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Salad Days Magazine | November 21, 2024

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CHUBBY AND THE GANG ‘AND THEN THERE WAS…’

CHUBBY AND THE GANG ‘AND THEN THERE WAS…’
Salad Days

Review Overview

8
8
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Rating

CHUBBY AND THE GANG
‘And Then There Was…’-CD/LP/K7
(Flatspot)
8/10


Il Punk, l’Oi, l’Hc e il Rock’n'Roll ma senza voglia di guardarsi troppo indietro, anzi con gli occhi ben piantati nel presente e se possibile rivolti al futuro! Con queste premesse Chubby e la sua gang si sono presentati con i loro due primi lavori (‘Speed Kills’ 2020 e ‘The Mutt’s Nuts’ 2021) e con queste premesse tornano con il loro terzo disco. Sotto la guida del talentuoso Charlie Manning i nostri infatti pescano con amore e rispetto nel passato dei generi sopracitati ma rifiutandone le “regole” estetiche e non solo riescono a dare freschezza e novità ad una formula altrimenti risaputa… ma veniamo al disco e partiamo subito fortissimo con la devastante ‘Neither The Day, Nor The Hour’, voce brutale e assalto sonoro ottimamente piazzato, dei Poison Idea in salsa Brit! Nel secondo e terzo pezzo (‘There A Devil In The Jukebox’ e ‘To Be Young’) aumentano però  notevolmente le dosi di melodia e 70′s Rock’n'Roll, fino ad arrivare al primo inno del disco ‘The Bonnie Banks’ che con il suo fighissimo ritornello di stampo stradaiolo avrebbe fatto felice Jimmy Pursey e gli Sham tutti! I ritmi si rialzano con ‘The Ravelin’ e la contagiosa ‘Anticop’ per poi tornare a rallentare con la cadenzata e rocciosa ‘Some To Make You Better…’ dove il rock grezzo e settantiano torna a farla da padrone. Ma è con pezzi vulnerabili e inaspettamente dolci come ‘To Fade Away’ e la conclusiva ‘Cocaine Sunday’ che Chubby e soci riescono a spiazzarci e immalinconirci con i fantasmi di Joe Strummer e Tom Waits a fare capolino. E’ qui che i nostri non hanno paura di mostrarci un lato diverso, notturno e quasi cantautorale spingendosi “altrove” ma risultando perfetti nel creare delle oasi di tranquillità in mezzo alla tempesta sonora scatenata. Tempesta che infatti riprende con una riuscitissima ‘Company I Don’t Want To Keep’ che deve più di una sfumatura al mitico Phil Lynott! Anche la seconda parte del disco scorre che è un piacere, leggermente più rock (vedi la bella ‘Since You Said Goodbye’ sospesa tra gli Who e il Power Pop) ma sempre capace di farci scuotere il capoccione e di condurci felici alla fine del suo viaggio lungo 16 brani e 45 minuti! Insomma un’ottima riconferma e un album perfetto, come direbbe Manning, per “play good shows and have a good time”!
(Massilanciasassi)

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Photo Credit: Katherine Garcia

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