Imperial State Electric ‘Reptile Brain Music’
Review Overview
8
8IMPERIAL STATE ELECTRIC
‘Reptile Brain Music’-CD
(Psychout Records/Soulfood)
8/10
Con questo ultimo, frizzante, ‘Reptile Brain Music’ siamo scaraventati senza rete negli anni settanta, in pieno periodo glam, quello tutto lustrini, piume, zeppe e cerone. Prendete un pezzo come ‘Underwhelmed’: sembra uscito da un disco dei Kiss del periodo d’oro. Le vocals del neozelandese Dolf De Borst (già con i garage-punkers The Datsuns, e anche bassista) si muovono flessuose come quelle di uno stellato Paul Stanley, anche se nella successiva ‘Faustian Bargains’ assumono le movenze un po’ più dark del vampiro Gene Simmons. Ricordiamo, per chi si fosse messo in ascolto solo in questo momento, che gli Imperial State Electric sono la creatura musicale di Nicke Andersson, già terrorista sonico con Entombed e The Hellacopters, sostenuto da De Borst, dalla chitarra di Tobias Egge e dalla batteria di Thomas Eriksson. Un bel quartetto di innamorati dei tempi andati capaci di inanellare una dozzina di r’n’r song sfavillanti, avvincenti, in grado di dare nuova linfa a quello che si potrebbe scambiare come semplice revival. Non c’è una singola canzone che non faccia venire la voglia di scatenarsi, un instancabile rullo compressore abile nel travolgere anche l’ascoltatore più spento. Un lavoro che a qualcuno potrebbe sembrare addirittura storiografico (la produzione è rigorosa nel riproporre i suoni seventies), ma che ottiene il risultato grosso: spaccare!
(Flavio Ignelzi)
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