l’avevo notato tra i nomi degli invitati e non sentivo un suo pezzo da parecchio. Forte di molti anni di esperienza tiene il palco molto meglio degli altri prima di lui, in parecchie occasioni ricorda ai presenti di ascoltare la musica del passato per capire quella del futuro.
- Giaime: introdotto da Tormento, è anche lui una bella sorpresa. Avevo già sentito questo nome qualche tempo fa e i suoi pezzi mi piacevano, sul palco ha un ottimo tiro nonostante la giovane età.
-Roccia Music: salgono sul palco Achille Lauro, Fred De Palma e Luchè, accompagnati da Del e dj Shablo ovvero i ragazzi della label di quest’ultimo e Marracash. Per varie ragioni (atteggiamento in primis) il mio giudizio non può essere che maionchiano: per me è no.
- Ricky e J-Ax: il rapper famoso canta assieme al vincitore di un concorso indetto da una famosa bibita. Il premio di questo concorso era, per l’appunto, la creazione del pezzo assieme a J-Ax e la partecipazione all’evento. Anche se non lo seguo molto, rispetto J-Ax per i suoi vecchi lavori ma questa situazione non mi lascia un buon feeling, mi sa praticamente di operazione commerciale, mera pubblicità e c’è la vera volontà di spingere un nuovo artista.
- Fedez: a molta gente non va a genio questo personaggio (dopo le sue comparse in tv e pubblicità varie è lecito chiamarlo così), a me non piace semplicemente il suo modo di rappare e tantomeno le sue canzoni. Seriamente, non ho mai capito tutto l’hype che gli gira attorno.
- Denny La Home: esce per la label di Fedez e J-Ax, uno show coinvolgente con delle canzoni orecchiabili. Sfortunatamente, i pezzi rap con i ritornelli a cassa dritta mi fanno effetto lassativo.
- Caneda: in un mare di rappers tutti uguali, Neda si è sempre distinto già dal timbro vocale oltre che per le rime. Il suo show spacca, peccato che per conquistare il pubblico debba sempre proporre la sua strofa del ‘Ragazzo d’Oro’.
- Maruego: ne avevo sentito parlare come “fenomeno da baraccone” quindi non mi son mai interessato tanto, però vedendolo dal vivo e vedendo che effettivamente sa fare show, mi è venuta voglia di ascoltare i suoi pezzi.
- Weedo: Grido dei Gemelli DiVersi, fratello di J-Ax, decide di reinserirsi nell’ambiente rap quindi cambia nome d’arte ed esce per l’etichetta del fratello. Wow. No.
- Bushwaka: come ho già detto, i pezzi con la cassa dritta simil-dance mi fanno vomitare, se ci aggiungiamo poi le coreografie e i vestiti di scena da finti pazzerelli…
- Vincenzo DVA: come per Caneda, apprezzavo Vincenzo per la sua voce urlata e diretta, ci son rimasto male quando l’ho sentita appiattita nel tentativo di renderla più “orecchiabile”.
- Club Dogo: li ascolto ”da quando l’anonimo Cosimo divenne Il Guercio al microfono”, continuo ad ascoltare i loro dischi ma negli ultimi non ci trovo veramente niente di bello, neanche il tentativo di fare qualcosa di nuovo.
- Briga: canta un pezzo che vira sull’rnb accompagnato da un chitarrista, mi è piaciuto.
- Ghemon: un altro artista del quale non capisco l’hype. Ne il live ne i pezzi mi hanno lasciato una buona impressione.
- Coez: veramente niente di particolare.
- Baby K: non son mai stato particolarmente fan delle donne che rappano, ma il pubblico sembrava gradire, quindi…
- Rise: ottime skills di beatboxing, conoscevo già il suo nome ed effettivamente mi ha piacevolmente sorpreso live.
- Ensi: nulla da dire, tra quelli che han suonato fino al suo ingresso è di certo, come dice un suo pezzo, il numero uno. Tecnica e flow da paura, ottimi richiami all’old school e uno show veramente coinvolgente.
- Raige: vale lo stesso discorso di Rayden.
- Vacca: gli darei una coccarda per la “Peggiore esibizione”, è riuscito anche ad avere uno scazzo mal celato con qualcuno nel pubblico, non capisco veramente perché sia ancora seguito.
- Rocco Hunt: non son particolarmente suo fan, non mi dice veramente niente.
- Noyz Narcos: stesso discorso di Ensi, una spanna sopra agli altri. Vuoi la sua particolarità di basi, lyrics e attitudine, Noyz porta al forum un bell’esempio di come dovrebbe essere fatto uno show del genere.
- Machete Crew: sembra un capitolo a parte. Se vogliamo potremmo paragonarli ad Odd Future per creatività ed innovazione nel panorama rap, fatto sta che lo show di En?gma, Nitro, el Raton, Salmo e dj Slait ha infuocato il forum. Se poi contiamo che con loro son saliti sul palco gli olandesi Dope DOD per un pezzo con i due gruppi al completo, direi che lo show è salito di livello.
- Emis Killa: stessa cosa di Fedez, gli haters si danno gran da fare per trovargli dei difetti, ma a me semplicemente non piace la sua attitudine e il suo modo di rappare.
(Txt by Marco Mantegazza; Pics by Arianna Carotta)
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