Cartagine ‘I’
Review Overview
7
7CARTAGINE
‘I’ – DIGITAL
(Self)
7/10
Cartagine è distruzione, è annientamento totale, è civiltà in frantumi. Oggi non è più legata al nome di Scipione, ma a quello di Alessio Greco, unico protagonista di questa one-man band minimal/drone/doom. Il titolo stesso dell’album (‘I’) richiama il minimalismo esasperato che lo accompagnerà attraverso tutte le quattro tracce, che coi loro titoli in latino, lo suddividono in atti. Riferimenti dunque alla storia, alla letteratura ed alla musica alta, per un genere che si pone intellettualmente su un altro piano rispetto a tutto il resto della produzione musicale, perché lo si può intendere come concettuale. Il latino ed i riferimenti alle opere teatrali rendono inoltre il senso di decadenza profonda di cui l’album è intriso, nelle sue pesanti e ipnotiche atmosfere che riescono ad andare oltre l’oscurità totale. Appare chiara l’ispirazione a band come i Sunn O))), rispetto ai quali Cartagine riesce ad essere quasi più cupa, minimale e destrutturata, avvalendosi peraltro di una singola chitarra. I drone si susseguono inesorabili in questo ambient continuo riuscendo a suscitare attenzione e curiosità con feedback di cluster estesi, ripetuti e ben studiati. Se le atmosfere sono avvolgenti, le sonorità in primo piano risultano, volutamente o no, piuttosto fredde e metalliche, ed al contrario del nome Cartagine, rimandano ad un futuro post-apocalittico. ‘I’ vive in modo tragico ed intenso come colonna sonora esattamente a metà strada tra ‘Tetsuo, The Iron Man’ e ‘Begotten’, ma soprattutto ognuno ci si potrà approcciare come ad un’opera di arte contemporanea, nella quale potrà trovare nessuna o mille motivazioni.
(Francesco Banci)
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