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Salad Days Magazine | October 30, 2024

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RAT BOY ‘SUBURBIA CALLING’

RAT BOY ‘SUBURBIA CALLING’
Salad Days

Review Overview

10
10
10

Rating

RAT BOY
‘Suburbia Calling’-LP
(Hellcat)
10/10


Piccoli Joe Strummer crescono in un frullatore di sottoculture British. Non stupisce che Tim Armstrong si sia innamorato di un artista inglese come Rat Boy, capace più di chiunque altro di mettere insieme suoni urban contemporanei e influenze musicali vintage tra punk rock, ska & reggae. ‘Suburbia Calling’ su Hellcat Records è il terzo disco di Rat Boy: se il primo, ‘Scum’, era indubbiamente legato alla famiglia allargata del rap con deviazioni brit-pop (‘Revolution’ resta forse il suo pezzo migliore in assoluto), il secondo album ‘Internationally Unknown’ e quest’ultimo disco sono veramente una ventata d’aria fresca per lo street punk. Perché ok la retromania, le radici più o meno radical, ma siamo pur sempre nel 2024 e la musica galoppa wild & free verso nuovi ultra-contaminati orizzonti. Così, dentro questo album ci trovate sì abbondanti dosi di Clash, Specials, Madness e Blur, riletti però da un 26enne dell’Essex cresciuto skateando sulla Brexit con tanto grime nelle orecchie. Dall’Oi! Oi! Oi! in apertura di ‘Mob Mentality’ alla ballatona 90s in chiusura ‘Take My Place’, questo ‘Suburbia Calling’ prodotto da Tim Armstrong è un disco che può piacere tanto al papà vecchio skinhead fan dei Cockney Rejects quanto alla figlia adolescente fan di YungBlud. E lo zio fan degli Oasis non può fare altro che goderselo con loro. C’è la critica sociale disincantata e ci sono le melodie accattivanti, l’attitudine è onestamente do it yourself e l’accento irresistibile; un pezzo come ‘Best Is Yet To Come’ cita sfacciato ‘Police On My Back’ e ‘BadMan’ sembra sia suonata da Pogues e Gogol Bordello alle prese col cow-punk: in un mondo tutto sbagliato, Rat Boy è tutto giusto.
(Miguel Basetta)

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