Darkest Hour ‘S/T’
Review Overview
4
4DARKEST HOUR
‘S/T’-CD
(Sumerian Records)
4/10
Prima ancora che possiate finire la frase “Ma cosa vuole ancora da me il death metal melodico?” ecco a voi l’ottavo disco dei Darkest Hour, band di Washington che ha attraversato un periodo fortunato ormai circa una decina di anni fa, quand’era nel roster Victory. Adesso escono per Sumerian col disco omonimo, che in quanto tale porta sempre a porre tre dubbiose considerazioni, a partire da “Sarà quindi l’album che li rappresenta di più?”, oppure “Hanno finito la fantasia?”, o ancora “Sarà perché si tratta dell’album d’addio?”. In questo caso alla prima domanda corrisponde una triste constatazione, alla seconda una certezza ed alla terza una speranza. Una band bollita, fuori tempo, che tenta goffamente di agganciare un pubblico giovane che ormai guarda altrove da tempo. Tredici lunghe tracce costellate di assoli inutili, rifferie datate ed alcune cadute di stile imperdonabili, come in ‘Futurist’, ‘Anti-axis’ e ‘By The Starlight’, dove la band si lancia nel melodico più pacchiano, catchy e smielato, quasi inascoltabile. La noia impera, e alla lunga l’album risulta quasi fastidioso, con tutto quello smanettìo vano e vuoto, senza cattiveria, ma con tanta ruffianeria. Questa volta l’ora più nera è scoccata proprio per voi, Darkest Hour…
(Francesco Banci)
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